Lo attendiamo da mesi e sembra manchi davvero poco. La deadline di metà luglio è stata disattesa ma, dalle parole del Ministro Urso, dovremmo ormai esserci. Sarà questione di giorni o, forse, di ore, ma il Decreto è pronto. Nel mentre, abbiamo già imparato a conoscerlo nei suoi dettagli, considerando le diverse “annunciazioni esplicative” offerte dai rappresentanti della Segreteria Tecnica.
Molti punti sono già noti, e molti sono i rimandi a quanto stabilito dall’articolo 38 del DL PNRR quater. Dunque, in attesa di poter commentare ufficialmente il testo normativo, facciamo un breve recap dell’iter procedurale. E ricordiamo quali sono i punti che, secondo fonti certe, ritroveremo nel documento ufficiale.
Il Piano Transizione 5.0, dal DL PNRR quater al Decreto attuativo del MIMIT
Il Decreto attuativo del MIMIT, per il Piano Transizione 5.0, resterà nella storia come uno degli atti più attesi dalla platea imprenditoriale. Un po’ come l’altro DL, propedeutico al tutto: il Decreto PNRR quater (DL 39/2024).
Questo, all’articolo 38, ha dato il via ufficiale (ma non operativo) al Piano Transizione 5.0. Atteso per fine 2023, era stato pubblicato in GU solo il 2 marzo 2024.
Al comma 17, l’articolo 38 faceva un diretto rimando al MIMIT per la pubblicazione di un futuro decreto attuativo, con i dettagli per la fruizione del credito d’imposta. E il Decreto attuativo sarebbe dovuto arrivare entro i successivi 30 giorni dall’entrata in vigore del DL 39/2024, quindi agli inizi di aprile 2024.
Per disciplinare una serie di dettagli, tra cui contenuto, termini e modalità di trasmissione delle comunicazioni, delle certificazioni e della ulteriore eventuale documentazione per accedere al credito d’imposta.
Sempre il Decreto attuativo avrebbe dovuto chiarire i criteri per la determinazione del risparmio energetico conseguito, anche in relazione allo scenario controfattuale. E indicare le procedure di fruizione del credito d’imposta – specificando anche i dettagli su controllo, esclusione e recupero del beneficio. Ma il 02 aprile 2024 il Decreto non è arrivato. E nemmeno nei mesi successivi.
Cinque lunghi mesi per il Piano Transizione 5.0. E qualche certezza
Nel mentre abbiamo assistito a numerosi rimandi, che spostavano sempre in avanti la deadline. Attese infinite, diffuso (e giustificato) isterismo imprenditoriale. Ma anche emendamenti all’articolo 38 che, probabilmente, hanno rallentato il tutto. Nel mezzo, “question time” e bozze.
A inizi luglio, poi, è stato il momento dello “scarica barile”, con una adducibile responsabilità del ritardo all’UE, in tema DSNH. Tuttavia, in attesa del testo ufficiale, già siamo a conoscenza di alcuni dettagli, tra cui le aliquote per il credito di imposta, già note nell’articolo 38.
Sappiamo infatti che il Piano Transizione 5.0 prevede agevolazioni ammontanti a 6,3 miliardi di euro, nella forma di credito d’imposta su specifici costi sostenuti da tutte le imprese, con poche eccezioni. L’agevolazione è funzionale alla realizzazione di nuovi investimenti in strutture produttive italiane, nell’ambito di progetti di innovazione. A condizione che sia evidente (e certificata) una riduzione dei consumi energetici.
Come già stabilito dall’articolo 38 – e come sarà confermato dal Decreto attuativo – le imprese potranno richiedere un credito d’imposta, sulla base delle spese considerate ammissibili. Quindi, funzionalmente ai costi di investimento per la riduzione dei consumi energetici conseguita. Le fasce relative alla quota d’investimento sono tre, e le aliquote nove, funzionalmente all’efficientamento energetico (inserire immagine)
I dettagli già noti del Decreto attuativo per Transizione 5.0
Tra gli altri dettagli già noti del Decreto attuativo troviamo quelli relativi all’autoproduzione di energia, con agevolazioni che ammontano a 1,89 miliardi di euro. In particolare, con riferimento all’efficientamento energetico, in cosa consiste quella famosa diminuzione del 3 e 5 per cento? Una riduzione rispetto a cosa?
Il Decreto dovrebbe confermare ciò che avevamo già anticipato, anche con riferimento allo scenario controfattuale. Così come dovrebbe confermare anche quanto scritto sulla formazione, alla quale sono destinati 630 milioni per il credito d’imposta. L’atto, quindi, convaliderà ufficialmente tutti i dettagli relativi a spese, soggetti formatori, moduli e competenze.
Insomma, in cinque mesi abbiamo avuto modo di parlare ampiamente di Transizione 5.0. È davvero giunto il momento di passare ai fatti. Attendiamo quindi la pubblicazione, soprattutto per avere contezza sulle procedure di fruizione del credito d’imposta. Dopo il valzer dell’ex ante e dell’ex post dei mesi scorsi, le imprese hanno bisogno di certezze. E di poter, finalmente, procedere.