Alla Camera dei deputati, nella seduta di mercoledì 29 maggio 2024, si torna a parlare di Transizione 5.0. Durante lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) il deputato Maurizio Casasco (FI-PPE) ha posto la domanda che probabilmente tutta la platea imprenditoriale italiana avrebbe voluto fare.
Si è infatti rivolto al Ministro Urso per avere contezza sui tempi di adozione delle disposizioni applicative del Piano Transizione 5.0 (https://www.automazionenews.it/il-dl-pnrr-quater-e-legge-via-libera-al-piano-transizione-5-0/). E la risposta del rappresentante del MIMIT è stata molto precisa, sulle tempistiche. Ma solo su quelle iniziali. Resta ancora un’aurea di nebbia sulla reale partenza dei crediti d’imposta per gli investimenti 5.0.
Transizione 5.0, un ritardo (quasi) giustificato
Con il Piano Transizione 5.0, la misura più consistente mai varata per la transizione ecologica – secondo le dichiarazioni del Ministro – il Governo ha segnato un importante risultato. È stata infatti trovata una soluzione ai vincoli stringenti che, diversamente, avrebbero tagliato fuori dagli incentivi 1.200 imprese dei settori energivori.
La situazione quindi si è protratta così a lungo proprio per dare la possibilità anche alle potenziali escluse di poter beneficiarie del provvedimento. In particolare, il riferimento è diretto alle compagini appartenenti a settori strategici e fondamentali per il sistema produttivo italiano. Più precisamente, ai comparti della carta, del vetro, della siderurgia e della ceramica.
Attraverso un lungo lavoro – che potrebbe giustificare anche il ritardo nella pubblicazione del decreto attuativo – i tempi si sono protratti di molto. O forse di troppo? Ma ciò è servito per poter individuare criteri equilibrati e più inclusivi, in modo da ampliare la platea dei beneficiari del Piano.
Ma il Ministro ha indicato una data ben precisa: il 30 maggio 2024. Oggi, quindi, sarà avviata la cosiddetta “concertazione” con gli altri Ministeri competenti, ovvero il MEF e il MASE, coinvolti in maniera trasversale nel Piano Transizione 5.0. Successivamente il provvedimento “Transizione Industry 5.0” sarà trasferito alla Corte dei Conti per la registrazione.
Una possibile estensione temporale per il Piano Transizione?
Un altro punto su cui il Ministro ha fatto chiarezza è quello relativo all’estensione della finestra temporale. Il primo semestre 2024 è praticamente andato, con un rammarico diffuso. Questi sei mesi, infatti, avrebbero fatto comodo alle imprese, per concludere investimenti e partire operativamente con il Piano. Invece il protrarsi dei tempi ha penalizzato di molto le aziende. Non è possibile recuperare?
No, e la risposta di Urso è netta. La misura dovrà essere rendicontata al 31 giugno 2026, nel rispetto della regola generale prevista dal PNRR. Ricordiamo, infatti, che il Piano Transizione 5.0 è un’appendice della Missione 7, introdotta nel PNRR con la revisione accorsa nel mese di novembre 2023.
Questo, quindi, si traduce con una sorta di obbligo nei confronti delle disposizioni cogenti previste dal Piano, come il principio DNSH (Do Not Significant Harm). Pertanto, esiste un vincolo che impone di concludere gli investimenti entro 31 dicembre 2025. Ma è l’ultima parola?
Transizione 5.0 e gli investimenti autunnali
In realtà il Ministro lascia aperta una porta e sembra possibilista: non sono escluse eventuali modifiche al PNRR. Tutto dipenderà dalla Commissione europea. Ovvero la “nuova” Commissione, in considerazione delle votazioni per il Parlamento europeo, il prossimo 8 e 9 giugno 2024.
Intanto, in attesa di Bruxelles, concentriamoci sul “qui ed ora”. Oggi, 30 maggio 2024, potremo aggiungere un ulteriore tassello a questo infinito puzzle che mostrerà, alla fine, il Piano Transizione 5.0 nella sua interezza. Ma non sarà comunque una questione di giorni, quanto piuttosto (ancora) di settimane.
Il 28 maggio 2024, infatti, il Ministro aveva incontrato il nuovo presidente di Confindustria, Emanuele Orsini. Con l’occasione aveva ribadito che entro il mese di giugno “sarà tutto pienamente definito”. Concetto ripreso anche durante la partecipazione alla Giornata Altagamma 2024, il 29 maggio.
Nel suo intervento ha indicato come deadline, per la pubblicazione del decreto attuativo, l’inizio dell’estate. L’auspicio è quindi proprio quello: tutto pronto per quella data. In questo modo, quindi, le imprese potrebbero poi programmare gli investimenti per la seconda parte dell'anno. Ma così, in un batter d’occhio, anche il 2024 si è volatilizzato.