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Scenari di mercato incerti? Per il manifatturiero è il momento della scalabilità

La scalabilità permette di competere nei tempi incerti e volatili di oggi: è infatti lei la chiave a disposizione del manifatturiero per reagire con successo ai cambiamenti imprevisti del mercato. Parola di Sap.

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Massimiliano Luce

Più gli scenari di mercato appaiono incerti, più diventa importante per il settore manifatturiero diventare agili. Ovvero capaci di operare con grande spirito adattivo e creativo. Per riuscirci la parola d’ordine è scalabilità. Un concetto di cui abbiamo sentito spesso parlare, ma che talvolta può appare piuttosto astratto.

Per saperne di più al riguardo, e definire al meglio il concetto, ci siamo rivolti a Giacomo Coppi, Head of Digital Supply Chain and Manufacturing, Sap Italia. “Per scalabilità si intende principalmente la capacità di essere agili e quindi di poter aumentare o ridurre i volumi anche di prodotti estremamente articolati, che presentano quindi una complessità di gestione della value chain elevata”, spiega Coppi.

“Questa complessità – prosegue il manager di Sap – si va ad aggiungere ai rischi di disruption che possono colpire un’azienda. Vedi ad esempio un cambio di domanda repentino, molto frequente nel settore della moda o del food and beverage; modifica di alcune filiere, come quelle dell’automotive con il passaggio ai motori elettrici o altri fenomeni cui, purtroppo, abbiamo assistito recentemente dalle pandemie alle turbolenze geopolitiche.”

Scalabilità significa farsi trovare pronti per affrontare queste trasformazioni, che possono implicare un aumento della produzione o una diminuzione. Come nel caso di interruzione di una filiera, dove bisogna essere reattivi per non fermare o chiudere del tutto un impianto.”

Scalabilità, un concetto oggi importante per l'industria

Il mercato oggi è in continua trasformazione sotto molti profili. Pensiamo agli scenari geopolitici alla ricerca di nuovi equilibri, così come all’irrefrenabile evoluzione delle tecnologie. Ciò significa che stiamo assistendo a grandi cambiamenti della domanda, così come alle modalità per soddisfarla. Ecco perché il concetto di scalabilità oggi è essenziale.

“Per quanto sia un termine piuttosto abusato in questo periodo, il concetto di scalabilità è fondamentale per la resilienza: sono sul mercato, ci voglio essere e soprattutto rimanere in un contesto che cambia a una velocità che prima non era ipotizzabile – osserva Coppi –. Devo avere gli strumenti per poter reagire, mettendo anche in discussione gli stessi paradigmi del mio fare impresa. Posso anche intervenire sul sistema organizzativo, ma se voglio cambiare il modello produttivo, avrò bisogno di nuovi talenti e di tecnologie avanzate che mi supportino.

Come si può applicare concretamente?

Giacomo Coppi, Head of Digital Supply Chain and Manufacturing, Sap Italia.

Si comprende bene quanto il termine «scalabilità» sia trasversale. Richiama fattori produttivi e organizzativi, tecnologie e competenze. Di certo applicarlo correttamente è una sfida. Fortunatamente esiste la bussola per orientarsi al meglio.

“I fattori abilitanti sono principalmente legati a una forza lavoro capace e formata per poter supportare questi cambiamenti e che, in particolare, sappia sfruttare al meglio le nuove tecnologie – spiega Coppi –. Il secondo aspetto è adottare le soluzioni che possono consentire di essere modulari per connettere i processi, per favorire la collaborazione tra le persone e la condivisione delle informazioni di chi opera nelle diverse filiere.”

“Un altro aspetto, che non sempre viene preso in considerazione, è la capacità di rivalutare i processi per poterli, all’occorrenza, rivedere come se fossero dei mattoncini Lego e variare la loro composizione senza grandi sforzi. Ad esempio, per cambiare una catena di montaggio e attrezzare di nuovo una linea di produzione, oggi, non occorrono intere giornate. Un esempio tipico è quello delle automobili, dove è possibile costruire modelli di auto diversi basandosi sulle stesse piattaforme.”

Parliamo di un concetto indifferentemente valido per le grandi aziende e per le pmi manifatturiere, “anche se esistono delle differenze tra questi due segmenti. La grande azienda ha maggiori capacità finanziare e competenze per adattarsi; una pmi ha dalla sua una capacità organizzativa più flessibile e, anche se è un po’ più schiacciata nella catena del valore, visto che fa parte di un sistema di approvvigionamento più lungo e complesso, ha anche maggiore agilità nei processi decisionali.”

La chiave è la flessibilità

Riuscire ad implementare con successo un modello di business effettivamente scalabile, richiede alcuni ingredienti insostituibili. “Innanzitutto - sottolinea Coppi - la capacità e l’attitudine a utilizzare la tecnologia, che non è detto che sia legata all’età o a un percorso di studi. Vent’anni fa si guardava solo alle «feature&function», cercando di semplificare poi al massimo la user interface per un utente poco formato. Oggi, che le persone sono in qualche misura più educate al digitale, vi è maggior attenzione all’interazione uomo-macchina, per rendere più efficiente e produttiva la persona e per coinvolgerla maggiormente con attività a maggior valore aggiunto.”

“Gioca, inoltre, un ruolo fondamentale la capacità e l’attitudine a reagire al cambiamento, perché impariamo a utilizzare un prodotto o una nuova tecnologia, se c’è la volontà di farlo. In tutti i nostri progetti, i problemi maggiori da superare sono spesso legati al change management organizzativo. Occorrono, quindi, da un lato persone convinte di voler fare questo passaggio, ma anche aziende che si impegnino nella formazione e training costanti delle risorse.”

Le tecnologie per la scalabilità

Oltre alle competenze e alla flessibilità organizzativa, il terzo perno della scalabilità è la tecnologia idonea. Anche in questo caso, lo scenario con cui misurarsi è ampio.

“Il concetto può essere molto esteso – precisa subito Coppi –; non riguarda solo il manufacturing, ma va dal momento in cui si disegna il prodotto, si pianifica, produce, distribuisce, localizza il prodotto… Cerchiamo di abbattere con la tecnologia quelli che sono vecchi schemi organizzativi, per consentire di avere una visibilità totale del processo. Una volta che questo è stato definito, si devono connettere i diversi ambiti di un processo; sempre di più ci accorgiamo che le operation sono elementi strategici critici che coinvolgono tutti i livelli aziendali, dai cfo al procurement, perché non rappresentano più un contesto dove si fa saving, ma piuttosto competition o cambiamento di un modello organizzativo.”

“La tecnologia, in questo, aiuta proprio perché permette di connettere il processo, contestualizzare queste decisioni e creare le piattaforme collaborative per poterlo fare. Non condivido più solo i dati che ora sono disponibili e che posso raccogliere dall’intera organizzazione per farle diventare informazioni intelligenti; ma il concetto principale che stiamo cercando di adottare è quello del digital twin, che spesso si usa per un asset, come può essere un’auto o una lavatrice.”

“Oggi, con le soluzioni Sap, stiamo applicando questo concetto all’intera filiera, dalla fabbrica smart alla supply chain, permettendo ai nostri clienti di fare simulazioni, di capire cosa succede se cambiano determinati valori, condizioni o materiali.”

Tutti i settori industriali sono coinvolti

Quando parliamo di scalabilità, peraltro oggi tocchiamo un tema che richiama l’interesse di tutti i settori industriali. Nessuno appare più avanzato di altri, ma tutti coinvolti con pari impegno.

“Ormai la scalabilità è una tendenza che sta investendo tutti i settori, perché tutti sono diventati sensibili a pianificare in modo più accurato; tutti ambiscono a un forecast più preciso; c’è maggior attenzione all’eccellenza di prodotto, al controllo della filiera e della distribuzione, a poter offrire servizi innovativi, che vanno oltrela fornitura di progetti e prodotti.”

Naturalmente Sap supporta le aziende nell'implementazione del concetto di scalabilità. “Ci inseriamo in tutta la catena del design to operate. Connettere i processi è nel nostro Dna. Abbiamo la capacità di collegare tutte le fasi che riguardano un prodotto dal momento in cui viene ideato, programmato e pianificato, fino a quando esce dalla produzione, passa per il controllo qualità, viene messo in magazzino e infine distribuito.”

“Garantiamo la possibilità di fare un digital twin di tutta la catena del valore e poi di andare in verticale sulla copertura dei singoli processi. Abbiamo inoltre gli strumenti, alimentati anche dall’intelligenza artificiale, per trovare i pattern necessari per collegare come le decisioni su un singolo processo possono influire sugli altri; oppure ancora come raggiungere nuovi obiettivi di sostenibilità e piattaforme avanzate per collaborare in maniera fluida e sinergica con il proprio ecosistema.”

Scenari di mercato incerti? Per il manifatturiero è il momento della scalabilità - Ultima modifica: 2024-02-26T16:08:29+01:00 da Massimiliano Luce