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L’impatto dell’AI e della GenAI nelle imprese europee

Le imprese europee nel 2024 dovranno affrontare diverse sfide, a causa della confluenza di diversi fattori dirompenti, tra cui l’impatto dell’AI e della Generative AI. Ne parlano Manos Raptopoulos di Sap Emea e Carla Masperi di Sap Italia, che fa il punto sull’approccio delle imprese italiane verso l’AI

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Nicoletta Buora

l'AI e la Generative AI stanno trasformando profondamente il modo in cui le imprese operano, offrendo opportunità di miglioramento dell'efficienza e produttività, dell’innovazione e della personalizzazione dei servizi.

Il loro impatto, in continua crescita, è significativo ed emerge anche da alcune riflessioni di Manos Raptopoulos, Presidente Sap Emea, frutto di confronti con i responsabili di importanti aziende a livello europeo.

“L'Europa si trova di fronte a un anno impegnativo a causa della confluenza di diversi fattori dirompenti: conflitto geopolitico, aumento dell’inflazione, incertezza economica, aumento della pressione normativa e, non da ultimo, l’impatto delle nuove tecnologie, tra cui la GenAI”, afferma Raptopoulos.

“Le imprese dovranno, dunque, affrontare diverse sfide, tra loro interconnesse, dalla necessità di costruire una maggiore resilienza delle supply chain e ridurre i rischi, fino all’urgenza di sfruttare il potere dell’AI e di migliorare gli sforzi di sostenibilità, garantendo al contempo che gli investimenti diano valore in tempi brevi”.

Ridurre i rischi per l’impresa, l’AI Act

Per ridurre i rischi crescenti e portare maggiore stabilità all’organizzazione, salvaguardandone allo stesso tempo l’agilità, servono, però, interventi operativi e tecnologici.

Dall’altra parte, il panorama normativo europeo sta diventando sempre più complesso per tenere il passo con l'impatto della tecnologia. Tra le diverse normative, l'Artificial Intelligence Act, primo testo di legge al mondo sull’intelligenza artificiale. 

Proprio lo scorso 2 febbraio è arrivato il via libera, all’unanimità, dei Paesi UE sull’AI Act, normativa che stabilirà regole e standard rigorosi sullo sviluppo e l'applicazione dell'AI in contesti di business.

L'AI per migliorare la gestione della supply chain

Emmanuel Raptopoulos

Uno degli obiettivi chiave della trasformazione digitale delle catene di approvvigionamento è la capacità di migliorare la visibilità end-to-end, ma ben  il 43% delle organizzazioni globali ha una visibilità limitata o nulla sulle prestazioni dei propri fornitori di primo livello (da uno studio di Kpmg) .

Parallelamente sono sempre maggiori i fattori che creano instabilità alle supply chain: dal trovare una soluzione alla carenza di componenti o gestire la volatilità dei prezzi delle materie prime, dal cibo all'energia, fino a reindirizzare le navi per evitare il canale di Suez.

Un recente report di S&P Global sottolinea l'importanza della tecnologia, tra cui l’impiego dell’AI per massimizzare le possibilità di successo delle organizzazioni nel mantenere supply chain stabili.

“Si prevede, infatti, che il prossimo anno metà delle organizzazioni investirà in applicazioni per le proprie supply chain che supportano l'AI e funzionalità analitiche avanzate”, afferma Raptopoulos.

Sfruttare il vero valore dell'AI per il business, in sicurezza

Nel corso di quest’anno un maggior numero di aziende sfrutterà l’AI e la GenAI anche grazie alle soluzioni di intelligenza artificiale create appositamente per il business.

Tant’è che, i grandi fornitori di cloud e software, tra cui Sap, hanno investito in modo significativo nell’integrazione dell’intelligenza artificiale, responsabile, all’interno dei loro prodotti principali.

“Responsabile, perché la gestione della fiducia, del rischio e della sicurezza nei modelli di AI sarà uno dei temi tecnologici principali di quest’anno, basato sui progressi nel monitoraggio dei modelli, nella sicurezza delle applicazioni di AI e nella privacy (Gartner)”, conclude Raptopoulos.

Tuttavia, le imprese europee potrebbero essere più esitanti a utilizzare l'AI in tutte le loro operazioni, come emerge da un recente studio di PwC, che ha rilevato che i responsabili in Emea sono molto meno convinti dei loro colleghi nordamericani che i clienti preferiscano interagire con i modelli di AI.

Inoltre, considerando L’AI Act, le aziende europee che desiderano incorporare l’intelligenza artificiale nei loro modelli di business o ambienti operativi dovranno costruire i loro casi d’uso ponendo al centro sia la conformità che la privacy.

Le imprese italiane nella sfida dell’AI: Intervista a Carla Masperi, Presidente e AD Sap Italia

Carla Masperi

D. Recentemente avete iniziato a integrare nelle vostre soluzioni il copilot di GenAI Jule. Qual è l’approccio delle imprese italiane verso GenAI?

R. C’è molta consapevolezza sui benefici che l’AI può portare al business in termini di maggior produttività, scalabilità, accuratezza. Recentemente abbiamo svolto a livello globale un’analisi cui hanno partecipato oltre 4000 business leader di aziende di tutti i settori e dimensioni per capire le priorità delle aziende per essere a prova di futuro.

La ricerca ha coinvolto anche 300 manager italiani che alla domanda “quali sono le tre più importanti opportunità di crescita nel breve termine” hanno indicato lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi (50% degli intervistati), l’espansione nei mercati dove l’azienda già opera (46%) e l’adozione di tecnologie intelligenti per gestire i dati e i processi decisionali (45%).

La sfida reale risiede, però, nei presupposti che bisogna soddisfare per poter trarre effettivamente vantaggio dall’utilizzo dell’AI.

D. Quali sono, dunque, i presupposti per sbloccare il potere dell’AI?

R. La prima condizione è che l’azienda abbia una solida data strategy. I vantaggi generati dall’AI sono realmente tali solo se i dati di partenza sono corretti.  L'intelligenza artificiale è affidabile e rilevante solo se applicata ai dati e ai modelli giusti.

La seconda condizione è il cloud: l’innovazione passa dal cloud, è un cammino segnato. Ognuno lo percorrerà con il proprio ritmo, ma non si torna indietro. Solo con il cloud è possibile sfruttare appieno la potenza dell’AI e tenere il passo con le ultime innovazioni e normative con la velocità, l’agilità e la fiducia necessarie oggi per competere. E non è un caso che in Italia stiamo osservando una forte domanda per le nostre soluzioni cloud, dall’Erp alle soluzioni per la gestione della Customer Experience, delle Risorse Umane o dello Spend Management. Le nostre revenue cloud in Italia sono aumentate di oltre il 40%.

La terza condizione è rappresentata dalla trasformazione dei processi. L’intelligenza artificiale può ridurre drasticamente il tempo necessario per implementare il process mining e produrre insight significativi e su misura, necessari per trasformare efficacemente ogni processo di business. Se le aziende vogliono sfruttare al meglio questa tecnologia, devono però basarsi su processi ben progettati e abilitati.

Focus sull'AI

A conferma del focus sull'AI, Sap ha recentemente creato una nuova area di crescita sull'AI end-to-end, a livello globale, incentrata sull’intelligenza artificiale sotto la guida di Philipp Herzig nel ruolo appena creato di chief artificial intelligence officer (Caio).

La nuova unità supervisiona l’intera catena del valore di SAP Business AI, dallo sviluppo e ricerca del prodotto fino all’implementazione finale per il cliente.

L’impatto dell’AI e della GenAI nelle imprese europee - Ultima modifica: 2024-02-22T08:35:00+01:00 da Nicoletta Buora