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I dispositivi rugged visti con gli occhi di chi li utilizza

Incrementano la produttività della forza lavoro, migliorano il total cost of ownership e promuovo la sostenibilità. Sono molti i motivi per cui i dispositivi rugged trovano diffusione nell’industria, racconta il nuovo studio Idc commissionato da Getac.

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Massimiliano Luce

La trasformazione digitale ha molti motori. Tra questi spiccano i dispositivi rugged, sempre più apprezzati dai decisori IT. Idc ne ha intervistati quasi mille per il suo report “Redefining Total Cost of Ownership: Rugged Technologies to Empower Industrial Operation". Uno studio commissionato da Getac, azienda di riferimento nel settore.

Da dove nasce l’apprezzamento per i dispositivi rugged? In realtà le ragioni sono molte. Il filo conduttore è la loro capacità di migliorare le prestazioni di lavoro degli operatori. Infatti, dicono gli intervistati, di base migliorano le attività operative quotidiane, incrementando la produttività lavorativa.

Questa opinione è condivisa dai più diversi settori. Parliamo infatti di utility e produzione industriale, di oil & gas e logistica; ma anche trasporti e risorse naturali. Non solo, il dato emerge da ben sei aree geografiche: Nord America, Europa, Medio Oriente e Africa, Cina, Asia (esclusa la Cina) e America Latina.

Dispositivi rugged: il “segreto” del successo

Il report entra nel merito dei diversi vantaggi riconosciuti ai dispositivi rugged. Innanzitutto, spicca l’apprezzamento per la riduzione del total cost of ownership (Tco). Con il passare del tempo, infatti, si evidenzia una diminuzione del 10-20% nel caso di tablet e dispositivi portatili; del 20-30% per personal computer e notebook.

Un tema ormai imprescindibile in ogni segmento di mercato, oggi, è la sostenibilità. I dispositivi rugged, dotati di sensori e connettività avanzati, garantiscono il loro supporto anche su questo versante. Merito della loro speciale capacità di raccogliere dati operativi, rendendo più consapevoli le decisioni sui consumi energetici e su come ridurre gli sprechi. Una qualità riconosciuta dal 43% delle aziende intervistate.

Inoltre, i dispositivi rugged aiutano l’automatizzazione dei processi. Lo segnala il 37% del campione, che apprezza la possibilità di ridurre perciò il lavoro manuale.

Cosa chiedono i clienti europei

In ogni area del mondo i clienti scelgono il fornitore in base ad alcune sue qualità precise. Ovvero per la sua capacità di personalizzare l’offerta e per la competitività dei servizi forniti.

L’Europa in particolare si mostra un mercato attento e dinamico. Già oggi il 21% del campione alloca un quinto del proprio budget IT per i dispositivi rugged. E, aspetto ancora più incisivo, quasi la metà degli intervistati immagina di aumentare il budget IT nell’arco di 12-18 mesi.

Una volta introdotti, i dispositivi rugged diventano tutt’uno con i vari sistemi aziendali di base. In genere, la scelta è di integrarli con le piattaforme BI, Scm ed Erp. Da qui la loro centralità in ogni attività che vede il dato protagonista. Ovvero, nella raccolta e analisi dati, nei servizi sul campo, nell’ispezione e nella manutenzione. Senza dimenticare il loro impiego nella gestione della forza lavoro mobile.

Su queste basi, quali sono allora i maggiori vantaggi finora registrati dalle aziende europee? L’elenco è lungo e variegato. Oltre all’aumento della produttività della forza lavoro, si segnala anche la migliore comunicazione e collaborazione tra i dipendenti; così come una riduzione dei guasti delle apparecchiature. Tutto ciò, inoltre, con la possibilità di raggiungere meglio i propri obiettivi ambientali.

Getac supporta il mercato con un’offerta articolata. Roberto Mattioni, Business Development Manager di Getac in Italia, ricorda i tre pilastri della proposta aziendale: “il potente hardware e i software di Getac, uniti al nostro servizio clienti di prim'ordine.”

I dispositivi rugged visti con gli occhi di chi li utilizza - Ultima modifica: 2024-04-12T12:15:20+02:00 da Massimiliano Luce