Orientamento, formazione e trasferimento tecnologico: bilancio positivo per il primo triennio di attività dei sei Competence Center presenti a Mecspe 2022 nell’area Live Academy, 2.400 metri quadrati all’ingresso della fiera sull’innovazione che si è tenuta a Bologna dal 9 al 12 giugno.
Nonostante i rallentamenti iniziali nella implementazione delle linee pilota a causa della pandemia, sono migliaia le aziende che sono state raggiunte da iniziative dimostrative in una logica di “test before invest” e da corsi e webinar e, nel numero di qualche centinaia, quelle coinvolte in progetti di trasferimento tecnologico co-finanziati dal Mise con livelli di TRL in uscita prossimi all’industrializzazione e al mercato.
I Competence Center sono stati infatti voluti e finanziati, fin dal primo Piano Calenda per l’Industria 4.0 nel 2016, come hub pubblico-privati che riuniscono università, centri di ricerca e imprese per accelerare la trasformazione digitale del tessuto produttivo italiano.
Eppure, secondo l’Osservatorio Mecpse condotto da Grs Ricerca e Strategia nel primo quadrimestre 2022 su un campione di 514 aziende manifatturiere italiane, quattro su 10 non conosce ancora i Competence Center né la loro funzione divulgativa, formativa e di trasferimento tecnologico.
Oltre la metà non vi ha ancora stretto alcuna collaborazione e solo il 5% ha sviluppato progetti o ha partecipato a iniziative formative, mentre un 3% collabora con i DIH confindustriali. Le attività e l’impatto del modello dei Competence Center sul tessuto produttivo dovrebbero ricevere un ulteriore slancio con le risorse del Pnrr, grazie anche alla nascita di ulteriori centri di competenza per un totale di una cinquantina sul territorio, rispetto agli otto attuali.
Casi applicativi 4.0 e formazione come porta d’accesso alle aziende
I sei Competence Center presenti in fiera, Artes 4.0, Bi-Rex, CIM4.0, Made, Smact e Start 4.0, hanno portato casi applicativi di Industria 4.0, dalla robotica collaborativa all’additive manufacturing alla realtà virtuale, realizzati con partenariati di pmi, fornitori di tecnologie abilitanti e grandi aziende, nell’ambito dei bandi di ricerca e innovazione lanciati dal Mise in questi primi tre anni.
Inoltre, nel corso delle tre giornate di esposizione hanno presentato e approfondito le singole tecnologie nell’area Speech, associandole ai diversi progetti e, in occasione della tavola rotonda che è seguita all’apertura istituzionale della fiera sempre nell’area Live Academy, hanno sottolineato il ruolo centrale della formazione proprio per introdurre al senso, ai vantaggi e alle opportunità dell’Industria 4.0.
«La formazione è il nostro punto di ingresso e di contatto con le aziende. Tecnici e middle manager partecipano alla nostra Academy e vedono in funzione le nuove tecnologie nella nostra smart factory dimostrativa, ne colgono i vantaggi e decidono di avviare progetti innovativi nella propria azienda», racconta Cristina Cibrario, responsabile formazione e marketing di CIM4.0.
Nel Competence Center con sede a Torino è appena partita la terza classe di formazione manageriale che dura sei mesi e risponde a esigenze emerse dal tessuto produttivo: fornire più competenze gestionali ai middle manager per affrontare le sfide dell’Industria 4.0, oltre a corsi tecnici in continua evoluzione per l’upskilling e il reskilling del personale. «Partecipano sia pmi sia grandi aziende e ben il 40% ha sviluppato, a seguire, progetti su misura», precisa Cibrario.
Senza competenze infatti non si va lontano, come precisa Paolo Dario, direttore scientifico di Artes 4.0 e direttore operativo pro tempore: «La robotica collaborativa, nata una decina di anni fa, è una vera rivoluzione, che apre straordinarie prospettive alle aziende e ai produttori di robot, ma servono competenze adeguate».
Il Competence Center con sede a Pisa, che ha sviluppato un modello a rete e riunisce centri di ricerca eccellenti, 7 università e oltre un centinaio di imprese, fondazioni ed enti pubblico-privati in 7 Regioni, è portatore di tutte le competenze necessarie per fare innovazione nella robotica, automazione, reti, intelligenza artificiale, simulazione e sistemi di controllo.
Linee pilota dove provare le nuove tecnologie
Il grande valore aggiunto dei Competence center è la disponibilità di ambienti produttivi reali, le cosiddette “linee pilota” su cui provare, testare e sviluppare le nuove applicazioni tecnologiche, come sottolinea Stefano Cattorini, direttore di Bi-Rex, il Competence center con sede a Bologna: «Noi usiamo dati e Big Data per estrarre valore e stimolare lo sviluppo di nuovi modelli di business, manutenzione predittiva, advanced manufacturing e robotica collaborativa, sfruttando anche la cella 5G di Telecom nostro partner».
Oltre un migliaio di aziende ha già visitato la fabbrica digitale di Made Competence Center i4.0 nei suoi 2.500 metri quadrati a Milano, con oltre 2.500 partecipanti ai suoi corsi di formazione, 180 progetti sviluppati e 80 aziende partner. «Usiamo gli spazi anche come driver per la sostenibilità, perché senza la digitalizzazione dei processi non si può neanche realizzare la sostenibilità ambientale», spiega Davide Polotto, Business Development di Made.
Nei dimostratori più grandi produce telai di biciclette, pane, birra e piatti pronti, in collaborazione con imprese sociali, il Competence Center del Triveneto Smact, che ha sviluppato una infrastruttura a network con 30 partner industriali, 45 gruppi di ricerca universitaria e diverse “Live demo”, da Bolzano a Verona, su machine to machine, digital twin e la filiera agroalimentare 4.0 a misura di pmi. «Siamo soddisfatti dell’ecosistema innovativo che abbiamo attivato e che continua a crescere, compresa la collaborazione con gli ITS», afferma Matteo Faggin, direttore di Smact.
E poi c’è chi va anche presso le aziende: Start 4.0 realizza gemelli digitali di asset industriali e infrastrutture critiche, di cui rileva ogni dettaglio con laser scanner o droni sensorizzati per poi fare simulazioni e prendere decisioni in tempo reale. A Mecspe ha mostrato il gemello digitale del porto di La Spezia esplorabile in forma immersiva con visori avanzati. «Anziché scansionare un prodotto, noi scansioniamo linee e siti produttivi e applichiamo un modello di trasferimento tecnologico, sperimentando dei pivot (cambi di strategia, di modello di business - ndr) nel nostro laboratorio», conclude Giacomo Benedetti, Project Manager di Start 4.0 e responsabile dell’Open Lab.