Inaugurato a Jesi il laboratorio i-labs Industry, con una linea di assemblaggio digitale e cobot in azione secondo la logica di Human centered Manufacturing. Il nuovo spazio, gestito da un consorzio pubblico-privato, è a disposizione delle imprese del territorio per toccare con mano le tecnologie 4.0, testarle prima di investire e fare ricerca applicata.
Il laboratorio chiude il cerchio di un progetto di piattaforme tecnologiche, lanciato nel 2018 da 19 imprese marchigiane, con Filippetti in testa, l’Università degli Studi di Camerino e l’Università Politecnica delle Marche, la Fondazione Cluster Marche e il Gruppo Meccano.
Fin dall’inizio l’obiettivo della piattaforma “Human Digital Flexible Factory of the Future Laboratory”, cofinanziata dalla Regione Marche, è stato quello di mettere a disposizione delle pmi le nuove tecnologie, già applicate con successo da quelle più avanzate, nonché fare rete tra università e imprese per nuovi progetti di innovazione industriale, con altrettante ricadute sul territorio.
Ora il progetto si completa di un laboratorio incentrato sulla robotica, ospitato in un’ampia sede messa a disposizione dal Comune di Jesi dove, tra l’altro, si può sperimentare l’assemblaggio di un prodotto campione (una console portatile di videogiochi) in numerose varianti, su una linea modulare flessibile Festo.
Si tratta di un esempio di Learning Factory governata da Mes (Manufacturing Execution System) e asservibile mediante una serie di robot collaborativi Kuka, Fanuc, Omron e UR, in grado di svolgere diverse operazioni a contatto con gli operatori.
Il progetto complessivo del laboratorio i-labs Industry ha avuto un costo di 3,4 milioni di euro, di cui 2,2 milioni di euro finanziati dalla Regione Marche e il resto grazie al contributo delle due università coinvolte, di Meccano, Filippetti, Cadland, Nautes e Joytek.
Le tre funzioni del laboratorio i-labs Industry
Il laboratorio nasce per l’orientamento e l’alfabetizzazione digitale delle imprese, soprattutto le pmi, con la possibilità di testare le diverse tecnologie presenti prima di investire nella propria realtà produttiva, secondo la logica del “test before invest” o “proof of concept”.
Il centro offrirà anche formazione sul campo agli studenti universitari che in questo modo potranno mettere in pratica ciò che apprendono in aula e dotarsi di competenze avanzate spendibili nella Smart Factory.
Inoltre, svilupperà progetti di ricerca industriale tra le due università coinvolte (con due ricercatori già dedicati più altri che potrebbero aggiungersi con i fondi del PNRR in arrivo) e i dipartimenti di innovazione e sviluppo delle imprese più avanzate sul territorio, a partire dalle partner del laboratorio, tra cui Filippetti capofila, Elica, Lube Industries, Namirial, Winitalia e Zannini.
Le iniziative di orientamento alle imprese si svolgeranno in collaborazione con i Digital Innovation Hub (DIH), con i Competence Center e con i centri di trasferimento tecnologico che sono a contatto con il territorio.
In particolare, i-Labs Industry collaborerà con Artes 4.0, il Competence Center con sede a Pontedera, in provincia di Pisa, specializzato in robotica e intelligenza artificiale, che ha uno dei suoi 13 macronodi nelle Marche con l’Università Politecnica capofila. Artes 4.0 avrà una sede distaccata nello stesso spazio di i-Labs e, insieme, sono partner nella domanda “EDIH4Marche” che stanno predisponendo per il bando egli European Digital Innovation Hub.
Industria 4.0: customizzazione di massa
Una delle grandi novità del paradigma 4.0 è che, in fase di lavorazione, il prodotto stesso è dotato di codici informatici leggibili dalle macchine coinvolte nel processo, le quali attivano le azioni richieste per la specifica variante di quel prodotto.
Grazie al Mes che fa da raccordo tra dati e sistemi che possiedono a bordo microprocessori, software di riconfigurazione e interfacce di comunicazione - e pertanto si definiscono “cyberfisici” - si riesce a rispondere alla necessità di lotti più contenuti e a specifiche diverse senza interrompere la produzione, né aumentare i costi.
«Uno dei vantaggi dell’Industria 4.0 è che consente di personalizzare l’automazione grazie all’interoperabilità delle macchine connesse e integrate e allo scambio di dati che, grazie al Mes, diventano preziose informazioni per guidare i processi, modificare le azioni da far compiere alla macchina, fare interventi tempestivi di manutenzione e assicurare tempi e qualità di esecuzione», spiega Faliero Vittorini, Key Sales Account e Project Leader di Festo.
Tecnologia per una “Human centered Manufacturing”
Tutto questo diventa pubblico e toccabile con mano nel dimostratore dell’i-Labs di Jesi, che vuole valorizzare l’interazione uomo - macchina in una logica di “Human centered Manufacturing”. Sono infatti disponibili tecnologie e servizi di robotica collaborativa; di prototipazione virtuale con realtà virtuale e realtà aumentata; un CyberPhysical System gestito dal Mes, sistema aperto, flessibile e modulare che consente tracciabilità e manutenzione predittiva; Industrial IoT Integration, Data Analytics e cybersecurity.
«L’applicazione dell’Edge Computing consente di decentralizzare logiche e dispositivi a livello di campo e a livelli superiori nella piramide dell’automazione, in modo da supportare interazioni in tempo reale e tecniche di Data Analytics scalabili. Verrà creato anche il primo nodo di una blockchain regionale per facilitare la sicurezza delle transazioni e dei servizi di data analytics e user profiling», spiega Massimo Callegari, responsabile scientifico del progetto, professore ordinario dell’Università Politecnica delle Marche.
La cybersecurity è un altro passaggio fondamentale visto che con l’Industria 4.0 i sistemi industriali e i relativi macchinari comunicano e distribuiscono dati dettagliati di funzionamento ad altri sistemi informatici in rete e in cloud. Così i-Labs offrirà un servizio di monitoraggio automatico e supervisionato delle infrastrutture Ict di enti e aziende per la prevenzione e il rilevamento di minacce e attacchi informatici.