HomeIndustria 4.0Incentivi e Transizione 5.0Formazione e beni immateriali 4.0: rafforzato il credito d’imposta

Formazione e beni immateriali 4.0: rafforzato il credito d’imposta

Con il nuovo Decreto Aiuti il credito d’imposta per beni immateriali 4.0 passa dal 20 al 50%, così come quello per formazione 4.0 che, a determinate condizioni, arriva addirittura al 70%.

Ti potrebbero interessare ⇢

Marianna Capasso

Il nuovo Decreto Energia e Investimenti, alias Decreto Aiuti, approvato lo scorso 2 maggio dal Consiglio dei Ministri, ha modificato la materia del credito d’imposta, con riferimento al piano Transizione 4.0. In particolare, la nuova normativa è intervenuta sulle aliquote relative all’agevolazione per investimenti in beni immateriali 4.0 e per formazione 4.0.

Nel Capo III del Decreto, “Misure per la ripresa economica, la produttività delle imprese e l’attrazione degli investimenti”, gli articoli 20 e 21 disciplinano in modo diverso le due forme agevolative. Offrono maggiori benefici alle imprese. Vediamo quali.

Il credito d’imposta per beni immateriali 4.0

Con il passaggio da Impresa 4.0 al Piano Transizione 4.0, sono state modificate le agevolazioni per le aziende che investono in innovazione. In particolare, la Legge di Bilancio 2022 ha stabilito diverse tipologie di crediti d’imposta, a seconda che si trattasse di beni materiali o immateriali, ordinari o 4.0.

Le modifiche apportate dal nuovo Decreto riguardano la disciplina relativa alla categoria di beni immateriali 4.0, ovvero i software tecnologicamente avanzati - compresi anche i servizi collegati - che risultano funzionali ai processi di trasformazione 4.0. L’elenco preciso di tutti i beni immateriali 4.0 è riportato nell’Allegato B della Legge 232/2016.

Beni immateriali 4.0: le novità

Prima del Decreto Aiuti, il credito d’imposta per la suddetta categoria era pari:

  • al 20% nel biennio 2022/2023;
  • al 15% nel 2024;
  • al 10% nel 2025.

Era comunque possibile estendere il beneficio fino al 30 giugno 2026, a condizione che l’ordine in questione risultasse accettato dal venditore entro il 31 dicembre 2025, con il contestuale pagamento di un acconto non inferiore al 20% del costo totale di acquisto.

Cosa cambia, invece, con il nuovo Decreto? Secondo l’articolo 20, per gli investimenti, effettuati dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022 (con la solita coda al 30 giugno 2023), che abbiano come oggetto beni compresi nel suddetto Allegato B, la misura del credito d’imposta è elevata al 50%.

La nuova aliquota per i beni immateriali 4.0

Con il nuovo Decreto, quindi, cambia l’aliquota per il credito d’imposta dei beni immateriali 4.0: si passa dal 20 al 50%, con una percentuale che cresce in maniera più che esponenziale, superando la più alta tra le aliquote previste in materia di crediti d’imposta, e cioè quella fissata al 40% per i beni strumentali 4.0, dell’Allegato A alla Legge 232/2016.

Per gli anni a venire, la disciplina al momento risulta invariata, per cui dal 2023 dovrebbe rimanere tutto uguale a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2022, ovvero 20%, 15% e 10% rispettivamente per ogni anno, fino a fine 2025. Una precisazione: rimane uguale, sia per il 2022 che per il futuro, il limite di investimento, non superiore a un milione di euro.

Il nuovo credito d’imposta per formazione 4.0

Con una mossa che ha spiazzato, il Governo ha deciso di modificare anche il credito d’imposta per formazione 4.0. Lo stupore deriva principalmente dalla scelta effettuata in passato, quando la Legge di Bilancio 2022 non ha prorogato il bonus formazione - fruibile quindi fino al 31 dicembre 2022.

Dunque, si comprende la perplessità, a tal riguardo: andare a modificare una disciplina che, per tutti, è in fase finale, sottende forse scelte, future, diverse? E, se la motivazione di questa mossa ricade nella “necessità di rendere più efficace il processo di trasformazione tecnologica e digitale delle piccole e medie imprese, con specifico riferimento alla qualificazione delle competenze del personale”, perché dal prossimo 1° gennaio tale esigenza scompare?

Vedremo cosa accadrà. Intanto sappiamo che il recente Decreto Aiuti ha stabilito, con l’articolo 21, importanti novità che, però, potrebbero essere un’arma a doppio taglio, peggiorando, in alcuni casi, la condizione agevolativa.

Credito d’imposta formazione 4.0: vecchie e nuove aliquote

Procediamo per gradi. Per le spese ammissibili in formazione 4.0, la precedente disciplina riconosceva:

  • alle piccole imprese, un credito pari al 50% (non oltre i 300mila euro);
  • alle medie imprese, un credito pari al 40% (non oltre i 250mila euro);
  • alle grandi imprese, un credito pari al 30% (non oltre i 250mila euro).

Secondo il nuovo Decreto, le aliquote del credito d’imposta del 50% e del 40% (di piccole e medie imprese), previste per le spese di formazione del personale dipendente, “finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese” sono rispettivamente aumentate al 70% e al 50%.

Ottima notizia, se non fosse che c’è una condizione: per poter beneficiare di questa nuova aliquota sarà necessario che le attività formative vengano erogate da soggetti specifici che, entro fine maggio, verranno individuati con Decreto MiSE. La questione peculiare ora è una: cosa accade se, per un motivo qualsiasi, la formazione non potrà essere effettuata dal soggetto specifico?

Le zone d’ombra nel credito d’imposta formazione 4.0

In considerazione di questa perplessità, si intravede un aspetto penalizzante per le piccole e medie imprese. Infatti, quelle che hanno già effettuato spese in formazione 4.0 potranno richiedere il beneficio con le “vecchie aliquote” (50 e 40%) - fino all’entrata in vigore del Decreto.

Per tutte le altre - ovvero quelle che decideranno di investire sui dipendenti successivamente all’entrata in vigore del Decreto, e che non effettueranno la formazione tramite i soggetti specifici - la percentuale sarà ridotta, rispettivamente al 40% e al 35% (piccole e medie). Pertanto, qualora non ci siano le condizioni per avviare progetti di formazione alle condizioni “imposte” dal futuro Decreto MiSE, le imprese verranno penalizzate, seppur di poco.

Tuttavia, prima di arrivare a conclusioni pessimistiche, attendiamo le future disposizioni. Magari ne resteremo sorpresi. Anche perché, al momento, il Decreto Aiuti è ancora nella versione bozza e, fino alla pubblicazione in Gazzetta, potrebbe essere modificato - molto poco probabile, ma possibile.

Formazione e beni immateriali 4.0: rafforzato il credito d’imposta - Ultima modifica: 2022-05-05T14:41:50+02:00 da Marianna Capasso