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Credito d’imposta 4.0, le possibili novità nella conversione del Milleproroghe

Mentre il Decreto Milleproroghe viene convertito in Legge, si prospettano delle novità per il credito d’imposta 4.0, con una ennesima dilazione dei termini, per la consegna dei beni strumentali tecnologicamente avanzati.

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Marianna Capasso

Continua il valzer delle proroghe per il Bonus 4.0. Il termine ultimo per la consegna dei beni strumentali 4.0 è infatti passato dal 30 giugno 2023 al 31 dicembre 2023, ed è poi tornato ancora indietro, al 30 settembre 2023, con il comma 434 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio. La vicenda deve concludersi entro il 27 febbraio 2023, quando il Decreto Milleproroghe sarà convertito in Legge.

Ci sarà effettivamente una ulteriore dilazione temporale, per la consegna dei beni strumentali 4.0?

Ci sono rumors interessanti (o forse penalizzanti?) che in realtà potrebbero essere certezze, se non fosse che al momento è ancora in corso l’esame del Decreto, con le modifiche apportate dalle Commissioni riunite Bilancio e Affari Costituzionali. Nella serata del 15 febbraio, infatti, il Senato ha dato via libera al testo emendato, e ora si attende il placet della Camera dei Deputati

Ciò significa che è ancora tutto possibile. Ma, al momento, quali sono le ultime novità? Procediamo per gradi, per analizzare la situazione, in ogni sua sfaccettatura, fino ad arrivare alle ultime decisioni.

Il Bonus 4.0 per la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese

Il credito d’imposta per gli investimenti 4.0 è una agevolazione destinata alle imprese che acquistano beni tecnologicamente avanzati. Può essere utilizzata per gli investimenti in beni strumentali 4.0, ovvero quelli il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati, che operano con una gestione da remoto tramite sensori e azionamenti – secondo la definizione dell’Allegato A, nella Legge 232/2016.

Come stabilito dal Piano Transizione 4.0, per il 2022 le imprese avrebbero potuto fruire di un credito pari al 40% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, al 20% per investimenti da 2,5 a 10 milioni e al 10% per investimenti fra 10 e 20 milioni.

La Legge decretava, però, che l’agevolazione potesse essere richiesta a specifiche condizioni. I beni andavano ordinati entro il 31 dicembre 2022 e l’ordine doveva risultare accettato dal fornitore e confermato con un versamento di un acconto non inferiore al 20% del corrispettivo pattuito.

La consegna del bene doveva avvenire entro il 30 giugno 2023. Ma poi qualcosa è cambiato. Ed è proprio questo ultimo il punto attorno a cui ruota tutto, la famosa cosiddetta “coda temporale”.

Beni strumentali 4.0: la coda temporale e i problemi della supply chain

Dunque, al netto dell’acconto e dell’accettazione del venditore, per utilizzare il credito d’imposta, inizialmente la consegna del bene doveva avvenire entro il 30 giugno del 2023. Durante l’anno 2022, però, per gli eventi geopolitici accorsi, la supply chain ha dovuto affrontare diverse problematiche.

Ci si è così resi conto che molti ordini non sarebbero stati perfezionati entro il I semestre dell’anno in corso: non ci sarebbero state le consegne dei beni e quindi non sarebbe stato possibile poter utilizzare il credito d’imposta.

Per questo motivo, non imputabile certamente agli imprenditori, è stata chiesta una proroga temporale per la consegna, al 31 dicembre 2023 – da normare attraverso le previsioni della Legge di Bilancio. E qual è stata la risposta a questa richiesta?

Il valzer delle proroghe per il credito d’imposta 4.0: dalla Legge di Bilancio…

Nella prima bozza non definitiva della manovra finanziaria per il 2023 non sono però emersi riferimenti al credito previsto dal Piano Nazionale Transizione 4.0. Dopo settimane di discussioni, e grazie alla voce corale delle Associazioni di categoria, è arrivato un primo segnale d’apertura, con una serie di emendamenti specifici della Commissione Bilancio.

Dunque, qualcosa si stava iniziando a muovere. Nel mentre, in attesa della versione definitiva della Legge di Bilancio, il 21 dicembre 2022 è stato approvato il Decreto Milleproroghe, con una modifica del termine al 31 dicembre 2023, per la consegna dei beni 4.0 ordinati entro il 31 dicembre 2022 – alle condizioni già note, ovvero acconto e ordine accettato.

Sembrava, allora, che ci fosse il via libera alla “lunga coda” per Transizione 4.0, da parte del Consiglio dei Ministri. Grande giubilo delle imprese che, quindi, avrebbero potuto fruire dell’imposta per gli investimenti 4.0, ma con le aliquote 2022, non perdendo i benefici a causa dei ritardi nelle consegne.

… al Decreto Milleproroghe

E poi cosa è successo? È arrivata l’approvazione della Legge di Bilancio 2023, e tutto è stato modificato, nuovamente. La manovra finanziaria, varata ufficialmente il 28 dicembre 2022, e in vigore dal 1° gennaio 2023, ha introdotto un nuovo termine per la consegna dei beni 4.0, ovvero il 30 settembre 2023, facendo un passo indietro.

E l’entusiasmo per le previsioni del Milleproroghe è presto svanito. Anzi, alla delusione ha fatto seguito anche la rabbia perché nel testo definitivo del Decreto Legge, pubblicato il 29 dicembre 2022 (quindi il giorno successivo all’approvazione della Legge di Bilancio), la parte relativa alla proroga è stata completamente stralciata.

Non c’era più traccia di quel “31 dicembre 2023”, che pochi giorni prima compariva nel testo. La motivazione di questa scelta è ricaduta su “questioni tecniche e normative”. La Legge di Bilancio, in vigore dal 1° gennaio 2023, avrebbe comunque modificato le previsioni del Milleproroghe (in vigore dal 29 dicembre 2022). Vero, ma opinabile.

La Legge di conversione, l’ultimo atto della vicenda 4.0?

Eliminare il riferimento alla coda temporale lunga, nel Decreto Milleproroghe, è stata una scelta contestabile. Anche se non valida perché sovrascritta, la proroga sarebbe comunque rimasta come traccia di un interesse diffuso, apparendo come un segnale di apertura, e facilitando poi il procedimento di modifica del Decreto in Legge, entro i successivi 60 giorni.

Sì, perché – come sappiamo – ogni Decreto Legge, per il suo carattere d’urgenza, può essere emanato con un procedimento “veloce” ma, poi, si perfeziona con la trasformazione in Legge, attraverso tutto l’iter legislativo. E ora?

Al momento, l’ultimo passo nel valzer delle proroghe si ferma al 30 settembre 2023, in attesa delle disposizioni della conversione in Legge del Milleproroghe. In realtà, ci sarebbero delle novità interessanti, accolte con animi contrastanti. Ma sono solo proposte, non ancora garantite.

Credito d’imposta 4.0: le prossime novità (da confermare)

Al Senato, le Commissioni riunite Bilancio e Affari Costituzionali hanno emendato il testo del Decreto, con una nuova deadline che offre ulteriori 2 mesi per la consegna di beni strumentali 4.0, passando dal 30 settembre al 30 novembre 2023.

La bozza, al momento, è stata approvata al Senato e passa alla Camera dei Deputati, dove si attende la conversione in Legge entro il 27 febbraio 2023. Se la modifica per beni strumentali 4.0 dovesse ricevere anche il placet dei Deputati, le imprese che intendono fruire del credito d’imposta per gli investimenti 4.0 potrebbero aver tempo fino al 30 novembre 2023, per completare l’acquisto agevolabile.

È ancora tutto possibile, quindi, sperando di non ricevere ulteriori sorprese perché, questa volta, per le imprese la delusione avrebbe un sapore ancora più amaro. Ci hanno sperato per quasi 60 giorni e, forse, un incoraggiamento se lo meritano per davvero.

Credito d’imposta 4.0, le possibili novità nella conversione del Milleproroghe - Ultima modifica: 2023-02-16T12:40:24+01:00 da Marianna Capasso