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Cosa frena la transizione energetica in Europa

Il gap di flessibilità sta rallentando la transizione energetica nel Vecchio Continente. Uno scenario che rende quanto mai necessario attrarre investimenti privati. Il nuovo report Eaton dedicato a 14 mercati nazionali dell'elettricità, Italia inclusa.

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Massimiliano Luce

Gap di flessibilità. Ecco come si chiama la principale difficoltà che le maggiori economie europee dovranno affrontare per raggiungere, entro il 2030, gli obiettivi di transizione energetica. Lo rivela un nuovo studio supportato da Eaton.

Per cercare di arginarlo è necessario attuare, a livello governativo, politiche che garantiscano mercati equi, trasparenti e facilmente accessibili, in grado di attrarre investimenti privati.

Con il progressivo abbandono di carbone e gas, le reti nazionali devono infatti riuscire a bilanciare l'intermittenza e la variabilità, proprie delle fonti rinnovabili, con la domanda di energia che arriva in tempo reale dal Paese.

L'unico modo per raggiungere la flessibilità è incoraggiare gli investimenti in soluzioni in grado di supportare la risposta alla domanda, per esempio in termini di stoccaggio dell’energia. A questo scopo, l’apertura dei mercati a politiche e soluzioni in grado di garantire la flessibilità gioca un ruolo fondamentale.

Transizione energetica: la situazione italiana

Nell’ultimo decennio, in Italia, si è registrata una costante crescita nella generazione eolica e solare. Il trend è stato confermato anche nel 2022, quando la produzione di energia da queste due tipologie di fonti è passata dal 14 al 15%.

Questo, tuttavia, non basta. Per raggiungere, entro il 2030, l’obiettivo del 49% di output da energie rinnovabili, sarà necessario un aumento della produzione eolica e solare pari a 48 TWh.

In generale, lo scorso anno la produzione rinnovabile italiana ha coperto il 32% dei consumi annui, rispetto al 36% del 2021, con una decrescita principalmente dovuta a una riduzione dell’idroelettrico.

La diffusione dei veicoli elettrici, nel nostro Paese, resta inferiore all'1%, rappresentando approssimativamente il 4% di tutte le nuove immatricolazioni (dati simili al 2021). Sebbene l’infrastruttura di ricarica stia perseguendo uno sviluppo continuo.

In materia di edifici, le pompe di calore coprono circa il 10% del mercato italiano, mentre è invece radicato l’utilizzo di contatori smart.

“Nel complesso, a livello italiano come anche europeo, vi è una chiara ambizione politica nei confronti della decarbonizzazione ed è ormai ben avviato il percorso verso la graduale eliminazione dei combustibili fossili". Ha dichiarato Alessio Nava, MD & country sales leader Italy di Eaton.

"Nel nostro Paese, l'accessibilità alla rete è generalmente buona, ma ottenere consensi per progetti di energia rinnovabile può risultare difficile. La disponibilità delle risorse di flessibilità rimane limitata, anche per la complessità dei requisiti di conformità tecnica, che spesso comportano costi aggiuntivi”.

Cosa frena la transizione energetica in Europa - Ultima modifica: 2023-11-10T11:29:09+01:00 da Massimiliano Luce