Cresce il Cloud in Italia e continuerà a espandersi nei prossimi anni, spinto dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Il mercato vale 6,8 miliardi di euro, con l’incremento più alto degli ultimi sei anni (+24% rispetto al 2023).
Gli investimenti in Infrastrutture (IaaS) superano per la prima volta quelli in Software (SaaS), con 2,1 miliardi di euro (+42% rispetto al 2023), contro il 1,8 miliardo (+21) dei SaaS.
Rientrano entrambi sotto il cappello del Public & Hybrid Cloud, che cresce del 30%. In particolare, un forte incremento si ha nei servizi computazionali delle Virtual Machine per creare ambienti di sviluppo, test e produzione. Anche il Platform as a Service (PaaS) registra una crescita del 23% per un totale di 845 milioni di euro, con l’utilizzo del Large Language Model (LLM) della GenAI.
Cloud e AI si alimentano a vicenda
Sulla tecnologia Cloud poggia infatti la maggior parte delle sperimentazioni, sviluppo e applicazioni di Intelligenza artificiale (per l’87% delle grandi aziende). A sua volta, questa aiuterà uno sviluppo sicuro e sostenibile del Cloud per controllo costi, cybersecurity e sviluppo software.
«Il Cloud è destinato a crescere ulteriormente per effetto innanzitutto dello sviluppo dell’Artificial Intelligence, a cui è doppiamente legato. Da un lato infatti il Cloud “abilita” l’AI in quanto rappresenta la piattaforma prevalente su cui questa viene non solo sperimentata, ma anche sviluppata e implementata dalle aziende più mature».

«Dall’altro lato, è l’AI che consente un’evoluzione nella gestione della complessità e governance del Cloud. I tool basati sull’AI per il controllo della spesa, la Cybersecurity e lo sviluppo del software consentono infatti di affrontare queste sfide», dichiara Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano.
I trend del mercato Cloud in Europa
L’Europa oggi è un mercato da 94 miliardi di dollari (+19% sul 2023), con forte crescita dei servizi IaaS. Oltre il 65% è in mano ai principali player americani: AWS (Amazon Web service), Google e Microsoft.
Sono previste oltre 10 aperture di CSP (Cloud Service Provider) nei prossimi 5 anni, con un ruolo anche dei Paesi emergenti (Italia, Spagna, Polonia). Questi Paesi sono passati da 422 MW (2022) a 516 MW (2023). Tuttavia domina il mercato l’asse FLAPD (Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi, Dublino) con 3.048 MW nel 2023 (da 2.445 MW nel 2022).
«L’Europa è a un bivio: capace di regolamentare e tutelare i diritti con l’AI Act, ora dovrà trovare un modo per permettere ugualmente uno sviluppo competitivo. La direzione che verrà data permetterà all’Europa di avere un ruolo significativo per il futuro», commenta Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio Cloud Transformation.
Work in progress per il Cloud in Italia
L’84% delle grandi imprese ha già migrato in Cloud la totalità dei dati critici delle attività di core business (32%), o almeno una parte (52%).

«Le esperienze acquisite hanno portato a una crescente consapevolezza e maturità nell’adozione del Cloud, sia per lo sviluppo di nuovi servizi digitali con il “Cloud Native”, che è sempre più diffuso, sia per la migrazione degli applicativi legacy. Quello che osserviamo è un percorso di trasformazione ben avviato, ma non certamente concluso. Da una parte, ci sono strategie di migrazione del parco applicativo che devono essere portate a termine. Dall’altra, la continua evoluzione dei servizi offerti dai Cloud provider richiede una costante rivalutazione delle scelte e delle strategie adottate in passato», aggiunge Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud Transformation.
Nel frattempo, oltre la metà delle aziende non trova competenze adeguate (54%) e non riesce ancora a governare la spesa dei servizi (58%). Le Pmi sono pressoché stabili nell’utilizzo (67%) e rappresentano il 12% del mercato.