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Un robot in particelle

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La Redazione

Le ricerche nel campo della robotica non sempre sono finalizzate a migliorare l’esistente, ma si sperimenta anche il futuribile, per trovare dei paradigmi su cui poi basare realizzazioni complesse oggi ancora impossibili. I ricercatori del Columbia Engineering and MIT Computer Science & Artificial Intelligence Lab, hanno dimostrato per la prima volta che è possibile realizzare un robot composto da più componenti semplici debolmente accoppiati, dove ogni “particella” non ha specifica identità o indirizzo e può svolgere solo una semplice oscillazione volumetrica di espansione e contrazione. Vi è una certa somiglianza con gli sciami della robotic swarm, dove ogni robot è una macchina indipendente, e dove le azioni complesse derivano da un’intelligenza collettiva, ma in questo caso è diverso, dato che ogni particella contribuisce all’azione collettiva di movimento, e da sola non può fare nulla. Come simulazione, un sistema di circa 100.000 particelle con specifiche caratteristiche omogenee con il contesto sperimentale, è stato avvicinato a un sorgente di luce; quelle più vicine hanno iniziato a contrarsi volumetricamente generando una specie di onda che ha coinvolto tutto l’insieme che ha iniziato a muoversi verso la sorgente.
 

Un robot in particelle - Ultima modifica: 2019-04-23T10:26:39+02:00 da La Redazione