Dicembre si prospetta come un mese dalle tante novità. Il 24 novembre 2023, la Commissione europea ha approvato la modifica del PNRR presentata dall’Italia. Era il 24 luglio 2023 quando la Cabina di Regia dava il placet. Seguiva la conferma del Parlamento italiano, il 1° agosto, attraverso due distinte risoluzioni.
Trasmesso il documento ai servizi della Commissione, il 7 agosto 2023, l’iter istruttorio è poi iniziato ufficialmente il 4 settembre successivo. Ci sono quindi voluti più di quattro mesi per concludere la procedura negoziale. Probabilmente, questo perché, tra quelli europei, il PNRR italiano prevedeva uno dei più elevati budget. Inoltre, le modifiche risultavano sostanziali e numerose. Erano 144 le novità apportate ma, soprattutto, c’era un’importante cambiamento, ovvero l’introduzione del capitolo integrativo REPowerEU, per la transizione energetica.
Pertanto, a distanza di due settimane dal via libera di Bruxelles, si procede verso l’approvazione della Legge di Bilancio. E intanto, la comunità imprenditoriale attende di conoscere i dettagli certi, perché di promesse (e di opinioni) non ne vuole più sentire. In particolare, è l’attesa del Piano Transizione 5.0, l’evoluzione del già noto Piano 4.0, ad assumere i connotati di un vero e proprio “Avvento”. Per usare un eufemismo che, in questi giorni, ci sta tutto!
La risposta a tutte le domande arriverà solo dalla lettura del Decreto Legge di prossima pubblicazione. Atteso tra la fine del 2023 e gli inizi del 2024, l’atto normativo che delineerà ufficialmente l’iter degli incentivi per il 2024. Intanto, vediamo come cambia il PNRR e cosa dobbiamo aspettarci da Transizione 5.0.
Modifiche, risorse e la Missione 7, REPowerEU
La prima novità riguarda il valore delle risorse PNRR, che sale a 194,4 miliardi (rispetto ai precedenti 191,3). Di questi, 12,4 miliardi di euro sono destinati agli investimenti delle imprese di tutte le categorie. Il totale è la somma di prestiti per 122,6 miliardi e sovvenzioni per 71,8. Con il numero degli investimenti che passa a 150, e quello delle Riforme a 66 (con l’introduzione di ben sette). Ma la vera novità riguarda il capitolo REPowerEU.
Questo, rispetto alle iniziali previsioni, viene ridimensionato. Il suo valore, infatti, scende a 11,2 miliardi, nettamente inferiori rispetto alla iniziale proposta di 19,4. Ma ne guadagna in qualità, assurgendo addirittura a Missione numero 7, con 5 riforme, 12 nuovi investimenti più 5 rafforzati, ovvero basati su materie già esistenti.
Pertanto, alla luce delle novità, aumentano Milestone e Target, passando da 527 a 614, con interessanti modifiche economiche per le transizioni gemelle. A quella green andrà un contributo finanziario pari al 39,5%, in crescita rispetto al precedente 37,5. Mentre quello destinato alla transizione digitale aumenta solo di 0,5 punti, passando al 25,6%.
Dal rafforzamento delle “vecchie” Riforme all’introduzione delle nuove
Si è proceduto in primis con il rafforzamento di Riforme già previste nel Piano, in tema di giustizia, contratti pubblici, concorrenza e pagamenti (contestualmente ai ritardi). Nell’ambito della Riforma per la concorrenza, sono stati assunti nuovi impegni che favoriscono le imprese. Prevista anche la semplificazione dell’iter per le vendite promozionali e il riordino della normativa relativa a startup, pmi innovative e venture capital.
Le nuove Riforme, frutto della revisione, sono invece sette (2 più 5 per il Capitolo REPowerEU). Partiamo proprio da queste ultime, che confermano il forte impatto green del nuovo PNRR italiano, in considerazione dell’ampio spazio destinato alla materia. Il nuovo capitolo energetico stabilisce una serie di novità per realizzare una valida diffusione delle energie rinnovabili, attuabili grazie a procedure semplificate nelle autorizzazioni. Sono previste agevolazioni alla produzione di biometano, una maggiore diffusione di competenze che possano perseguire la transizione green e la riduzione di sovvenzioni dannose per l’ambiente.
La sesta Riforma, invece, riguarda le politiche di coesione e le imprese perché, alla luce dei fatti, questa renovatio del PNRR ha, tra i suoi obiettivi principali, l’incremento di sostegno a favore della comunità imprenditoriale. Con le politiche di coesione si assicurerà una tempestiva attuazione degli interventi. Il target della Riforma sono i servizi di base e le infrastrutture essenziali. Ma si punta altresì al miglioramento del contesto imprenditoriale e della qualità della vita dei cittadini, con l’emanazione di misure per la competitività.
Quali novità per le imprese nel nuovo PNRR?
Last but not least, focalizziamo l’attenzione sulle novità relative al sostegno economico destinato alle imprenditorie. Qui ci sono importanti risorse che si associano a quelle previste dalla Missione 7. Il settimo punto del nuovo PNRR riguarda infatti il riordino e la razionalizzazione degli incentivi alle imprese, da realizzare attraverso l’attuazione della Legge 160/2023 del 27 ottobre 2023.
Come avevamo già scritto, la Riforma semplificherà il quadro degli incentivi. Rafforzerà la specifica piattaforma digitale, nonché il Registro Nazionale degli Aiuti di Stato (RNA) con l’obiettivo di offrire alle imprese strumenti informativi più semplici ed efficaci. Sì, ma di che cifre parliamo?
Per acquistare sistemi e tecnologie digitali, da utilizzare nell’autoproduzione energetica, saranno disponibili 320 milioni di euro. Questi, secondo gli esperti, da un lato dovrebbero perseguire gli obiettivi green e, dall’altro, fungere da moltiplicatore, attivando investimenti pari al doppio dello stanziamento. Con 100 milioni sarà incoraggiato lo sviluppo di startup operative nell’ambito della transizione digitale. In particolare per la realizzazione di progetti innovativi in tema Industria 4.0 e cybersecurity.
È stato poi deciso di sostenere le imprese che utilizzano processi produttivi sostenibili – o intenzionate a farlo – supportando le filiere strategiche che operano nel comparto net-zero. Ovvero tutti quei settori che favoriscono la transizione verso una economia a zero emissioni. Per questo tipo di interventi, le risorse stanziate ammontano a 2,5 miliardi di euro. Saranno utilizzati i contratti di sviluppo, con operazioni attraverso il Fondo per la Trasformazione digitale.
Transizione 5.0 nel PNRR: i destinatari dei 6,36 miliardi
Passiamo, poi, alla cifra più consistente, ovvero una quota pari a 6,36 miliardi destinata al tanto atteso Piano Transizione 5.0. Sotto forma di crediti d’imposta, le agevolazioni dovranno sostenere la transizione verde e digitale. Si tratta di misure che interesseranno principalmente i beni 4.0 materiali e immateriali, ma anche tutti quelli utilizzati in ambito energetico (rinnovabile), con spazi riservati alla formazione del personale, per specifiche competenze green.
Dunque, Transizione 5.0 va a “sostituire” Transizione 4.0, anche se forse sarebbe più corretto usare il verbo “integrare”. Essa risulta particolarmente connessa a obiettivi di efficientamento energetico nei processi produttivi ma, soprattutto, appare più scarno rispetto al suo predecessore. Quest’ultimo, infatti, era stato finanziato con 13,381 miliardi di euro (più 5,08 miliardi di euro del Fondo complementare), a valere sulle risorse della Missione 1, Componente 2 “Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo”.
Nel tempo, però, i crediti d’imposta previsti per sostenere la trasformazione digitale delle imprese sono diminuiti sempre più, sparendo in taluni casi. Come per gli investimenti in beni materiali e immateriali tradizionali o nel caso di formazione 4.0. Si sono andati così a colpire due nervi scoperti della comunità italiana: la fascia imprenditoriale tradizionale e quella che, per innovarsi, ha bisogno di formare i dipendenti.
Il nuovo Piano riuscirà a fare meglio? Attendiamo il Decreto Legge, che metterà fine alle millemila voci delle ultime settimane.
Le altre modifiche e gli scenari futuri nel PNRR
Sono previsti nuovi fondi per l’alluvione dell’Emilia (1,2 miliardi), risorse per l’efficientamento energetico degli immobili a uso abitativo (1,381 miliardi, a specifiche condizioni), importanti misure per i giovani (dottorati, borse di studio e housing) e per colmare il famoso skill mismatch tra domanda e offerta lavorativa, problematica particolarmente sofferta dalle aziende.
Il PNRR italiano sostiene poi la ricerca e lo sviluppo delle materie prime critiche con 50 milioni di euro, anche alla luce delle recenti novità in corso. L’accordo provvisorio è stato raggiunto il 13 novembre 2023 da Consiglio e il Parlamento europeo. L'accordo rappresenta un importante tassello nella costruzione di un quadro legislativo efficace, capace di garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche.
Intanto, è in fase di definizione il pagamento della quarta rata che dovrebbe arrivare entro il 31 dicembre 2023. Data limite, questa, anche per il raggiungimento degli obiettivi del secondo semestre 2023, propedeutici al successivo saldo della quinta tranche.
Sì, quindi è proprio ufficiale: dicembre si prospetta davvero come un mese dalle tante novità.