CNA ha diffuso i risultati di un sondaggio, svolto tra i responsabili di 1.700 aziende, per giudicare le funzionalità del nuovo sistema di raccolta è distruzione dei rifiuti. I risultati, come ci si attendeva, sono deprimenti, con una media inferiore al 3, su una scala da 1 a 10.
Il voto assegnato al Sistri dalle imprese si ferma infatti, in media, a 2,7. In particolare, il voto medio sulla funzionalità tecnologica del Sistri è 2,9. Mentre è sufficiente solo per il 13% degli intervistati. Di contro è emblematico il fatto che il 46,7% dei votanti gli abbia assegnato uno, ovvero il voto minimo.
Con questi giudizi, secondo i responsabili di Cna, gli imprenditori denunciano opacità e inapplicabilità della procedura. Solo per l’8,9% di loro è sufficientemente chiara (e l’hanno premiata con un voto superiore al sei) mentre più della metà degli interpellati (51,6%) le ha assegnato il tombale uno.
La Pubblica amministrazione ha cercato di venire incontro alle imprese, mettendo a loro disposizione una serie di strumenti informativi: contact center, email e così via. Ma con scarso successo. Appena l’11,1% delle imprese che hanno partecipato all’indagine e utilizzano (o hanno utilizzato) il Sistri è soddisfatto di queste soluzioni. In aggiunta, il 27,4% si ritiene parzialmente soddisfatto. Tra i produttori/detentori di rifiuti speciali la soddisfazione tocca l’11,2% via via salendo al 12,2% (trasportatore/detentore di rifiuti speciali), al 14,6% (trasportatore di rifiuti in conto terzi), al 18,4% (destinatari di rifiuti speciali) e al 20,4% assegnato dalle “altre categorie”.
Accade così che i due terzi di quanti possono permetterselo (cioè i produttori di rifiuti speciali pericolosi fino a dieci dipendenti) hanno abbandonato il Sistri, tornando al precedente sistema cartaceo. Ormai solo il 38,5% di loro continua ad adoperare il sistema digitale.
Una scelta dettata anche dal fatto che tutte le imprese coinvolte nell’indagine hanno registrato costi aggiuntivi dovuti al Sistri. Nei primi nove anni di vita del Sistema un’impresa su quattro tra trasportatori, destinatari e altre categorie ha versato per il contributo annuo oltre 10mila euro, con punte superiori ai 50mila euro per i trasportatori in conto terzi.