HomeFactory AutomationRoboticaVerso una “Responsible Robotics”

Verso una “Responsible Robotics”

Leggi la rivista ⇢

  • n.4 - Aprile 2024
  • n.3 - Marzo 2024
  • n.2 - Febbraio 2024

Ti potrebbero interessare ⇢

Marta Roberti

Stando al nuovo rapporto della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C, è imperativo ridurre le emissioni del 45% entro il 2030 dai livelli del 2010. L'emergenza climatica non accetta compromessi: ogni attività umana o artefatto è parte o della soluzione o del problema. Sul fronte delle recenti tecnologie, preoccupano la sostenibilità dell'elettronica di consumo, gli enormi costi energetici dell’intelligenza artificiale, ma anche la sostenibilità dei robot. Si parla di “responsible robotics” come l'applicazione di un’innovazione responsabile nella progettazione, produzione, funzionamento, riparazione e riciclaggio a fine vita dei robot, finalizzata a garantire il massimo beneficio per la società e il minimo danno per l'ambiente, ma sono estremamente limitate le ricerche sulla robotica focalizzate sullo sviluppo di robot sostenibili.

Cosa renderebbe sostenibile un robot?

Prima di tutto dovrebbe essere realizzato con materiali sostenibili, cioè, per quanto possibile, con materiali riciclati o materiali biodegradabili. Poi i consumi: il robot dovrebbe essere progettato per utilizzare la minor quantità di energia possibile e prevedere modalità di risparmio energetico. Molto importante la riparabilità: un robot dovrebbe essere progettato per facilitare la riparazione utilizzando il più possibile parti modulari e sostituibili, e i produttori dovrebbero fornire un manuale di riparazione in modo che la maggior parte dei guasti siano gestibili a livello workshop. Un robot, infine, arriverà alla fine della sua vita utile e se non può essere riparato o riciclato finirà in discarica. Per un minor impatto possibile sull’ambiente dovrebbe essere progettato per facilitare il riutilizzo di parti, quali elettronica, motori, metalli, plastica. A questi quattro requisiti se ne possono aggiungere altri, forse meno concettualmente accettabili, come gli effetti sull’ambiente dell’attività o del malfunzionamento di un robot. Sarebbe auspicabile una proposta condivisa di standard come guida e stimolo per i produttori, ma soprattutto l’affermarsi della robotica sostenibile come nuova sotto-disciplina della robotica.

Verso una “Responsible Robotics” - Ultima modifica: 2021-06-16T16:19:56+02:00 da Marta Roberti