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Quali nuove competenze servono alla formazione nei contesti di produzione 4.0?

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La Redazione

Industria 4.0: quali competenze e quali trasformazioni servono nel mondo della formazione per le nuove tecnologie di produzione? I risultati di una ricerca condotta da Politecnico di Torino e Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche pubbliche (Inapp)

 Nonostante l’enfasi dei Piani governativi per sostenere gli investimenti nelle tecnologie e nelle competenze di Industria 4.0, le modalità con cui queste tecnologie stanno cambiando i modelli operativi e di gestione delle risorse umane delle imprese sono stati finora studiati in modo parziale e non sistemico.

Questa parziale comprensione non permette di fornire a decisori pubblici, imprese e attori della formazione tecnica, professionale e continua elementi per poter indirizzare le azioni necessarie per sostenere gli investimenti nell’innovazione digitale secondo una prospettiva che permette un accumulo continuo e graduale di competenze e di miglioramenti di competitività per le imprese.

Per ovviare a questa difficoltà, Politecnico di Torino e Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (Inapp) hanno condotto un programma di ricerca, ora in via di conclusione dopo circa due anni e mezzo di studi empirici.

Questi studi hanno preso in considerazione analisi quantitative sviluppate su dati relativi agli investimenti aziendali in Industria 4.0, raccolti dall’Inapp attraverso l’indagine campionaria Rilevazione longitudinale Imprese e Lavoro (RIL).

Inoltre, sono stati considerati casi di studio e focus group condotti sul territorio nazionale da un team di ricerca del Politecnico di Torino che ha coinvolto nelle analisi più di 150 tra manager, formatori e altri testimoni privilegiati.

In questo team sono stati coinvolti il Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione e il Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche per il Territorio dell’Ateneo.

I risultati di queste diverse analisi permettono di comprendere meglio come si stanno configurando gli investimenti nelle tecnologie di produzione nelle imprese medio o grandi del nostro Paese, anche alla luce delle loro caratteristiche manageriali e delle sfide competitive che stanno affrontando.

“Si tratta di risultati molto originali che permettono una lettura nuova del fenomeno rispetto a quella che emerge dalle analisi presenti in letteratura su aziende diverse da quelle italiane per via di essere localizzate in altri Paesi o di essere native digitali", ha affermato Paolo Neirotti, docente del Politecnico e uno dei responsabili scientifici del progetto.

"Questi risultati ci hanno permesso di delineare molte conclusioni sul cambiamento specifico prodotto da questa rivoluzione tecnologica su compiti e competenze di manager, professionals, ruoli operativi, oltre che sulle modalità con cui università e gli altri attori delle filiere di istruzione e formazione devono adattare la propria offerta formativa per permettere di ridurre gli inevitabili skill mismatch generatisi in questa fase di transizione epocale”, aggiunge Neirotti.

Alla formazione serve maggiore sinergia

I primi risultati di ricerca sono stati presentati a Roma, alla metà di dicembre, nella Sala Auditorium di Inapp, nell’ambito di un workshop in cui sono intervenuti anche rappresentanti istituzionali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nonché del Ministero dello Sviluppo Economico.

"Tra i risultati emerge forte il bisogno di imprese e attori della formazione di poter operare in modo sempre più sinergico per generare innovazione lungo tutte le filiere. Nei primi mesi del 2022 organizzeremo un secondo evento di restituzione dei risultati alle imprese e alle istituzioni formative del territorio che sono state attivamente coinvolte nelle attività di analisi”, hanno annunciato i docenti del Politecnico Tatiana Mazali e Giuseppe Scellato, anche loro coinvolti nel coordinamento del progetto.

Andrea Ricci, responsabile scientifico del progetto per Inapp, sottolinea il valore aggiunto di questo progetto di ricerca congiunto, anche in prospettiva delle politiche per il lavoro e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. "La collaborazione tra economisti specializzati nella analisi e valutazione delle politiche pubbliche e i ricercatori nei settori di ingegneria del Politecnico ha permesso di esaminare le implicazioni del cambiamento tecnologico in modo approfondito e in qualche misura inedito, con una metodologia mista capace di cogliere alcuni di quei fattori 'non osservabili' al policy-maker che pur tuttavia rappresentano un aspetto centrale per comprendere le potenzialità (e i rischi) delle nuove tecnologie per prospettive di crescita del nostro Paese".

 

Quali nuove competenze servono alla formazione nei contesti di produzione 4.0? - Ultima modifica: 2021-12-14T16:40:57+01:00 da La Redazione