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Nuove vie per ridurre la dipendenza dal petrolio

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La Redazione

Si chiama Isobutanolo e secondo il dottor Steven Chu, segetario al Dipartimento dell’Energia Statunitense, è la risposta alla richiesta di nuovi biocarburanti possibilmente compatibili con i combustibili tradizionali. I ricercatori del Department’s BioEnergy Science Center hanno scoperto un sistema che attraverso l’uso di batteri è in grado di convertire direttamente materia vegetale di scarto in isobutanolo, un carburante bio che può essere utilizzato da solo o in aggiunta ai craburanti fossili. L’isobutanolo, infatti, può essere miscelato alla benzina tradizionale in qualsiasi rapporto senza bisogno di modificare motori o dispostivi per utilizzarlo e senza necessitare di impianti dedicati. Secondo Chu la scoperta «È un ulteriore segnale dei rapidi progressi che stiamo conseguendo nello sviluppo di una prossima generazione di biocarburanti». Sempre dagli Stati Uniti, gli scienziati della Cornell University, a seguito di una lunga osservazione delle acque di scarto di nove birrifici tra i più grandi del Paese, hanno scoperto che i batteri prodotti dalla fermentazione degli scarti di produzione non sono solo in grado di generare metano ma possono anche essere ottimi componenti per biocarburanti. Entrambe le ricerce nascono nel solco delle nuove direttive impartite dalla casa Bianca in materia di energia. Il presidente Obama ha infatti chiesto a ricercatori e ingegneri di trovare nuove vie per ridurre la dipendenza dal petrolio da una parte e creare nuove possibilità di reddito per il settore agricolo che diventando fornitore di materia prima potrebbe rendere produttivo ciò che oggi è considerato scarto.

Nuove vie per ridurre la dipendenza dal petrolio - Ultima modifica: 2013-10-21T20:00:35+02:00 da La Redazione