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Mecspe e Made: il digitale guida competitività e sostenibilità

Presentati a Milano, durante la Digital Week, i risultati dell’Osservatorio Mecspe sull’industria manifatturiera, nella cornice di Made Competence Center, dove l’Industria 4.0 entra in azione con macchinari e sistemi dimostrativi, progetti di innovazione e formazione. Due le tavole rotonde su digitale e sostenibilità e sul valore di integrare i dati.

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Gaia Fiertler

Digitalizzazione, sostenibilità e formazione. Cresce l’impegno delle imprese nella trasformazione digitale, la fiducia nell’impatto positivo che le tecniche di Intelligenza artificiale avranno sulla produttività e la consapevolezza sui temi ESG (Environment, social, governance). Questi i principali risultati dell’Osservatorio Mecspe del secondo quadrimestre 2023, con una indagine svolta su 348 aziende manifatturiere italiane. Da dieci anni viene infatti monitorata l’evoluzione delle imprese su temi strategici come innovazione, sostenibilità e formazione.

Più cultura del dato per una digitalizzazione efficace

La direzione è tracciata, ma ci sono ancora dei passi da compiere per una più diffusa ed efficace digitalizzazione delle imprese. Prima di tutto, bisognerebbe rafforzare la cultura del dato e della misurazione dei processi per una valorizzazione delle nuove tecnologie sull’efficienza aziendale e sui modelli di business.

Sette aziende su 10 confermano infatti, nel secondo quadrimestre, di essere cresciute digitalmente nell’ultimo anno (39% molto/abbastanza e 30% mediamente). Le altre tre, però, dichiarano di non aver fatto passi avanti. Le tecnologie su cui si investe di più sono sicurezza informatica (43%), robotica collaborativa (32%), Intelligenza artificiale (18%), IoT (17%) e diagnostica predittiva (17%).

In particolare, aumenta la fiducia degli imprenditori nell’impatto positivo che l’AI avrà sull’industria (67% contro 59% del primo quadrimestre 2023). Ad oggi le principali applicazioni riguardano manutenzione predittiva (44%), pianificazione della produzione (41%), supervisione dei processi (34%), robotica/robotica umanoide (23%), analisi di mercato (17%) e assistenza con chatbot (13%).

A questo punto, però, sorprende che solo il 10% investa in Big data. «Per sfruttare al meglio la potenzialità delle soluzioni di AI e della manutenzione predittiva, bisogna rafforzare la cultura del dato, investendo anche in Big data e Data analytics. Digital Innovation Hub (DIH) e Competence Center sono cruciali per le imprese per capire come impostare e avviare la trasformazione digitale, con le tecnologie e le competenze necessarie», commenta Pierluigi Petrali, direttore Digital Innovation Hub Lombardia, che dal 2022 collabora con Made Competence Center. 

Sorprendono anche alcuni dati sulla sostenibilità. La percezione delle aziende è di essere molto/abbastanza green (35%), mediamente il 49% e per nulla/poco solo il 16%. Tuttavia, solo una minoranza misura già la Carbon Footprint, cioè la propria impronta di carbonio per valutare l’impatto ambientale e avviare una strategia correttiva: il 17% contro l’83%, che non misura il proprio “sentirsi” green. Cresce comunque la consapevolezza delle imprese sui criteri ESG, passata dal 36% al 46% nell’ultimo anno.

Il ruolo dell’ecosistema e degli incentivi

Quanto all’ecosistema e al ruolo degli DIH per muovere i primi passi con l’assessment digitale e una prima Roadmap e, a seguire, dei Competence Center per toccare con mano le nuove tecnologie, per fare “test before invest”, partecipare a corsi di formazione e a progetti di ricerca e sviluppo, non li conosce ancora il 48% delle imprese e non collabora con nessuno il 44%. Alla fine, solo il 4% collabora con i Competence Center, solo il 3% anche con i DIH e solo l’1% con questi ultimi.

«Il nostro ecosistema crea un terreno fertile per lo sviluppo di soluzioni innovative alle reali sfide che le imprese devono affrontare ogni giorno. Inoltre, il MiMIT ci ha dotato di finanziamenti a fondo perduto, per le imprese, all’interno del PNRR: questo ci permetterà di raggiungere sempre più imprese e di supportarle nella loro trasformazione digitale», spiega Augusto De Castro, direttore generale di Made Competence Center.

Proprio rispetto agli incentivi Industria 4.0, di cui i Competence Center sono enti attuatori, un’azienda su due ne riconosce l’importanza per innovare, anche se non bastano. Dichiara inoltre di averli utilizzati, con investimenti essenziali per crescere, il 44% e un 10% dice di non averne più bisogno. Il 22% li utilizzerà nel corso dell’anno, mentre il 24% dice di non essere interessato. Eppure prevede di crescere il 69% del campione nei prossimi due anni, chi per dimensione, chi in altri settori, chi internazionalizzando. Manca però la voce “innovazione”.

Il digitale guida competitività e sostenibilità

Nella prima tavola rotonda, intitolata “Sostenibilità ambientale e crescita economica dell’impresa”, si è mostrato con casi reali come, digitalizzando processi e prodotti, diventi più facile anche ridurre i consumi, risparmiare risorse e, alla fine, essere più green.

Ana Marjanovic, Marketing director di Avvale, ha sottolineato l’impatto del digitale sulla Supply Chain ripensata in ottica circolare: digitalizzi il prodotto, ne aumenti il ciclo di vita e crei nuovi servizi per il cliente.

A sua volta Daniele Grosso, Marketing manager di Prima Additive, ha descritto il legame tra stampa additiva e sostenibilità. Grazie all’Additive manufacturing, infatti, si riducono ore di lavoro e scarti e, quindi, consumi. Anche riparazione e sostituzione di pezzi stampati in 3D direttamente nel sito produttivo fanno risparmiare sui costi di magazzino e di trasporto.

Cristiano Ponton, invece, Head of Smart manufacturing di Quin ha portato l’attenzione sull’impatto diretto e indiretto dell’IoT (Internet of Things) sulla Carbon Footprint. Sensorizzando le macchine, infatti, si hanno i dati di consumo da correlare alla produzione e alla pianificazione, con modelli di Big data, Data mining, AI e machine learning per individuare gli sprechi e fare correzioni.

Infine Massimo Cenci, Sales & Presales di Tesar, ha sottolineato come i gestionali di fabbrica (MES e MOM) che presidiano i processi, nella programmazione e pianificazione, monitorino il funzionamento delle macchine e consentano interventi tempestivi che riducono i fermi macchina e gli scarti, oltre a far consumare meno carta a livello documentale, con benefici sia per il business sia per l’ambiente.

Come integrare i dati e creare valore

La seconda tavola rotonda, intitolata “Dall’industria 4.0 all’Industria 5.0. Il nuovo paradigma per la trasformazione digitale verso la fabbrica human centered, sostenibile e resiliente”, si è concentrata sul valore dei dati e su come renderli accessibili a livello di fabbrica, di impresa e di filiera per prendere decisioni strategiche.

Massimiliano Colombo, Business partner di Cefriel, ha sottolineato come ci sia ancora poca cultura del dato in Italia, che è invece necessaria per misurare e quindi monitorare nel tempo, e non solo nelle emergenze, i comportamenti delle macchine e dei processi aziendali.

Marco D’Angelo, Sustainability Technical Sales di Ibm, ha descritto la piattaforma con cui dal 2016 Ibm costruisce percorsi aziendali, mettendo in comune e confrontando tra loro i dati delle diverse divisioni, superando il concetto di silos e creando valore per il business e per il lavoro delle persone.

Lo stesso concetto di integrazione è sviluppato in Sap in ottica di filiera, per far dialogare e collaborare tra loro grandi e piccole aziende, come ha raccontato Giacomo Coppi, Head of Digital Supply chain and Manufacturing di Sap.

Infine, Daniele Mazzei, Co-founder di Zerynth, ha indicato la necessità nelle Pmi di partire da pochi essenziali indicatori da misurare in produzione (tempo ciclo del singolo pezzo, pezzi prodotti, buoni/scarti) per mettere a confronto i numeri di preventivazione con i numeri di consuntivazione, perché ancora in troppe aziende non si raccolgono i dati reali di tempi e consumi in produzione.

Mecspe e Made: il digitale guida competitività e sostenibilità - Ultima modifica: 2023-10-10T08:03:49+02:00 da Gaia Fiertler