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Meccanica, alimentare e legno-arredo: a che punto sono con il digitale? 

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Gaia Fiertler

L’Osservatorio Smact 4.0 e la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo restituiscono una fotografia del livello di digitalizzazione delle imprese del Triveneto nei settori meccanica, agro-alimentare e mobile-arredo. La quasi totalità delle aziende possiede un sito proprio (83%); nell’alimentare c’è un’alta diffusione dei social media (55%) e dell’e-commerce (25%) e nel mobile e meccanica un buon utilizzo del CAD-CAM (32% e 44%). La meccanica è il settore più avanzato nell’adozione di tecnologie 4.0 e sono sempre le medio-grandi a trainare, intrattenendo anche più relazioni con l’ecosistema innovativo delle Università e dei Competence Center. 

Le aziende a più alta intensità di digitalizzazione - per investimenti ICT, tecnologie 4.0, ambiti di applicazione e periodo di introduzione - sono anche quelle che intessono più rapporti con l’ecosistema con uno scambio di know-how e co-progettazione di conoscenza.

Nel Triveneto sono le aziende medio-grandi che per il 10% hanno già collaborato con i Competence Center e che sviluppano progetti con le università (24%). La media, che comprende le piccole e le micro aziende, scende infatti al 3% nella collaborazione con i centri di competenza e all’8% con gli atenei locali. Nel trasferimento di conoscenza prevalgono infatti i fornitori di macchinari (77%) e di tecnologie (70%) e i clienti, soprattutto esteri (13%).

Sono questi i alcuni dei principali risultati del ricerca «Trasformazione digitale nelle imprese del Nordest: tra filiere ed ecosistemi», condotta su 262 aziende dall’Osservatorio 4.0 del Competence Center Smact, che riunisce tutte le Università del Triveneto, insieme con il Centro Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.

«La transizione digitale è un tema centrale per il futuro delle nostre imprese e Intesa Sanpaolo è in campo per sostenerla, in coerenza con quanto previsto dal PNRR. Già oggi vediamo imprese che lavorano su progetti innovativi per attivare le più moderne tecnologie digitali a favore di efficienza dei processi produttivi e aziendali e hanno compreso anche l’importanza di rielaborare modalità lavorative e produttive in chiave di sostenibilità, grazie al contenimento dell’impatto ambientale e a un impulso alla buona occupazione», commenta Roberto Gabrielli, direttore regionale Veneto Ovest e Trentino-AA di Intesa Sanpaolo.

L’adozione delle tecnologie 4.0: vince la meccanica

Le medio-grandi sono anche quelle che trainano nell’utilizzo delle tecnologie 4.0 (con punte del 75% contro la media del 52,7%). In particolare, la meccanica ha un’alta intensità di adozione per il 29,2%, contro il 16% del legno-arredo e il 10% dell’agro-alimentare. Nell’intensità media il gap si riduce, con il 44% nella meccanica, il 35% nel legno-arredo e il 42% agro-alimentare, mentre la forbice si riallarga nell’intensità bassa: 26% meccanica, 48% legno-arredo e 46% agro-alimentare.

Le tecnologie 4.0 più diffuse sono robotica, Cloud per la raccolta da remoto delle informazioni e integrazione delle stesse. L’uso combinato di due o più tecnologie riguarda soprattutto robotica e cloud computing e cloud computing e integrazione dei dati, ma è presente solo nel 23,7% delle imprese del campione.

I principali obiettivi raggiunti sono l’automazione dei processi (74%), il monitoraggio/controllo dei processi (58,8%) e l'aumento di velocità di produzione e produttività (53%). La riduzione costi è al 41%, ma nelle aziende più avanzate tra i risultati raggiunti ci sono anche la connettività tra reparti e sedi aziendali, l’efficientamento dei costi di magazzino, il miglioramento dei processi di innovazione e una maggiore flessibilità produttiva.

«Indagare le dinamiche con le quali avviene la trasformazione 4.0 all’interno di aziende appartenenti a settori cruciali per il territorio quali sono meccanica, legno-arredo e agroalimentare è fondamentale per comprendere al meglio come le nostre imprese stanno affrontando il cambiamento portato dalle nuove tecnologie», spiega Fabrizio Dughiero, presidente del consiglio di gestione del Competence Center Smact.

Gli obiettivi delle imprese

Gli obiettivi del prossimo triennio riguardano ricerca e sviluppo, con punte dell’83% nelle più avanzate (contro media del 44,7%), il capitale umano (72% contro una media del 40%), digitalizzazione (69% versus media del 33%) e potenziamento export (55% contro 33%). L’aspetto critico è che una su cinque le più piccole e a più basso grado di digitalizzazione non ha alcuna visione né progettualità in termini di Industria 4.0.

Nella logica di interconnessione e trasferimento tecnologico di cui le pmi hanno bisogno anche in logica di filiera, questa è una chiara fotografia di come si debbano potenziare le relazioni con l’ecosistema digitale in modo da generare capillarmente sul territorio contaminazioni, scambi, informazione, conoscenza, sensibilizzazione e “test before invest”, che è poi la mission dei Competence Center.

Anche rispetto agli impatti dell’Industria 4.0 sul modello organizzativo, per rendere efficace il nuovo paradigma e sul modello di business, per avere un vantaggio competitivo sul mercato, c’è ancora molto lavoro da fare a livello culturale. Il 43% prevede di intervenire sul modello organizzativo nei prossimi due anni, ma solo il 26% sul modello di business, che arriva al 31% nelle aziende più avanzate e scende al 25,5% sia in quelle a media sia in quelle a bassa digitalizzazione.

«L’indagine restituisce la cifra del lavoro che l’Osservatorio Smact andrà a fare: monitorare, con dati e risultati precisi, come si muove il tessuto imprenditoriale non solo per capire fenomeni attuali, ma anche prospettive e programmi di evoluzione in chiave 4.0 per il futuro»,  conclude Eleonora di Maria, coordinatrice dell’Osservatorio Smact 4.0. 

Meccanica, alimentare e legno-arredo: a che punto sono con il digitale?  - Ultima modifica: 2021-12-27T11:06:46+01:00 da Gaia Fiertler