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Maria Chiara Carrozza: Verso una simbiosi tra uomo e robot

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La Redazione
Maria Chiara Carrozza è uno scienziato italiano, membro del Parlamento dal 2013.

Robot con capacità cognitive elevate innalzeranno il livello di interazione tra uomo e robot, e si potranno creare le condizioni per una vera e propria simbiosi.

Nella sua recente pubblicazione, “I Robot e noi”, la professoressa Maria Chiara Carrozza affronta e descrive lo straordinario processo di socializzazione della robotica, sottolineando che i robot, fino a oggi semplici supporti industriali, si stanno inserendo nella società e sempre più si connettono, interagiscono e spesso riescono a sostituire gli esseri umani. Si tratta di una nuova era, uno sviluppo inarrestabile i cui effetti saranno tangibili già nei prossimi cinque, dieci anni. La presenza dei robot è già consistente nell’industria, dove svolgono i compiti più ripetitivi e faticosi. Già nei prossimi anni, però, potranno passare a mansioni fondamentali anche nell’ambito della logistica (trasporto di beni, distribuzione) e ruoli base nel settore dei servizi, come il front office o le pulizie di casa. L’interazione tra uomo e robot crescerà sempre più fino a creare una vera e propria simbiosi. Saranno robot con capacità cognitive elevate, utili e capaci appunto di socializzare, robot da compagnia. L’ingresso dei robot nella società nasconde aspetti filosofici da non sottovalutare: i bio ingegneri hanno diverse responsabilità verso la società del futuro, e c’è da chiedersi se devono essere affiancati da altri profili professionali che si occupano dello sviluppo umano e sociale, e anche come si evolverà questa figura professionale. Secondo la professoressa Carrozza non ci sarà un vero e proprio cambiamento nella figura e nel lavoro dei bio ingegneri ma più una cooperazione con filosofi e sociologi, che dovranno analizzare i cambiamenti e la trasformazione della società al fine di garantire una corretta interazione con i robot. L’ingresso nella società dei robot deve necessariamente essere graduale e in questo processo le indicazioni di figure umanistiche di spicco saranno assolutamente fondamentali. La robotica tende a superare i limiti della condizione umana, aprendo scenari sconosciuti e per lo più inesplorati, e c’è il rischio che la robotica sociale possa automatizzare ogni aspetto della vita collettiva. Per la professoressa Carrozza ogni rivoluzione industriale porta con sé effetti e conseguenze, sia nel mondo del lavoro che nella società; la robotica, per esempio, modificherà la società nelle attività quotidiane, ma la professoressa ritiene che non ci sia il rischio di un’automatizzazione della vita. L’utilizzo dei robot non è strettamente legato alla diminuzione di estro, arte e creatività: i nuovi strumenti tecnologici cambiano il modo di esprimere l’arte, ma non la uccidono. Anzi, talvolta la esaltano. Le molteplici funzioni e possibili utilizzi dei robot miglioreranno la qualità della vita generale. Poi, in merito alla possibilità di una notevole riduzione dei posti di lavoro, c’è da chiedersi se  i giovani devono temere la competizione con i robot, ma è difficile dirlo adesso. Sicuramente si assisterà a un periodo di transizione, in cui verranno modificati numeri e livelli di qualità del lavoro. Proprio per questo è fondamentale che la robotica sia accompagnata da una crescita sostenibile, che dovrà passare da istruzione, formazione e un sistema Welfare adeguato. Governi, enti e associazioni specializzate avranno un ruolo fondamentale nella socializzazione della robotica, un processo straordinario da accompagnare con un percorso di sviluppo adeguato e consono alle esigenze di tutti gli esseri umani.

Dopo questa questa ampia premessa, sottoponiamo ai lettori le risposte della professoressa Carrozza ad alcune nostre specifiche domande, relative ai temi che sono stati sin qui esposti.

 Il processo di socializzazione della robotica

Nel suo intervento di febbraio nell’ambito degli “Incontri con le eccellenze” organizzati dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca, lei ha sviluppato un tema di grande attualità: I Robot e noi, presente e futuro di un mondo che è già cambiato. Nell’occasione ha sottolineando che i robot si stanno sempre più inserendo nella società, con effetti che saranno tangibili già nei prossimi 5-10 anni. Può riassumerci il suo pensiero al riguardo?

Nei prossimi dieci anni assisteremo alla grande sfida della robotica, quella finalizzata allo sviluppo di un robot personale e personalizzato, che entrerà nelle case, nelle strade e in tutti i luoghi frequentati dalle persone, e le sosterrà non solo nell’esercizio della professione, ma anche nella vita sociale e nelle attività di vita quotidiana. Non sappiamo ancora con certezza se la robotica riuscirà a vincere questa battaglia e a realizzare robot davvero accettabili, sicuri e pronti all’uso. Penso che non sia del tutto corretto dire che noi ci dobbiamo adattare alla convivenza con i robot, quanto piuttosto dovremmo affermare che i robot devono adattarsi a noi, e rendersi piacevoli e utili a noi, altrimenti li scarteremo, o peggio ne proibiremo l’utilizzo se potranno recarci danno.

L’impatto dei robot sul mondo del lavoro

L’evoluzione tecnologica ha sempre avuto un impatto modificante sul mondo del lavoro, sin dalla prima rivoluzione industriale, ma con i robot questo impatto viene molto amplificato, fino a vederli come causa di perdita di posti di lavoro. Ritiene razionale questa nuova forma di luddismo? Quali i possibili rimedi per mitigare l’effetto di un’inevitabile uso dei robot in mansioni finora svolte dall’uomo?

Penso che ancora i robot debbano dimostrare di poter essere utilizzati al posto delle persone, anche se è vero che algoritmi di intelligenza artificiale o l’internet delle cose stanno modificando il modo di lavorare perché svolgono mansioni come l’elaborazione dei dati in tempo reale, o la raccolta stessa di dati e informazioni in modo automatico. Si tratta di attività cognitive che prima spettavano solo alle persone, e che invece ora possono essere svolte da sensori, elaboratori e programmi in modo efficiente. Ma possiamo dire che l’intelligenza artificiale ha superato le prestazioni umane in alcune specifiche attività, non in tutte, e ancora non abbiamo un sistema generalista che possa imitare l’intelligenza umana.

Nuove professionalità, non solo tecniche

Allargando la presenza dei robot dall’industria al contesto sociale in generale, l’approccio puramente tecnico non è probabilmente più sufficiente. Ritiene che per una corretta interazione con i robot serva anche il contributo di profili professionali che si occupano di sviluppo umano e sociale?

Nel futuro saranno fondamentali e necessarie competenze umanistiche molto forti, che in modo generalista possano affrontare tematiche complesse per interpretare il nostro tempo, analizzare i dati e le informazioni, e proiettarle sul futuro anticipando le conseguenze delle azioni. Io penso che i prossimi saranno gli anni della riscoperta del sapere umanistico.

Un messaggio conclusivo

Le mettiamo a disposizione uno spazio aperto, per eventuali considerazioni aggiuntive, al di là di quanto sviluppato con le precedenti domande.

Non sappiamo ancora quando la robotica entrerà davvero nella società producendo una simbiosi uomo macchina efficace e utile, ma sappiamo con certezza che per affrontare le insidie e le opportunità che abbiamo di fronte nella quarta rivoluzione industriale, dobbiamo sicuramente investire in formazione ed educazione per preparare i nostri giovani a essere protagonisti creativi.

Una breve biografia dell’intervistata

Maria Chiara Carrozza è uno scienziato italiano, membro del Parlamento dal 2013. Dal 2007 al 2017 è stata Rettore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Da aprile 2013 a febbraio 2014 è stata Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. È responsabile dell’Area “Neuro-Robotics” dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna. Dal 2016 è presidente del Gruppo Nazionale di Bioingegneria. Dal 2017 è membro della Task Force Italiana in Intelligenza Artificiale di AGID (Italian Digital Agency). Dal 2016/17 ha presieduto il panel di FET Flagships Program for the European Commission, DG Communication Networks, Content and Technology. È cofondatrice della start-up Iuvo, una spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna che si occupa di tecnologie indossabili per assistenza personale. Dal 2015 è consigliere di amministrazione di Piaggio. Da gennaio 2018 è Direttore Scientifico della Fondazione Don Gnocchi.

Maria Chiara Carrozza: Verso una simbiosi tra uomo e robot - Ultima modifica: 2018-02-17T15:48:12+01:00 da La Redazione