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M2M e IoT, quali le differenze?

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La Redazione

fig2L’Internet of Thing è spesso considerata come un’evoluzione del Machine to Machine, ma è sbagliato fermarsi a questa semplicista affermazione essendovi molteplici aspetti da considerare.

 Internet of Thing significa, letteralmente, che qualsiasi cosa è collegata a internet, e se ci si sposta nel contesto industriale,  IoT, o meglio IIoT, l’equivalente industriale, evidenzia la capacità di macchine e sistemi di scambiare dati e comunicare tra loro. Ma per questo esisteva già una specifica terminologia: Machine to Machine Communications. Per cui, sono la stessa cosa o ci sono differenze?

M2M come subset di IoT

Spesso e volentieri si considera M2M come subset di IoT, nel senso che M2M riguarda specificatamente le comunicazioni tra macchine, non necessariamente connesse a internet, basandosi tradizionalmente su una connettività di tipo cellulate tramite SIM card e su moduli hardware embedded, mentre IoT è “network-agnostic”. Inoltre, sempre tradizionalmente, le applicazioni M2M sono specifiche in termini di dati e di interfacce, mentre con IoT, grazie a internet, si ha un “valore aggiunto” come condivisione di servizi e come tipologie di dispositivi collegabili. Semplificando al massimo, si potrebbe applicare questa formula:  IoT = M2M + Internet.  Un’altro aspetto differenziante che viene spesso citato è che M2M è una comunicazione tra sistemi dedicati su base point-to-point, mentre l’ambientazione IoT prevede sensori o altri device di molteplice diversa natura da differenti produttori che sono connessi in modo orizzontale.

La disponibilità del Cloud

Da considerare anche il Cloud, con i dispositivi di un ecosistema IoT che possono alimentare dei database utilizzati da software di analisi per un’estrazione di valore impossibile da ottenersi in un contesto locale, da cui una consistente materializzazione del prima citato “valore aggiunto”, e non per nulla si parla di IoT come forza abilitante della smart factory come delineata nelle formalizzazioni concettuali di Industry 4.0. Detto diversamente, IoT consente l’utilizzo di applicazioni Internet/Cloud-based che permettono che le informazioni scambiate tra i device siano accessibili tramite piattaforme diverse da parte di altre entità, siano esse altri dispositivi o operatori umani. M2M non fa questo e se anche in alcuni casi vi è l’utilizzo di internet, si tratta di applicazioni proprietarie, senza apertura ad altri partecipanti nello scambio dati; del resto tra le applicazioni M2M più diffuse da citare quella della gestione remota, con connessioni point-to-point di tipo cellulare. Si potrebbe anche definire IoT come una connettività M2M via Cloud con il coinvolgimento di protocolli internet.

Connettere il mondo fisico al mondo digitale

Secondo alcuni esperti di settore, la differenza principale tra M2M e IoT è che la prima tipologia di comunicazione è sostanzialmente una soluzione legacy per far colloquiare macchine senza necessità di internet e in un ambiente chiuso. Il termine “legacy” è spesso visto in negativo, quasi sinonimo di “antiquato” e da riferirsi a tecnologie meno recenti, anche se  semplicemente evidenzia un’omogeneità con l’esistente dato che non sempre è possibile o desiderato migrare verso nuovi sistemi. Una soluzione legacy, tra l’altro, può essere  più sicura di un’innovativa implementazione IoT, anche se indubbiamente meno scalabile e meno flessibile sia dal punto di vista architetturale che applicativo. E’ poi comunque vero che IoT permette di collegare il mondo fisico a quello digitale, le macchine ai processi, con gli addetti di una fabbrica che possono meglio utilizzate i dati in varie modalità prodotti per portare la produzione a livelli superiori di efficienza.  Da questo punto di vista IoT non è più, come invece si insiste a dire, una rivoluzione quanto un’evoluzione della connettività. E qui interviene un curioso concetto:

le comunicazioni M2M non prevedono intervento umano mentre quelle IoT possono prevederlo oppure no; quando c’è interazione o intervento umano, IoT è da vedersi non tanto come un superset di M2M quando una vera e propria violazione dei principi alla base di M2M, da cui l’effetto disruptive di cui tanto si parla.

 

 

M2M e IoT, quali le differenze? - Ultima modifica: 2016-10-24T11:25:33+02:00 da La Redazione