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L’industria ambientalista

Ha sede in Campania il primo consorzio italiano di aziende specializzate nello sviluppo di tecnologia finalizzata alla tutela dell’ambiente

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Valeria De Domenico

Non è passato molto tempo da quando Napoli era al centro dell’interesse mediatico a causa dello scandalo rifiuti. Sembra passato un secolo da quando le immagini sconcertanti della città partenopea totalmente sommersa da montagne di ‘monnezza’, come la chiamano da quelle parti, facevano il giro del mondo, macchiando permanentemente la reputazione di una delle città più note e belle d’Italia. L’emergenza adesso sembra rientrata e, proprio come accade dopo una terribile tempesta, ciò che l’uragano si è lasciato dietro non sono solo macerie, ma anche una grande voglia di rivalsa e il tanto di buono che per decenni era rimasto nascosto sotto tonnellate di spazzatura. Ci riferiamo non solo alle bellezze naturali e artistiche indubbie di quella che rimane una delle perle del Mediterraneo, ma soprattutto alle risorse umane, intellettuali, imprenditoriali e tecnologiche che hanno continuato nonostante tutto a maturare, puntando proprio sulle tematiche ambientaliste.
Chi l’avrebbe detto, infatti, che proprio a Napoli avremmo trovato il primo consorzio italiano nato con l’obiettivo di ‘risolvere in modo pratico, ecocompatibile ed economicamente valido, il problema dei rifiuti’? Questo fatto è forse diretta conseguenza di quanto accaduto lo scorso anno? Ce lo siamo fatti spiegare da Roberto Quaranta, presidente del Consorzio Tecnoenvironment.

Da quanto tempo è operativo Tecnoenvironment?
Il Consorzio è operativo da un anno e non è un caso che sia nato in Campania. Nonostante la crisi e i problemi legati alla gestione dei rifiuti, attraverso le competenze di professionisti anche di altre città d’Italia, il Consorzio riesce ad essere uno strumento per ricordare quanto c’è di positivo nella nostra regione.

L’attività prevalente di Tecnoenvironment è quella, dunque, di supportare l’industria del riciclaggio. Una parte delle aziende consorziate progetta e realizza impianti per il recupero e la gestione dei rifiuti, dimensionati e adattati alle esigenze dei clienti e al bacino d’utenza, impianti per la triturazione e la granulazione pneuma, impianti innovativi per la produzione di manufatti derivati dalla triturazione dei pneumatici usati e impianti di selezione di rifiuti urbani. Come lavorano le aziende consorziate?
C’è grande sinergia tra le aziende del Consorzio, pur non essendo tutte campane. Tra i soci abbiamo gruppi di Asti (Ecoworld), di Bolzano (Isola), di Terni (Interpark), e ancora di Verona (Proxima), Padova (Systemlife), Savona (I.A.). Queste, occupandosi a vario titolo di gestione rifiuti forniscono il proprio know-how in tutti i diversi settori di riferimento, contribuendo a rendere i nostri prodotti completi e altamente competitivi nel campo del riciclaggio e della tutela ambientale.

Esistono altre realtà come la vostra in Italia o all’estero?
Non credo. Esistono consorzi di gestione completamente pubblici (comuni associati); consorzi di aziende con l’obiettivo della riduzione dei consumi energetici e di aziende specializzate nel settore chimico, ma non credo, onestamente, nell’esistenza di un consorzio che, come il nostro, si muove completamente a servizio dell’ambiente attraverso l’ideazione di impianti chiave in mano e assistenza post-vendita. Molto probabilmente in Germania è presente un gruppo consortile che ha qualcuna delle nostre caratteristiche, ma essenzialmente, siamo gli unici ad aver adottato questa tipologia di modello.

L’industria del riciclaggio, ma anche tutto quel settore della ricerca mirato a ottimizzare i processi produttivi in chiave di tutela ambientale, implica grossi margini di sviluppo, in un periodo in cui il livello di attenzione sull’argomento è molto alto. Qual è la situazione nel nostro Paese e cosa si sta facendo a livello normativo?
È chiaro che, in un momento storico come il nostro, in cui l’intera Nazione sembra mostrarsi sensibile al tema della tutela ambientale, si riesce a intravedere una propensione seguita da una profonda attenzione al discorso ambiente. L’imprenditore si vede moralmente spinto a fare qualcosa per l’environment in generale (tutela suolo, aria, acqua).
D’altro canto, la legge è entrata in campo con normative parecchio specifiche in materia di tutela ambientale. Ne è un esempio la legge sulla disposizione delle risorse idriche, le varie norme sulle aree protette e quelle sulla qualità dell’aria; norme relative a specifici agenti inquinanti prodotti dagli impianti industriali; norme sull’inquinamento elettromagnetico; norme sulla gestione dei rifiuti, sul riciclaggio, sullo smaltimento e sul trasporto dei rifiuti.

Lo Stato, dunque, mi sembra di capire, è tutt’altro che distratto su queste tematiche. Tutto sta nel rispettare le direttive. Un sostegno in questo senso alle aziende coinvolte nella filiera dello smaltimento, del riciclaggio e della differenzazione dei rifiuti intendete darlo proprio voi.
Molto interessante in quest’ambito è l’attività di Decom, azienda casertana consorziata, impegnata nella creazione di impianti ad hoc per le industrie di riciclaggio, divisi in zone funzionali in cui la selezione può essere di tipo manuale o automatica; tali impianti forniscono l’opportunità di recuperare tutte le tipologie di materiale riciclabile. Altro esempio di eccellenza è Nica, specializzata nella creazione e assistenza di software per la gestione dei rifiuti. Win Waste.Net è, attualmente, uno dei software più apprezzati per l’interfaccia grafica, l’operatività, la funzionalità e per le innovazioni tecnologiche introdotte con la nuova piattaforma Microsoft.Net, in abbinamento all’affidabilità di Sql Server per la gestione dei database. Possiamo tranquillamente affermare che si tratta dell’unico software attualmente presente sul mercato in grado di rispondere a tutte le esigenze di un’azienda di riciclaggio: dalla gestione dei rifiuti (formulari di identificazione, registri di carico/scarico, programmazione dei giri di raccolta, trattamenti, miscelazioni, rintracciabilità e così via), alla gestione degli autodemolitori, all’amministrazione, al magazzino, ai portali web per la comunicazione istantanea delle informazioni ai clienti.
Dunque, ricerca, innovazione e brevetti internazionali: un’attività densa e fruttuosa per la quale potremmo definirci vero polo di eccellenza nel campo del riciclaggio e della tutela ambientale.

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Differenziata sotto controllo

La piattaforma ecologica è il punto di raccordo tra l’industria dello smaltimento e riciclaggio dei rifiuti e il semplice cittadino, che quei rifiuti produce.
Si tratta di un punto nodale che può essere gestito come una fase prodromica del processo industriale e connesso ad esso, dal punto di vista della gestione dei dati, grazie al sistema Eco104, primo prodotto industrializzato per la gestione dei conferimenti presso le piazzole ecologiche.
Nato dalla collaborazione tra Nica e Bilanciai, azienda specializzata nella produzione di sistemi di pesatura e apparecchiature elettroniche industriali, Eco104 è un software gestionale che consente di imporre procedure industriali alla prassi di conferimento dei materiali da parte dei cittadini, negli appositi centri di smistamento, avendo a disposizione uno schermo touchscreen con le informazioni necessarie ad attivare il conferimento.
Una piattaforma web controlla in tempo reale, attraverso una connessione Internet, i conferimenti dei singoli cittadini e li rende immediatamente visibili per la consultazione a vari livelli. Il sistema si integra con il software di gestione dei rifiuti Winwaste.Net, prodotto di punta di Nica, per la gestione di tutti gli adempimenti amministrativi della piattaforma come i rifiuti in uscita e l’emissione delle schede di trasporto.

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La seconda vita del pneumatico
Non è un caso se nell’immaginario collettivo gli pneumatici per auto sono considerati l’icona dell’inquinamento ambientale. Abbandonarli ai lati delle strade è stato ed è tuttora un mal costume piuttosto diffuso nelle periferie delle nostre città. La discarica è stata per anni l’unica soluzione. Lì però gli pneumatici sono destinati a rimanere in eterno, non essendo soggetti ad alcun fenomeno di degradazione. Due le alternative oggi praticabili: quella della termovalorizzazione (il pneumatico è composto per il 70% di componenti polimerici e ha, quindi, un altissimo potere calorifico, nell’ordine delle 6.000 kcal/kg), e quella del riciclaggio. Gli pneumatici, infatti, una volta triturati e deferrizzati, possono essere riutilizzati per realizzare manti stradali, costruire articoli tecnici, pavimentazioni per impianti sportivi, rivestimenti industriali.
In Sardegna sta per sorgere uno di questi impianti di nuova generazione. Decom ne ha curato la linea produttiva e il sistema di controllo. L’impianto consente il riciclaggio totale del pneumatico, attraverso diversi tipi di lavorazione. Esistono infatti una linea di cesoiatura, una linea di granulazione e una linea di macinazione e confezionamento. Il procedimento è essenzialmente meccanico, e utilizza macchine appositamente concepite per la lavorazione della gomma, che avviene a temperatura ambiente. L’impianto può trattare indifferentemente pneumatici da camion e da auto. Il materiale in entrata, però, deve essere assolutamente esente da contaminanti non triturabili quali pietre, acciaio ecc. che potrebbero pregiudicare seriamente il corretto funzionamento delle varie macchine.
L’impianto può lavorare ininterrottamente per tre turni al giorno. La produzione varia a seconda della temperatura esterna, della pezzatura del prodotto in ingresso e del tipo di pneumatico. Il sistema, comunque, è proporzionato per smaltire dalle 6-8 t/ora di pneumatici, ricavandone acciaio, tela e granulo di gomma. La logica di movimentazione delle varie macchine (nastri trasportatori, deferizzatori, vagli, coclee, sistemi di aspirazione, sistemi di refrigerazione, mulini di macinazione ecc.) è affidata a un plc, del tipo S7-300 di Siemens. La gestione degli I/O su questi tipi di impianti, che di solito non necessitano di una grande quantità di segnali di input/output, è realizzata con delle connessioni punto-punto. Impianti con quantità di I/O elevati sono gestiti con bus di campo in modo Profibus del tipo ET200S forniti sempre da Siemens. La supervisione dell’impianto, sia in termini di visualizzazione allarmi che di gestione automatica e manuale delle varie macchine, è gestita sia in modo locale mediante terminali operatori del tipo touch posti quasi sempre sulle porte dei quadri elettrici di zona, sia in modo centralizzato affidato a un pc master. I terminali touch sono programmati con software dedicati, mentre il software applicativo di supervisione in elaborazione su pc è progettato quasi sempre con il pacchetto di sviluppo Bolland C++ su piattaforma  Windows Xp Professional. La comunicazione tra i vari plc e il pc sono realizzate in rete Ethernet. In ogni quadro elettrico è installato uno switch di rete dove si concentrano tutte le connessioni Ethernet relative al quadro locale e la dorsale di rete proveniente dal concentratore hub che di solito è posto nel box pc.

L’industria ambientalista - Ultima modifica: 2010-03-04T10:49:44+01:00 da Lucia Favara