L'impatto di un attacco ransomware può essere devastante, causando interruzioni operative, perdite finanziarie, danni alla reputazione e potenziali ripercussioni legali e normative. Lo scorso anno, il settore manifatturiero, in Italia, è stato tra i più colpiti con blocchi agli impianti produttivi e perdite di dati. Ecco perché la Data protection sta diventando fondamentale
Tra gli obiettivi, i criminali informatici stanno prendendo sempre più di mira il back up per costringere al pagamento di un riscatto, indebolendo così la capacità di recupero delle vittime (nel 93% dei casi, secondo il Ransomware Trends Report 2023 di Veeam Software). Ecco che una soluzione di Data protection può rappresentare una valida misura per mitigare gli attacchi di ransomware.
Di Data protection, soluzioni di backup e best practices ne abbiamo parlato con Alessio Di Benedetto, Responsabile della prevendita per la regione Sud Europa di Veeam Sotware, tra i principali fornitori globali per la Data protection e il Ransomware recovery.
Il backup ha senso solo se c’è una strategia di Data protection
“Oggi, il backup non è semplicemente una copia del dato di produzione, ma un sistema che protegge il dato stesso”, afferma Alessio Di Benedetto. “Il backup viene anche utilizzato per spostare i dati da un’architettura a un’altra o da una location a un’altra, garantendo la sicurezza dei dati stessi”.
Sicurezza e Data protection si affiancano e si completano. “Gli strumenti di cybersecurity puntano a fermare l’attacco presidiando una superficie sempre più ampia, la Data protection si preoccupa di minimizzare i danni di un eventuale attacco informatico”.
Oggi è diventato necessario mettere a fattor comune diversi strumenti. Veeam nasce come azienda specializzata in backup e si afferma, in particolare, per le soluzioni dedicate al mondo virtuale, anticipando un trend tecnologico.
Con la sua Data Platform, un'unica soluzione per ambienti cloud, virtuali, fisici, SaaS e Kubernetes, Veeam garantisce alle aziende la tranquillità di sapere che le loro applicazioni e i loro dati sono protetti e sempre disponibili.
Una strategia vincente richiede solide best practices
Negli anni, le organizzazioni hanno imparato a seguire le cosiddette best practices per gestire le minacce cyber. “Nel campo della Data protection la prima regola è quella del 3-2-1”, continua Di Benedetto.
“Per mettere i dati al sicuro è bene avere tre copie del dato su due dispositivi differenti e una copia in un sito remoto; per rendere più efficace questa regola Veeam ha aggiunto in coda 1-0, dove 1 indica che almeno una copia sia immutabile e 0 che ci siano zero errori”.
Come detto, il 93% delle violazioni riguarda le infrastrutture di backup. “I cyber criminali hanno capito che bloccando produzione, servizi e applicativi si causa un grande impatto su più fronti: mancanza di revenue, danni all’immagine e anche alla sfera legale, perché fornitori e clienti si aspettano la tutela dei propri dati”, continua Di Benedetto.
“Se però si dispone di una copia di backup immutabile, che significa non modificabile né cifrabile, anche per l’attaccante, allora si può procedere al ripristino, utilizzando quella copia per la ripartenza”.
L’immutabilità è diventata fondamentale
Veeam realizza l’immutabilità attraverso una piattaforma software a livello sia locale in un datacenter, sia in un sito remoto, sia nel cloud, grazie alle sue competenze di integrazione.
“Il cloud si rivela spesso la scelta migliore quando si attiva il ripristino, poiché i carichi di lavoro possono essere spostati dall’on premises al cloud con strumenti software che pur essendo sempre stati utilizzati per il backup oggi rientrano nella più ampia sfera del Data management”, spiega Di Benedetto.
“Le nostre soluzioni software possono essere utilizzate per spostare i dati in ogni ambiente offrendo un’elevata flessibilità; inoltre abbiamo adottato un modello di licensing non capacitivo, cioè non legato alla quantità dei dati, ma alla tipologia dei server, fisico, virtuale o nel cloud”.
L’Air gapping alza il livello di protezione
L’Air gapping è unamisura di sicurezza che prevede l’isolamento di un computer o di una rete e l’impedimento di stabilire una connessione esterna, in modo da garantire la protezione dei repository di backup.
“È la copia in più, conservata in un altro repository”, precisa Di Benedetto. Quindi immutabilità insieme a tecnologie di Air gapping assicurano un livello di protezione più alto.
La Data protection nel manifatturiero
Oggi, con la digitalizzazione anche il settore industriale è diventato un obiettivo sensibile. “Tradizionalmente, abbiamo sempre lavorato in ambito enterprise con settori quali il Finance e le Tlc, ma oggi la nostra soluzione trova applicazione anche nel settore manifatturiero, sempre più esposto a potenziali attacchi informatici; settore che in Italia ha un peso rilevante anche se costituito da realtà non di grandi dimensioni”.
La catena produttiva è ormai tutta gestita a livello software. “La nostra soluzione può andare a copiare e salvare la configurazione in modo che in caso di attacco si possa ripristinarla, consentendo ai macchinari di trasferire i dati per fare analisi di diverso genere”, precisa Di Benedetto.
La piattaforma Veeam può attivare il semplice backup, replicare la macchina, integrarsi con lo storage per fare una sorta di “fotografia del dato” e fare una continuos data protection, replicandolo su un altro sito ogni due secondi e garantendo la business continuity.
L’azienda può scegliere quali dati proteggere a quale livello di granularità e con quale frequenza. Ogni realtà, in base alle proprie peculiarità deciderà come proteggersi.
