Liberi di progettare

Con il lancio della prima release di Creo sul mercato italiano, Ptc promette di inaugurare una nuova era nel mondo della progettazione 3D. E questa volta la rivoluzione è all’insegna della libertà di creare

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Virna Bottarelli
Quella dei software di progettazione è una storia che Fabrizio Ferro, Director Technical Sales e Business Development di Ptc Italia, conosce bene. Per questo non ha dubbi nell’affermare che il lancio di Creo “è una rivoluzione, così come la modellazione parametrica lo è stata a suo tempo”.
Lanciato lo scorso giugno sul mercato italiano, in occasione del Ptc Technology Forum di Modena, Creo offre al progettista la “libertà di scegliere da dove partire e come arrivare al risultato”.

Creo è stato progettato per risolvere le principali problematiche del mercato Cad meccanico: usabilità, interoperabilità, lock-in tecnologico e gestione degli assiemi. Può spiegare in che modo Creo affronta queste criticità?

Nonostante i progressi continui, i sistemi di progettazione non sono così agevoli da usare se non si è progettisti esperti. Non solo: la tendenza ad accorpare aziende diverse in entità uniche, in seguito ad acquisizioni o fusioni, implica il dover uniformare diversi sistemi di progettazione nel modo più efficiente possibile.
La chiave è realizzare strumenti facili da usare per tutti gli utenti, con una base dati comune e un’interfaccia semplice, ma con un’usabilità che sia gestita in funzione dei diversi ruoli coinvolti nel ciclo di vita del prodotto.
Dal punto di vista dell’interoperabilità, occorre che diverse applicazioni possano interagire, le une con le altre, sempre sulla base dati comune: il motore che crea i dati e il contenitore che li raccoglie devono essere la stessa cosa.
Quanto al lock-in tecnologico, con Creo il problema non sussiste, perché il riutilizzo dei dati da un sistema all’altro è garantito con un passaggio trasparente, che consente di incorporare i dati, riscriverli nello stesso formato in cui sono stati importati e modificarli.
La gestione degli assiemi è invece un tema legato alla crescente complessità dei prodotti, sempre più intelligenti e differenti, anche all’interno di una stessa tipologia: creare più varianti dello stesso prodotto è un’operazione non sempre semplice da gestire, perché occorre verificare in anticipo la fattibilità delle varianti.
Le quattro tecnologie incluse in Creo, AnyMode, AnyRole, AnyData e AnyBom, risolvono rispettivamente le criticità elencate.
Da rilevare è, tuttavia, la possibilità di cambiare il modo di progettazione senza perdere informazioni nei vari passaggi, una cosa fattibile proprio perché il motore di lavorazione è sempre lo stesso. In sostanza, se sto lavorando in modalità geometrica non ‘vedo’ alcune funzioni, ma ciò non significa che non ci siano, perché nel momento in cui passo all’altra modalità le ritrovo.
In Creo si sommano le tecnologie di Pro/Engineer, di CoCreate e di ProductView. Proprio la visualizzazione funge da traduttore simultaneo delle informazioni da un tipo di modellazione a un altro e dei dati provenienti da altri sistemi, che devono essere poi veicolati. Tale uniformità di linguaggio offre la possibilità di gestire la configurazione in modo efficiente, cosa che un semplice cad non può fare.

In quali ambiti applicativi Creo può effettivamente rappresentare una svolta e perché?

Creo non è un supporto utile solo al progettista. Il suo utilizzo si estende anche a persone che non hanno mai avuto accesso a strumenti di questo tipo. Lo strumento è uniforme ma si differenzia in base al ruolo dell’utente coinvolto lungo il ciclo di vita del prodotto, dalla fase di concept a quella di creazione delle informazioni destinate al servizio post-vendita. Il fatto che con Creo sia possibile passare dalla modellazione parametrica a quella diretta, secondo le esigenze, rende difficile identificare un settore che possa beneficiarne più di un altro: forse, è più corretto dire che alcune figure professionali familiarizzeranno con Creo prima di altre.

Come cambia il mercato del Cad con l’avvento di Creo?

Creo non è un’operazione di marketing, ma è in concreto la realizzazione di un prodotto nuovo, che però permette di non eliminare quanto già fatto. Con Creo, Ptc ha preso di nuovo slancio sul mercato, ha tagliato un nuovo traguardo e i concorrenti riprenderanno a correre per raggiungerci. Questo significa che il mercato riprenderà quel dinamismo che negli ultimi anni si era un po’ perso.

Com’è stato accolto Creo dalla esigente comunità dei progettisti 3D?

Generalmente il progettista, di fronte a una nuova interfaccia, è perplesso, ma se questa è più semplice e più pulita di quella precedente, il cambiamento è tranquillamente accettato. Credo sia stato fondamentale dare la garanzia che, adottando la nuova release, non si perdesse tutto quello che era già stato fatto, ossia si potessero conservare i dati esistenti senza problemi.
Creo coniuga funzionalità e semplicità di utilizzo, due aspetti molto cari ai progettisti, soprattutto a quelli dedicati a prodotti specializzati. Infine, è garantito anche un minimo di sovrapposizione tra le diverse modalità di progettazione: anche chi lavora in modo parametrico deve poter semplificare gli oggetti ed eseguire rapidamente le modifiche. Grazie a tutti questi accorgimenti, le reazioni degli utenti per ora sono state positive. Direi che l’inizio è stato più che promettente.

Che cosa prevede il lancio di Creo sul mercato italiano e quali obiettivi vi siete posti per la sua diffusione?

Da settembre sono partiti dei roadshow, che stanno attraversando l’Italia e che dureranno fino a novembre.
Per alcuni clienti diretti, ossia clienti storici per la nostra azienda, sono organizzati, invece, degli eventi dedicati, per capire insieme a loro quali evoluzioni ci si attende dalla piattaforma Ptc. Un supporto importante al lancio del prodotto è dato anche dal Web, sia per quanto riguarda il nostro blog (it.creo.ptc.com), sempre aggiornato, sia con una presenza rafforzata sui principali social media, da Facebook, a Twitter, a Linkedin.
Parlando invece degli obiettivi, non è stato fissato alcun target, perché in Ptc, piuttosto che ragionare a priori su basi percentuali, si pongono degli obiettivi di crescita del fatturato nel suo complesso. Ci aspettiamo, comunque, che Creo possa interessare anche quei clienti cosiddetti ‘prospect’, che si sono magari cristallizzati su soluzioni ormai non più efficienti né adeguate alle loro necessità attuali. Da questo punto di vista, Creo potrebbe consentirci di ‘erodere’ le quote di mercato di qualche concorrente, anche nell’ambito della gestione dei dati e non esclusivamente della progettazione.

Liberi di progettare - Ultima modifica: 2011-11-04T10:14:22+01:00 da La Redazione