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Le smart grid nazionali valgono dieci miliardi di euro

Secondo lo studio del Politecnico di Milano, commissionato da Anie Energia, la rete elettrica nazionale deve essere ripensata per gestire meglio la generazione diffusa

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Chiara Scalco
Anie Energia ha commissionato al Politecnico di Milano uno studio approfondito sullo stato della rete italiana e sui possibili sviluppi futuri in chiave intelligente. La ricerca, dal titolo 'Sviluppo delle smart grids: opportunità per le aziende italiane del settore', è stata presentata nei giorni scorsi a Milano e traccia un quadro molto chiaro della situazione esistente.

L'innovazione della generazione diffusa, infatti, ha inciso sulla rete di distribuzione nazionale in modo consistente, richiedendo un cambio radicale nella gestione dei sistemi di controllo, regolazione, protezione e automazione. Per conferire maggiore sicurezza al sistema, l'unica strada percorribile sembra essere lo sviluppo di soluzioni smart e l'Italia, secondo il rapporto, è chiamata a investire da tre a dieci miliardi di euro al 2020. "Le reti di distribuzione attuali", ha spiegato Maurizio Delfanti, professore del Politecnico di Milano, che si è occupato della stesura dello studio, "non sono in grado di accogliere tutta la generazione diffusa; infatti, quando essa supera il carico, si rischia l'inversione di flusso, con problemi di stabilità e tensione. Inoltre, dobbiamo fronteggiare la criticità derivante dall'approvvigionamento delle risorse: le fonti rinnovabili non programmabili comportano una seria difficoltà di previsione nel breve-medio periodo. L'unica soluzione possibile sono le smart grid, per mantenere elevato il livello di sicurezza e affidabilità del sistema".

Per sfruttare appieno la capacità delle reti attuali, secondo Delfanti, è necessario passare a una modalità di gestione attiva della rete, impiegando tecnologie di protezione, controllo e comunicazione, in grado di trasferire dalle cabine primarie dei distributori opportuni segnali ai singoli generatori. Tutte le nuove funzionalità renderebbero il sistema smart, appunto, assicurando la diffusione delle fonti rinnovabili su larga scala senza compromettere il corretto funzionamento del sistema elettrico.
Ma quali sono le prospettive reali e il potenziale di investimento in soluzioni smart per le aziende italiane?
Il Politecnico di Milano ha delineato quattro scenari, secondo le stime sulla domanda fornite da Terna, i piani di sviluppo dei distributori e i dettami della Strategia energetica nazionale (Sen). Ogni scenario è caratterizzato da diversi livelli di penetrazione della generazione distribuita, affiancati a quadri normativi più o meno favorevoli. "Abbiamo scartato le due prospettive in cui la generazione distribuita ha una bassa penetrazione", ha precisato Delfanti, "questo perché l'Italia ha già raggiunto livelli elevati in questo ambito, potenzialmente maggiori con la grid parity in alcune zone". I due scenari di evoluzione scelti, dunque, sono caratterizzati da ampia generazione diffusa. La variabile è data dal quadro normativo: nella prospettiva più 'cauta', la situazione regolatoria pone barriere o non crea condizioni favorevoli allo sviluppo delle smart grid; nello scenario 'ottimista', invece, si stima massimo sostegno dal punto di vista legislativo.
In base ai calcoli, dunque, il potenziale di investimento in soluzioni smart al 2020 è stato stimato in un minimo di tre miliardi di euro fino a un massimo di dieci, di cui otto da destinare a interventi su cabine primarie e secondarie: secondo lo studio del Politecnico, infatti, è necessario realizzare da 100 a 200 nuove cabine primarie e da 25.000 a 50.000 nuove cabine secondarie.

L'industria italiana del settore è chiamata ad affrontare una grande sfida: l'investimento potenziale comprende anche centri operativi evoluti, infrastruttura di ricarica, sistemi di accumulo, protezioni, sensori, tecnologie per la comunicazione e sistemi di gestione e controllo. Secondo Matteo Marini, presidente di Anie Energia, "l'Italia ha una struttura industriale pronta. Le tecnologie, le applicazioni e i mercati possibili, inoltre, sono condivisi dalle maggiori utility del nostro Paese".

Le smart grid nazionali valgono dieci miliardi di euro - Ultima modifica: 2013-12-09T17:12:18+01:00 da La Redazione