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L’automazione dei processi

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La Redazione

Crescono le tecnologie per l’automazione dei processi, e si diffondono nuovi acronimi il cui significato non è immediatamente chiaro: una sintetica guida per  meglio comprendere tendenze e prospettive.
Quando si parla di Digital Transformation si entra in un contesto ampio e complesso, e il riferimento è usualmente all’automazione industriale e ai processi produttivi. Ma l’obiettivo vero è quello di utilizzare le tecnologie disponibili per automatizzare tutti i processi di un’azienda, non solo quelli che hanno a che fare con l’aspetto manifatturiero. Detto diversamente, il fine ultimo è quello di semplificare il lavoro, rendendo più efficiente l’esecuzione di attività ripetitive, liberare risorse e ottenere una sensibile riduzione dell’errore umano. Questi obiettivi fanno certamente parte dell’automazione industriale, che però a questo punto va considerata come una “sottodisciplina” del più generale ambito della Process Automation, in cui semplificazione e automazione delle attività si basano sulla possibilità di far eseguire a dei software azioni inerenti i processi di business che prima richiedevano risorse umane, proprio come in automazione industriale attività “meccaniche” ripetitive e gravose vedono l’utilizzo di robot. Una definizione di Process Automation potrebbe anche essere la seguente: uso di tecnologie digitali per l’esecuzione dei processi con cui portare a termine un dato workflow, o flusso di lavoro, da intendersi come sequenza di task, o singoli compiti, che devono essere completati per raggiungere un certo obiettivo ripetibile di business. Un’ampia varietà di processi di business può essere completamente o parzialmente automatizzata, con un eventuale intervento umano in fasi strategiche del workflow; per esempio vendite, marketing, produzione, supply chain, gestione inventario, amministrazione, e lo stesso utilizzo dell’Information Technology nella gestione dei processi. Ciò detto, quali approcci, soluzioni o “tecnologie” adfottare? Attualmente il focus è su RPA, BPA, DPA e IPA.
RPA, Robotic Process Automation
L’automazione del lavoro umano è iniziata con le prime rivoluzioni industriali, e se oggi la robotica è ampiamente usata per eseguiire compiti “labor-intensive” nell’industria, nuovi sviluppi la stanno portando in un ambiente per certi versi insospettato, il back office, ma con una differenza sostanziale: la RPA non prevede robot veri e propri ma una software robotics per automatizzare processi di business ad alta intensità di lavoro, ripetitivi e soggetti a errori. Recenti statistiche indicano che l’anno scorso la RPA è cresciuta del 60%, e per quest’anno si prevede un +50%, per un giro d’affari attorno a 1,3 miliardi di dollari. Questo crescente interesse è motivato dal fatto che i software robot (di fatto software intelligenti) possono eseguire in modo automatico le attività ripetitive degli operatori, imitandone il comportamento e interagendo con le applicazioni in corso esattamente come farebbe il personale, sollevandolo da incombenze ripetitive e routinarie, per esempio acquisizione e inserimento di dati, controlli di congruità, verifiche di completezza e altro ancora. Questi soft-robot inizialmente si sono sostituiti all’uomo su task con basso valore aggiunto, ottenendo come obiettivo primario quello di liberare il personale da attività manuali ripetitive, ma poi è stato fatto un importante passo in avanti sia con la possibilità di gestire anche dati non strutturati, quali documenti scannerizzati, immagini, video, testi di email, che con lo sfruttamento di tecnologie tipiche dell’intelligenza artificiale, da cui apprendimento e adeguamento adattativo all’ambiente operativo in cui sono inseriti. Si parla di software cognitivi basati su sofisticati algoritmi di AI, che possono automatizzare processi di verifica, controllo e decisione anche complessi, proprio come farebbe un operatore. Con questa evoluzione la Robotic Process Automation è passata da “semplice” tecnologia di automazione di processi a vera e propria Business Technology, in grado di abbracciare l’intero ciclo di vita di un progetto o di un processo. Questa integrazione di prestazioni AI nella RPA ha portato alla creazione di un nuovo acronimo: IPA, Intelligent Process Automation. Quanti operano nel settore della Process Automation intendo comunque l’IPA come un’evoluzione della RPA, con l’intelligenza artificiale che rende “intelligenti” i processi automatizzati..
 

L’automazione dei processi - Ultima modifica: 2019-09-10T11:41:58+02:00 da La Redazione