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La sensibilità magnetica degli animali

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La Redazione

tecnoRicercatori dell'Università di Tokio hanno sviluppato un nuovo microscopio in grado di consentire l'osservazione della sensibilità magnetica delle reazioni fotochimiche che avvengono a livello sub-cellulare, ritenute responsabili, per esempio, della capacità di alcuni animali di orientarsi con il campo magnetico terrestre. E' infatti ben noto che molte specie di insetti, pesci, uccelli e mammiferi sono in grado di percepire i campi magnetici (magnetoricezione), ed emblematico è il caso degli uccelli migratori. I risultati di recenti ricerche suggeriscono l'implicazione nella magnetoricezione di un gruppo di proteine, i criptocromi, pigmenti fotorecettori gialli che assorbono la luce blu e ultravioletta, e in particolare della molecola FAD (flavin adenine dinucleotide). Quando i criptocromi assorbono una luce blu, si determina la formazione di una coppia di radicali: il campo magnetico attorno ai criptocromi determina lo spin di questa coppia di radicali, alterando la loro reattività, e finora non era stato possibile misurare l'effetto del campo magnetico sulla coppia in cellule vive, cosa che invece oggi si può fare con la strumentazione ideata dai ricercatori giapponesi. Un grande passo avanti nello scoprire i segreti della natura e magari acquisire conoscenze su cui basare future innovazioni tecnologiche.

La sensibilità magnetica degli animali - Ultima modifica: 2016-10-13T08:00:17+02:00 da La Redazione