Completata la selezione delle candidature al secondo bando del competence center CIM 4.0 per accedere ai fondi del Mise per progetti di ricerca applicata 4.0. Ottanta i progetti ritenuti validi, con 136 aziende coinvolte, ma solo i primi 17 in graduatoria potranno ottenere il finanziamento. L’appello di Pisino ad aumentare i fondi pubblici per innovare il Paese e ripartire.
Vivace e interessante la risposta delle imprese italiane al secondo bando lanciato a marzo dal competence center CIM 4.0, costituito dal Politecnico e dall’Università degli Studi di Torino e da 23 partner industriali.
È di oltre tre milioni di euro (3.040) il finanziamento del Mise che coprirà il 50% a fondo perduto dello sviluppo dei 17 progetti vincitori per un valore di 6,5 milioni di euro, con 36 aziende coinvolte: 8 micro imprese, 7 piccole, 3 medie, 16 grandi e 2 startup innovative, in partnership tra loro.
Sei le regioni coinvolte: Piemonte, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Liguria. Ma le candidature sono arrivate da tutta Italia, espressione di filiere industriali d’eccellenza, dall’aerospace all’automotive, dal medicale alla gioielleria, passando per i servizi e l’energia.
Sono 108 i progetti di ricerca applicata in ambito industria 4.0 pervenuti da parte di 162 imprese italiane, consorziate tra loro in una sana logica di ecosistema tra grandi, piccole e startup. I progetti ad alto potenziale innovativo valutati positivamente e selezionati sono stati una ottantina, quasi la metà delle candidature, ma solo i primi 17 otterranno il finanziamento (21%): tre sull’additive manufacturing, due su applicazioni di tecniche di intelligenza artificiale per rendere più efficaci i processi produttivi, 7 su IoT e big data e 5 relativi a nuovi prodotti e processi produttivi.
«Questo secondo bando», spiega Enrico Pisino, Ceo di CIM 4.0, «ha messo in luce il grande fermento innovativo presente nel nostro Paese e siamo molto contenti di poter contribuire concretamente e tempestivamente alle attività di trasferimento tecnologico delle imprese Italiane vincitrici. Ma, nello stesso tempo, siamo stati costretti ad escludere dal finanziamento tanti progetti validi che avrebbero ulteriormente arricchito l’indice d’innovazione e contribuito allo sviluppo economico del territorio italiano.
È necessario e urgente aumentare i fondi a disposizione per soddisfare un fabbisogno reale dell’industria italiana, che ha ben compreso quanto il 4.0 sia una leva strategica determinante per reagire alla crisi e tornare a competere. Come CIM 4.0 ci impegneremo nell’immediato per intercettare risorse nazionali e regionali ancora disponibili, al fine di incrementare l’impatto economico di questo bando e finanziare gli altri validissimi progetti selezionati».
I criteri di selezione con due comitati di valutazione
Nella valutazione dei progetti pervenuti al CIM 4.0 si è tenuto conto anche dell’impatto innovativo sui territori, sia per la creazione di nuovi posti di lavoro sia per lo sviluppo economico. Allo scopo sono stati costituiti due comitati di valutazione, uno scientifico e uno industriale, che hanno lavorato intensamente e in sinergia per arrivare a una valutazione completa in tempi rapidi.
«Avevamo l’impegno», precisa Pisino, «di completare e selezionare per tempo i progetti vincitori e lo abbiamo fatto con un lavoro intenso e complesso, svolto con rigore scientifico assoluto e un’attenta valutazione dell’impatto sociale ed economico nel breve e medio periodo. Con questo lavoro e grazie all’impegno straordinario dei due comitati abbiamo fatto il massimo per dimostrare che l’Italia possa ambire a essere allineata ai migliori ecosistemi anche da questo punto di vista, ossia come capacità di rispondere alle richieste delle imprese in tempi rapidi, minimizzando il tempo che passa tra la presentazione del progetto e la concessione del finanziamento e quindi l’avvio del progetto. In questo senso il miglior ecosistema a noi noto è la Corea del Sud, che mediamente per progetti anche più importanti come contributo impiega al massimo 6 mesi e la Germania, con una media di 8-9 mesi. Noi, nonostante il periodo di lockdown, abbiamo impiegato sui 4 mesi.»
I progetti vincitori più prossimi al mercato
Alcuni dei progetti vincitori svilupperanno le proprie soluzioni fino a livelli di readiness tecnologica prossimi al mercato (TRL 8-9), con una media generale di 7-8. In particolare, la proposta BestSafe4Iren™ estende gli apparati IoT per la sicurezza del lavoratore 4.0, installati negli impianti della multi-utility Iren di Torino, con una infrastruttura wireless LoRa (Long Range) e un brevetto DLT (Distributed Ledger Technology) di nuova generazione in grado di certificare in modo standardizzato e anonimizzato su reti blockchain i dati dai sensori di campo. Questo garantirà l’opportuno livello di neutralità ad uso operativo, normativo, assicurativo e legale, anche in caso di cadute di servizio per situazioni avverse (attacchi terroristici e informatici ed emergenze pandemiche). Ideato dalla pmi innovativa Smart Track di Genova, completa il progetto la grande impresa Iren, permettendo di portare il progetto pilota in esercizio da TRL 6 a TRL 8. Un bell’esempio di sinergia tra industria e startup innovativa.
A sua volta, il progetto Toscanini amplierà le ricerche sui sensori di livello di Ergolines Lab (Trieste), che utilizzano la tecnologia ad ultrasuoni per rilevare, in condizioni operative di processo, la misura della temperatura della lingottiera della macchina di colata continua dell’acciaio. In precedenti ricerche con l’Università di Udine si è valutata in laboratorio la positiva applicabilità delle tecniche di machine learning per il miglioramento dell’analisi dati.
L’attuale progetto, che coinvolge anche le Acciaierie Bertoli Safau del Gruppo Danieli, è quello di portare a livello di TRL 8-9 questi nuovi sensori che, rispetto ai precedenti, avranno una maggiore complessità costruttiva per l’elevata numerosità dei singoli punti di misura e saranno collegati ad algoritmi di intelligenza artificiale. L’obiettivo finale è infatti una maggiore precisione di misura, insieme al monitoraggio della temperatura lungo lo sviluppo longitudinale della lingottiera, per leggere in tempo reale anche eventuali anomalie del campo termico, sintomo di problematiche di processo. La soluzione fornirà dunque al mondo siderurgico segnali affidabili in real-time, con un miglioramento della qualità di processo e consolidando la spinta verso l’Industria 4.0.
Anche il progetto Simpadd, che coinvolge Aisco, Iris, Prima Industrie e Codditive, è un progetto di ricerca industriale ad alto TRL per l’additive manufacturing “laser based”. L’obiettivo è l’industrializzazione di un sistema efficace di monitoraggio della tecnologia Direct Energy Deposition, in modo da consentire la correzione del processo in tempo reale di eventuali deviazioni dalle condizioni ottimali per ridurre il materiale di scarto e/o la necessità di rilavorazioni importanti dopo la costruzione dei pezzi, sino teoricamente al concetto di zero difetti.
A sua volta 5GFF è un progetto con TRL 7-8 per l’applicazione della tecnologia 5G e servizi software/IT alla filiera dell’additive manufacturing. Sono coinvolte Tim, Prima Industrie e Santer Reply con l’obiettivo di mettere a disposizione una rete di fabbrica ottimizzata con bassa latenza (intervallo di tempo tra input/segnale al sistema e output dello stesso), elevatissima banda, QoS (Quality of Service), sensoristica, ma anche flessibilità di riconfigurazione e sicurezza. Caratteristiche che saranno abilitate anche dallo sviluppo delle infrastrutture di Edge Computing necessarie a sfruttare a livello applicativo banda larga e latenza minima.