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Green Logistics: dal dire al fare, in ottica di filiera

In ambito Green Logistics, LIUC fa il punto sulle attività del Green Transition Hub e presenta la nuova ricerca sulla logistica sostenibile. Cresce l’impegno verso obiettivi ESG anche nelle Pmi e sempre più in ottica di filiera. Per la Supply Chain presentati i casi Ikea Distribution Italia, Coca Cola HBC, Chef Express, Nolpal e P&G.

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Gaia Fiertler

Sono 12 i progetti in corso nel Green Transition Hub di LIUC, il centro di ricerca e formazione inaugurato a maggio 2023. Il Centro coinvolge una quindicina di collaboratori tra docenti, ricercatori e dottorandi, con il sostegno di numerose imprese e associazioni.

Al contempo il Green Logistic Radar, catalogo permanente di casi d’uso, si sta arricchendo di nuove testimonianze sulla logistica sostenibile. Alcune di queste sono state presentate durante il convegno “Green Logistics: dal dire al fare”, realizzato in collaborazione con Columbus Logistics. L’archivio dinamico sarà disponibile sulla nuova piattaforma fisico-virtuale dell’hub per l’inizio del 2024, come assicurano dall’ateneo.

Nel frattempo, la ricerca 2023 rivela un +10% di aziende che si dichiarano impegnate in obiettivi di sostenibilità, raggiungendo quota 70%. Nelle grandi imprese la spinta arriva dal top management e dai mass media, mentre nelle Pmi prevale la pressione da parte dei clienti, ossia delle filiere di cui fanno parte.

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Alessandro Creazza

Inoltre, sempre più aziende stanno misurando le emissioni, con una prevalenza del mondo dei trasporti sulla manifattura. La buona notizia è che anche le Pmi stanno imparando a misurare consumi e impronta fossile.

«In generale, gli investimenti delle aziende si concentrano sui magazzini e sulla intralogistica. Spinte dal costo dell’energia, puntano a ridurre sprechi e dispersioni con soluzioni che migliorino l’efficienza energetica. In ogni caso, la sostenibilità è un concetto pervasivo che coinvolge tutta la catena di fornitura e di distribuzione (Supply Chain). Proprio per questo, richiede un approccio di sistema e ogni azienda può contribuire a vari livelli alla riduzione dell’impatto ambientale. Dall’ottimizzazione delle lavorazioni per ridurre scarti e rifiuti alla gestione degli ordini con una migliore saturazione degli automezzi. Ora c’è una corsa alla misurazione e reportistica per allinearsi ai nuovi standard e avere accesso ai finanziamenti», spiega Alessandro Creazza, direttore del Green Transition Hub.

Pratiche green in ottica di filiera e sistema

La ricerca rivela un trend in crescita di imprese - oltre il 30% - che non affrontano la sostenibilità da sole, ma come ecosistema, in collaborazione con le altre imprese della filiera.

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Fabrizio Dallari

«I cambiamenti climatici che tutti avvertiamo, non solo dalle pagine dei giornali, sono tali da farci riflettere sugli impatti attribuibili alla logistica a cui è imputabile l’11% di tutti i gas serra emessi nel nostro pianeta (4,2 gigatoni di tonnellate di CO2). Se la logistica fosse una nazione si collocherebbe al terzo posto dopo Cina (11,2 gigatoni) e Stati Uniti (4,5 gigatoni)», commenta Fabrizio Dallari, professore di Logistica e Supply Chain Management alla LIUC.

Adottare pratiche green in ottica di filiera con la logistica come processo chiave è dunque strategico nel percorso di transizione verso le tre voci della sostenibilità: People, Planet e Profit.

«Per ridurre l’impronta ambientale della logistica occorre agire su quattro fronti: imballi, magazzini, trasporti e organizzazione della supply chain», prosegue Dallari.

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Stefano Bianconi

Columbus Logistics, per esempio, sostiene di implementare soluzioni sostenibili nelle sue operazioni logistiche e di motivare gli stakeholder, come fornitori e clienti, ma anche competitor, a unirsi a loro in questo sforzo.

«Siamo convinti che la partnership sia la chiave per un futuro più verde e continueremo a collaborare per tradurre questi obiettivi in realtà», afferma Stefano Bianconi, General manager Columbus Logistics.

Dal dire al fare: casi di Supply Chain più sostenibile

I casi presentati nell’ambito della Supply Chain sono Ikea Distribution Italia, Coca Cola HBC, Chef Express, Nolpal e P&G.

La visione muove Ikea all’azione: creare una vita migliore per la maggior parte delle persone, partendo dalla scelta delle materie prime fino ai servizi e prodotti, in un’ottica di circolarità e risparmio energetico, come responsabilità non solo verso i clienti, ma verso le prossime generazioni e nuove quote di mercato.

«Abbiamo un approccio di co-creazione, ci siamo organizzati per guidare il cambiamento, vogliamo dare organicità perché il tutto funzioni. I tanti pezzi del puzzle richiedono velocità, investimenti dove vale la pena e collaborazione con i fornitori, con una gestione oculata degli approvvigionamenti. E dove consumiamo, chiederci sempre come fare per consumare meno e meglio. Ci vuole un po’ di ottimismo e azione», racconta Nicoletta Basile Ceo e Cso Ikea Distribution Italia.

Gli obiettivi sono ambiziosi: dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e azzerarle entro il 2050. Intanto, già oggi nulla di organico finisce in discarica ed entro il 2030 Ikea conta di riciclare il 100% dei rifiuti. Nella sede di Piacenza è in corso un progetto di riciclo di un film plastico, che viene trasformato in una materia prima seconda per realizzare alcuni prodotti sempre di Ikea.

Inoltre, grazie a una speciale macchina per il packaging, vengono impacchettati articoli sotto i 50 chili con una riduzione dell’aria del 20%. Si risparmia sul materiale, sull’occupazione nei camion e, al contempo, si preserva la qualità. Per il risparmio energetico, entro il 2025 le consegne saranno a impatto zero grazie a una flotta del tutto elettrica, già presente a Roma e Milano.

Gli investimenti in pannelli solari sui tetti dei magazzini di Piacenza rispondono al 50% del fabbisogno annuale. Sempre per ridurre l’impronta e arrivare a un impatto positivo vengono usate pompe di calore, batterie al litio e mezzi elettrici sui piazzali dei magazzini. L’obiettivo è di arrivare al 100% di energia elettrica rinnovabile entro il 2025 e per il riscaldamento entro il 2030.

Tecnologie digitali alla base di flussi logistici più efficienti

Coca-cola HBC si è posta l’obiettivo di raggiungere emissioni zero entro il 2040, con un progetto strategico che agisce su più fronti. L’efficientamento dei flussi logistici, per esempio, reso possibile anche da software di monitoraggio e di previsione, ha già ridotto del 20% le inefficienze per cause strutturali e distributive. Questo risparmio è traducile in 1,9 milioni di km non percorsi e 1.336 tonnellate di CO2 non emesse, corrispondenti a 40mila alberi.

«Consapevoli delle sfide da affrontare, lavoriamo per ottimizzare i flussi di trasporto e collaboriamo con altre realtà a progetti innovativi per guidare un cambiamento positivo. Agiamo sia a livello strategico sia tattico», racconta Riccardo Petriccioli, Route to Market Logistics Lead Coca-Cola HBC (Hellenic Bottling Company).

Gli altri fronti su cui il Gruppo lavora in Italia sono, per esempio, aumentare l’uso di R-Pet e rimuovere la plastica negli imballaggi secondari. Quindi sfruttare il 100% di elettricità rinnovabile e fonti energetiche a basse emissioni di carbonio, grazie all’introduzione di soluzioni innovative. Così pure fornire frigo-vetrine ecofriendly ai clienti Retail, avere una flotta green e utilizzare il trasporto intermodale ferroviario oltre i 500 km di distanza percorsa.

Anche Nolpal, la società di noleggio di pallet Epal (legno e acciaio) facilmente riciclabili a fine vita, che oggi fa parte del Gruppo Casadei Pallets, punta a uno sviluppo sostenibile. Negli ultimi anni ha razionalizzato i flussi logistici per eliminare i viaggi a vuoto e ottimizzare trasporti e riparazione dei pallet stessi. Tant’è che nel 2022, con la gestione dei bancali del cliente Mutti, ha vinto il premio di Assologistica “Il logistico dell’anno”. Di recente, ha anche assunto una decina di laureati tra informatici e matematici, impegnati a sviluppare tecniche di Intelligenza artificiale (AI).

«L’obiettivo sarà di prevedere in modo sempre più preciso la domanda, sulla base dell’analisi e interpretazione dei dati storici dei clienti, per rendere sempre più efficienti e sostenibili trasporti e noleggi. Ad oggi siamo ancora in fase di costruzione di questi modelli matematici che tengano conto di tutta una serie di variabili», racconta Paolo Casadei, direttore generale Nolpal.

Chef Express: la scelta di centralizzare il magazzino

Chef Express del Gruppo Cremonini è un caso “win-win “ di sinergia tra le esigenze del business, dell’efficienza e dell’ambiente. Con oltre 250 punti vendita di ristorazione commerciale, oltre 200 in concessione e 6mila dipendenti, era consapevole dell’inefficienza e dispersività del proprio modello logistico.

Così, con un progetto avviato nel 2020 e messo a terra nel giugno 2022, ha centralizzato il proprio sistema logistico, realizzando un centro di distribuzione (Cedi) di 20mila quadri a tre diverse temperature a seconda degli alimenti. A quel punto ha rivisto e razionalizzato il parco fornitori, tutti italiani, dando spazio anche a quelli senza una propria rete distributiva. Ha creato un team interno di Supply Chain, che monitora con dashboard, control town e meccanismi organizzativi l’efficienza e sostenibilità del progetto. I vantaggi arrivano fin sul punto vendita, che oggi gestisce un parco ordini e consegne più contenuto perché meno frammentato, con un risparmio complessivo di emissioni per l’azienda del 23% all’anno.

«In Chef Express abbiamo deciso di rivedere completamente il nostro footprint di Supply Chain per ottimizzare il servizio ai nostri store e ai nostri clienti, rivalutando la base dei fornitori. Questo ci ha consentito di conseguire sia benefici economici, sia una netta riduzione delle emissioni», commenta Riccardo Carletti, Chief Procurement & Supply Chain Officer Chief Express. 

P&G: misurare per ridurre i consumi e collaborare

Anche P&G ha sviluppato un progetto strategico per arrivare a emissioni zero entro il 2040, con un obiettivo intermedio per il 2030. Si muove su tre direttrici: misurazione e monitoraggio dei consumi, secondo il protocollo del Gobal Emissions Logistics Council (Glec); riduzione delle emissioni con dieci piani d’azione e collaborazione con startup e clienti, in logica di filiera.

Tra le strategie adottate, Il Gruppo ha agito sull’intermodalità ferroviaria, aumentata del 50% a livello europeo negli ultimi 3 anni, con mappatura dei punti nodali ferroviari rispetto ai propri impianti e Centri di distribuzione. Inoltre, investe in combustibili alternativi a basso impatto ed elettrifica i mezzi per consegne sotto i 100 km e per navette fino a 10 km. Forte attenzione anche alla pianificazione della Supply Chain (design e redesign), perché i chilometri percorsi siano sempre più contenuti e alla formazione del personale, anche con un sistema premiale (Reward&Recognition).

«Serve un approccio di filiera per vincere questa sfida. Noi collaboriamo con startup e clienti per ottimizzare i trasporti e renderli più sostenibili. Per esempio, collaboriamo con una startup francese che elettrifica il parco mezzi e con la svizzera Aeler che noleggia container dai materiali innovativi, con più capienza pur con lo stesso volume. Inoltre con Carrefour in Spagna, abbiamo ridotto in modo significativo i chilometri a vuoto, seguendo la normativa 51 pallet per l’interscambio dei pallet», conclude Pietro D’Arpa, vicepresidente P&G Logistica Europa e Sostenibilità Globale Trasporti.    

Green Logistics: dal dire al fare, in ottica di filiera - Ultima modifica: 2023-11-23T00:05:49+01:00 da Gaia Fiertler