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Forward Factory Backstage. YK-Robotics e la robotica accessibile

“Forward Factory Backstage” è l’editoriale che racconta il dietro le quinte dell'acceleratore digital manufacturing della Rete Nazionale Acceleratori CDP, nato dall’iniziativa di CDP Venture Capital e GELLIFY.

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Vittoria Lugli

Semplificare il mondo della robotica e dell’automazione: è questo che fa YK-Robotics, una startup innovativa di digital manufacturing che, attraverso una piattaforma flessibile e intuitiva, consente a piccole, medie e grandi imprese di implementare facilmente processi di automazione.

Se i vantaggi dell’automazione sui processi produttivi sono innegabili, infatti, sono ancora numerosi i deterrenti che scoraggiano l’adozione su larga scala di soluzioni tecnologiche adeguate. Primo fra tutti, la necessità di padroneggiare diversi linguaggi di programmazione per gestire e riprogrammare le diverse celle robotiche. La tecnologia proposta da YK-Robotics offre una soluzione a questa complessità, con una tecnologia che utilizza un approccio molto più human-friendly.

La startup ha fatto parte del primo batch di Forward Factory, e nei sei mesi di accelerazione ha avuto modo di consolidare il proprio prodotto e implementarlo in importanti realtà corporate del settore manifatturiero. Al termine di questo percorso, abbiamo intervistato i founder - Joan Ortega Alcaide, Tommaso Banfi, Alessandro Diodato e Marco Guadagni - per esplorare meglio la tecnologia di YK-Robotics e la loro esperienza in Forward Factory.

Di cosa si occupa la vostra startup e perché avete deciso di lanciare questo tuo progetto?

La nostra startup nasce da un’intuizione: dopo alcuni anni di lavoro nel mondo della ricerca e nello sviluppo di soluzioni innovative nell’ambito della robotica e intelligenza artificiale, ci siamo resi conto di quanto fosse complesso per le aziende usufruire delle tecnologie ad oggi disponibili. 

Partendo dalla convinzione che non sia indispensabile, come accade oggi, un gruppo di esperti in programmazione, robotica e visione per fare un “pick and place” in un ambiente non strutturato, abbiamo iniziato ad ascoltare ed analizzare maggiormente le PMI e le loro esigenze.

Ne abbiamo evinto che una delle maggiori problematiche è la mancanza di flessibilità nel mondo dell’automazione, così come la scarsità di risorse interne adatte a gestire la quantità di complessi strumenti utilizzati per poter ottenere questa flessibilità.

Quello a cui la nostra startup ambisce è abilitare le PMI italiane (e non solo) ad utilizzare tecnologie complesse come la mano d’opera di questo secolo, la robotica e l’intelligenza artificiale in modo flessibile, semplice e intuitivo. Abbiamo così deciso di sviluppare un applicativo che uniformasse i linguaggi di programmazione dei diversi bracci robotici, degli end-effector, delle camere e di tutti i componenti presenti in una cella robotica, così da semplificarne notevolmente la configurazione, programmazione e gestione.

Cosa rende la vostra soluzione innovativa rispetto a ciò che il mercato già propone in termini di tecnologie simili?

Il nostro approccio differisce da quello di altre aziende perché ribalta la prospettiva con cui si è abituati a guardare queste tecnologie: non è più l’uomo che deve imparare e capire come utilizzare la cella robotica ma il contrario. Il software che stiamo sviluppando si basa proprio su un cambio di paradigma, dove si utilizza la semantica comunemente usata dagli operatori per descrivere i processi come linguaggio principale per comandare la cella; ecco che così si abilitano molte più persone all’utilizzo di queste tecnologie, proprio perché possono interagire in maniera semplice e intuitiva. Il tutto è naturalmente supportato da un’interfaccia grafica user-friendly, supportata dall’utilizzo di un linguaggio di programmazione totalmente no-code tanto semplice quanto versatile.

Perché avete deciso di candidarvi alla selezione di Forward Factory?

Ci siamo candidati al programma di accelerazione perché avevamo l’esigenza di strutturarci e formarci sia dal punto di vista dello sviluppo del mercato, sia per quanto riguarda l’operatività interna. Il programma ci ha dato la possibilità non solo di interagire con aziende e player industriali di spessore dell’ecosistema italiano, ma anche di confrontarci con consulenti e tutor di livello, che ci hanno dato consigli e feedback molto utili per la nostra crescita. 

Quali sono i driver che hanno guidato la costruzione delle specifiche dei Poc? Come avete pensato e selezionato gli use case insieme alle corporate?

Avere la possibilità di parlare e lavorare fianco a fianco con partner industriali ci ha permesso di testare con mano le reali esigenze di mercato e validare, così, la nostra soluzione. Sicuramente le esigenze delle aziende e del loro mercato sono state dei driver importanti, così come le loro problematiche interne, a cui abbiamo provato a dare una soluzione tecnologica, ragionando soprattutto in termini di flessibilità ed efficienza. Una dei fattori fondamentali per noi è stato avere un partner che avesse delle casistiche di sviluppo per il quale la molteplicità di elementi e dispositivi da configurare in una cella rappresentasse una complicazione, un fattore che, se semplificato, potesse dare un vantaggio competitivo all’azienda. È proprio sulla semplificazione della gestione e programmazione di una cella robotica che abbiamo basato il nostro Poc, dimostrando così come aumentare il grado di flessibilità delle soluzioni proposte migliorando al tempo stesso l’efficienza e aumentando lo standard di qualità.

Quali sono le “lesson learned” che vi portate a casa da questa esperienza? Quale valore pensate che questa esperienza abbia trasmesso alla vostra startup?

L’esperienza in Forward Factory ci ha permesso di confrontarci con realtà aziendali di livello, accrescendo il nostro network ma soprattutto ampliando la visione delle problematiche da noi affrontate. Poter lavorare con un’azienda già operante sul mercato ci ha permesso di riflettere, validare e modificare molte delle ipotesi che avevamo quando è partito il nostro progetto: quando ci si confronta con il mercato ci sono sempre aspetti nascosti che non si erano tenuti in considerazione o che si erano sottovalutati. Le riflessioni fatte con le aziende e con i tutor interni al programma ci hanno permesso di evolvere e crescere sia in termini di consapevolezza che di padronanza del mercato. Abbiamo così potuto cambiare aspetti interni alla nostra organizzazione e funzionali del nostro prodotto che ci permettono di lavorare meglio e di essere più attrattivi sul mercato. Sicuramente un passo avanti notevole nel nostro percorso e il raggiungimento del nostro obiettivo: rendere la robotica e l’intelligenza artificiale accessibile a tutte le PMI.

Dietro le quinte del progetto

“Forward Factory Backstage” racconta “dall’”interno” l’esperienza degli attori rilevanti del programma dell’acceleratore digital manufacturing della Rete Nazionale Acceleratori CDP, dando voce alle corporate e alle startup che hanno intrapreso il percorso del primo batch nel 2022. 

Siete curiosi di saperne di più? Seguite l’editoriale Forward Factory Backstage

Forward Factory Backstage. YK-Robotics e la robotica accessibile - Ultima modifica: 2023-05-09T10:55:24+02:00 da Vittoria Lugli