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I fondi ci sono, mancano i progetti

Il Cluster Fabbrica Intelligente ha presentato il primo workshop concepito secondo una formula originale che ha messo a confronto domanda e offerta di tecnologia avanzata per l’Industria 4.0

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La Redazione

“Il piano Calenda Industria 4.0 prevede incentivi fiscali senza precedenti per le imprese che investono in ricerca e innovazione. I fondi ora ci sono, mancano i progetti.” Così si è espresso Stefano Firpo, direttore generale delle politiche industriali del MISE, intervenendo al convegno “La Fabbrica Intelligente nel Piano Nazionale Industria 4.0”, organizzato dal Cluster Tecnologico Nazionale Fabbrica Intelligente che si è tenuto al Politecnico di Milano.
Durante il convegno, che ha visto la partecipazione di oltre 350 persone, i 50 speaker invitati hanno presentato alcune proposte progettuali, “impianti faro” che prevedono soluzioni avanzate per la digitalizzazione e l’aggiornamento degli impianti produttivi in un’ottica 4.0. È stata un’occasione importante per mettere a confronto fornitori e utilizzatori di tecnologie avviando così il processo di definizione di progetti che possono rientrare nell’ambito del Piano Nazionale Industria 4.0, che, vista la tempistica del piano, sono urgentissimi.

La prima volta
“È il primo workshop del Cluster Fabbrica Intelligente,” ha commentato Gianluigi Viscardi, presidente di CFI, “che non solo permette di conoscere il piano Industria 4.0, ma favorisce il contatto diretto con alcuni dei più importanti protagonisti della Industria 4.0 e di conoscere esempi di tecnologie, pronte per essere applicate e che possono rientrare nelle agevolazioni del Piano Nazionale. Questo evento rappresenta un altro importante passo nella creazione della community nazionale del manifatturiero attuata da CFI che, con le proprie forze, riesce ad aggregare i più importanti stakeholder del settore.”
Il Cluster Fabbrica Intelligente si pone un obiettivo ancora più ambizioso, cioè andare oltre lo stato dell’arte, utilizzando le vantaggiose misure previste dal Piano Industria 4.0. Si stanno creando, infatti, dei progetti ad hoc per la creazione dei Lighthouse Plant, impianti produttivi da progettare e realizzare ex-novo, o impianti esistenti profondamente rivisitati in ottica Industria 4.0, dotati di tecnologie abilitanti della smart manufacturing, interconnessi, intelligenti e in grado di “dialogare” tra loro.
L’obiettivo concreto è quello di sviluppare impianti produttivi, che evolvono con le tecnologie, che siano punto di riferimento per lo sviluppo del manifatturiero in Italia. Tali impianti potranno essere sviluppati attraverso investimenti supportati dall’iperammortamento del 250%, previsto dal Piano Nazionale Industria 4.0, e saranno oggetto di evoluzione tecnologica.

I protagonisti
Numerose sono state le tecnologie e le soluzioni presentate nel corso delle sessioni parallele.
La Comau di Grugliasco, provincia di Torino, ha presentato le sue soluzioni in chiave Industria 4.0, illustrando la piattaforma Dual arm AMICO, fissa e mobile, e i suoi robot collaborativi AURA. L’azienda ha raccontato, inoltre, come utilizza la realtà aumentata per lo svolgimento delle operazioni di montaggio.
Prima Industrie, azienda torinese specializzata nella produzione e commercializzazione di sistemi laser per applicazioni industriali, ha parlato del futuro delle lavorazioni laser, sempre più diffuse e conosciute per efficienza e flessibilità soprattutto nel campo della lavorazione della lamiera e della saldatura. Con la nascita di nuove sorgenti e con la conoscenza sempre più diffusa della fotonica nel campo manifatturiero – hanno spiegato gli esperti di Prima Industrie – nascono nuovi processi come l’additive manufacturing.
Durante il convegno sono state presentate le case history di successo di alcune aziende manifatturiere italiane. Masmec, azienda di Modugno, Bari, specializzata nella produzione di macchine automatiche ha presentato nuovi sistemi produttivi performanti e flessibili basati su automazione tailor made. Queste tecnologie sono concepite attraverso un approccio modulare, idonee a sviluppare sistemi cyber-fisici, capaci di comunicare tra loro in modo complesso e di assicurare alti livelli di scalabilità e riconfigurabilità.
Svariati sono stati i contributi dal mondo della ricerca. Tra questi, quelli del Politecnico di Milano, in particolare dei Dipartimenti di Ingegneria Gestionale (DIG), di Meccanica (DMEC) e di elettronica, Informazione e Bioingegneria (DEIB), del Progetto Bandiera Fabbrica del Futuro e del Consiglio Nazionale delle Ricerche, presente con diversi Istituti.

I fondi ci sono, mancano i progetti - Ultima modifica: 2017-03-14T14:54:34+01:00 da La Redazione