Dagli strumenti di comunicazione e condivisione a quelli di brainstorming virtuali che aiutano il libero fluire di idee comuni, fino al 3D in aule virtuali dove si partecipa attraverso il proprio avatar.
Questi sono alcuni dei format attivati dalle aziende per garantire una formazione di qualità, sia ai propri dipendenti, sia ai clienti attraverso le proprie Academy, durante questo periodo di smart/home working a seguito dalle pandemia Covid-19 non ancora sconfitta. Molti sono stati i vantaggi e ottimi i risultati riscontrati. Si tornerà a fare formazione in aula? Ci confrontiamo con alcuni manager dei segmenti HR, Learning e Service.
Bosch Rexroth: tecnologia e attenzione alle persone
Anna Saccon, HR manager di Bosch Rexroth, racconta che come in tutte le realtà, anche in Bosch Rexroth hanno vissuto un momento molto intenso. «Ma siamo partiti avvantaggiati perché avevamo già investito su tre asset importanti: tecnologia, su dispositivi informatici, sull’automazione dei processi e sulla loro digitalizzazione e su strumenti di collaborative working; formazione delle persone sull’utilizzo di questi strumenti anche con un approccio a distanza, e spazi, secondo un modello di Inspiring Working Wonditions». In particolare, «abbiamo investito sulla flessibilità nella logica di lavorare non sempre dalla propria scrivania, ma in luoghi diversi, secondo le necessità di collaborazione con i vari team. Così con il Lockdown in 12 ore abbiamo trasferito il 95% della nostra forza lavoro in remote working. Il restante 5%, costituito da blue collar, ha potuto lavorare in sicurezza avendo ampi spazi a disposizione. Abbiamo imparato che investendo sulle persone si ottengono sempre ottimi risultati. Le persone si sono trovate a lavorare in una nuova condizione spazio-temporale, garantendo performance straordinarie. Ci sono stati valori espressi all’ennesima potenza. La fiducia reciproca, per esempio, che ha generato un meccanismo straordinario e virtuoso sul fronte dell’efficienza, abilitando atteggiamenti imprenditoriali che hanno portato le persone a trovare soluzioni innovative a vecchi problemi.
Così abbiamo deciso di lavorare sulla formazione per cavalcare questa forte attitudine imprenditoriale emersa.
L’80% della proposta è stata gestita in forma remota, relativamente a progetti di sviluppo interno, assessment, processi di formazione trasformati in forma digitale, attraverso strumenti di collaborative working - intervenendo anche sui contenuti per adattarli al digital - che consentono di creare un meccanismo virtuoso a livello digitale.
Lo smart working è un percorso culturale che tocca l’aspetto di presa di coscienza e di fiducia tra le persone, ma è anche un percorso che coinvolge l’ambito della comunicazione, perché comunicare via web è diverso rispetto al vis à vis ed è ancora un percorso culturale sulla disciplina, perché per lavorare in distributed working, così lo definiamo al nostro interno lo smart working, bisogna essere disciplinati e imparare a lavorare in modo asincrono.
Per il restante 20%, stiamo attivando un percorso di frontiera orientato alla sfera imprenditoriale, acquistando accessi ad alcune università riconosciute a livello internazionale per consentire ai nostri collaboratori di accedere a una formazione tailor-made».
Sul fronte della formazione erogata ai clienti, in linea con la strategia del Gruppo Bosch, Tec, l’Academy di Bosch, ha digitalizzato in breve tempo il 95% dell’offerta formativa, focalizzata sui temi e sulle tecnologie di Industria 4.0. «È stato fatto un importante lavoro sia sui contenuti, sia sugli strumenti, introducendo software di collaboration utilizzati quotidianamente quali Teams, e quelli di brainstorming virtuali tipo Klaxoon che aiutano il libero fluire di idee comuni, fino a strumenti 3D, che ripropongono aule virtuali dove si partecipa attraverso il proprio avatar, offrendo un’esperienza totalmente immersiva ed emozionale.
Certo, questa esperienza ci ha anche insegnato che il concetto della socialità tradizionale in presenza non deve essere perso: il nostro obiettivo è lavorare sul bilanciamento di diversi schemi lavorativi. Stiamo facendo un percorso di presa di coscienza con il management per evidenziare le buone pratiche del periodo Covid-19 e cercare di trasferirle, insieme ai forti valori emersi, nel Dna quotidiano della nostra organizzazione e in quello che sarà il nostro new normal».
In Oracle da sempre la tecnologia è un punto di forza
Simone Marchetti, direttore del Business Development per le soluzioni di Digital Supply Chain di Oracle, spiega: «Oracle è un’azienda presente in tutto il mondo con strutture organizzative distribuite e molti team sono composti da dipendenti che operano su vaste aree territoriali, che si estendono addirittura su più fusi orari e latitudini. Per sostenere lo sviluppo del business, Oracle ha implementato degli hub che gestiscono processi di back-office per supportare l’operatività globale. Per realizzare con successo questo modello di “impresa globale”, da sempre Oracle fa della tecnologia, la stessa che propone ai propri clienti, il proprio punto di forza interno.
Durante l’emergenza sanitaria Covid-19, Oracle ha deciso di garantire ai propri dipendenti e alle loro famiglie il massimo della sicurezza, promuovendo il lavoro dalle proprie abitazioni. In questo senso per Oracle la situazione contingente non ha generato discontinuità nelle attività, poiché i dipendenti sono tutti dotati di dispositivi per il lavoro agile. I vari strumenti, già in dotazione prima della pandemia, garantiscono di essere operativi e produttivi indipendente dal luogo di lavoro e, soprattutto, sono stati concepiti per assicurare un’adozione rapida e con la possibilità di usufruire di varie funzionalità in self-service».
Per ciò che riguarda la formazione interna, Oracle privilegia da sempre un approccio digitale. «Ogni dipendente è dotato di un proprio account personale per accedere a un portale, che fa parte della nostra suite Hcm (Human Capital Management) in Cloud, dedicato alla formazione, dove trova tutte le risorse per accrescere le proprie competenze. Anche durante la situazione di emergenza, questa attività ha continuato a operare in modo efficace e continuativo. Usiamo anche tantissimo Zoom - che si avvale peraltro della tecnologia Cloud di seconda generazione di Oracle, nata per l’uso di livello enterprise e quindi sicura - per le riunioni virtuali di formazione e non. Le attività delle nostre strutture hanno garantito l’erogazione dei servizi, che rappresentano una parte molto importante dell’offerta Oracle, grazie all’utilizzo del canale virtuale. Anche in questo caso la tecnologia che era già disponibile ci ha permesso di essere preparati ad affrontare l’emergenza e, soprattutto, di continuare a fornire il giusto supporto ai nostri clienti senza soluzione di continuità».
Il momento storico che stiamo vivendo ci sta insegnando molto, soprattutto per ciò che riguarda l’utilizzo della tecnologia. «Nei mesi passati abbiamo assistito a molti dibattiti sul ruolo delle tecnologie, soprattutto quelle più innovative. Si è molto discusso in termini di etica, sull’interazione uomo e tecnologia. Molti sollevavano preoccupazione per l’eventuale sostituzione dell’uomo da parte, per esempio, dell’intelligenza artificiale o del rischio che le nuove tecnologie possano ridurre l’attività di comunicazione tra esseri umani. Il momento che stiamo vivendo forse ci sta dimostrando che molti aspetti di questo dibattito sono superati dagli avvenimenti, in quanto è dimostrato che le tecnologie ci stanno aiutando a rimanere in contatto con i nostri colleghi e clienti, restare aggiornati e in contatto con il mondo e continuare a imparare. Soprattutto hanno consentito a chi opera nel campo della sanità, e a coloro che stanno garantendo la sicurezza di tutti noi, di continuare a fare formazione e a fronteggiare un nemico nuovo, scoprendone e studiandone aspetti ancora mai valutati. Sicuramente torneremo in aula, ma con un approccio diverso e riusciremo a sfruttare meglio anche i momenti di formazione da remoto riconoscendole un’importanza maggiore, seppure nella complementarietà».
L'ecosistema globale digitale per la formazione di Siemens
Mattia Frigerio, Learning Partner di Siemens, sostiene che «le persone sono il cuore dell’organizzazione, e questo riconoscimento passa anche dal supporto alle necessità che hanno reso concreto dal lavoro su molti fronti per creare le migliori condizioni per tutti. Il Crisis Management Team, costituito fin dall’inizio dell’emergenza, monitora insieme a HR anche i bisogni legati a diverse modalità di lavoro, oltre ai temi di salute e sicurezza. L’impiego di tecnologie e una continua attenzione al dialogo capo-collaboratore, insieme ad una comunicazione frequente e trasparente a tutti i dipendenti consentono di affrontare la situazione rimanendo uniti. Sviluppare e sostenere la resilienza delle persone, riconoscere le nuove sfide di comunicazione e gestione dei team, lavorare per obiettivi e rafforzare la leadership per fronteggiare le emergenze sono attenzioni che oggi trovano diretta applicazione nel contesto quotidiano, ma che sono state preparate nel tempo».
L’investimento continuo in tecnologia ha portato ad avere un ecosistema globale digitale di formazione ricco di proposte, semplice nella sua fruizione e aperto a tutti i dipendenti per sviluppare interessi e approfondire competenze. Una sezione speciale è stata creata per ospitare le sfide poste dall’emergenza Covid-19.
«Per quanto riguarda gli incentivi nazionali della formazione 4.0, c’è sempre attenzione alle opportunità offerte. In particolare, accogliamo con piacere il crescente riconoscimento per le attività di formazione online, con la conseguente possibilità di validarle all’interno di diversi strumenti di finanziamento.
Sul futuro, leggere questo periodo come se il virtuale si imponesse su tutte le esperienze rischia di creare uno scontro tra tifoserie, una contrapposizione che impoverisce le possibilità di formazione. La nostra offerta comprende tutti i tipi di formazione, dal social learning agli ambienti virtuali, dall’aula in presenza a spazi digitali con avatar 3D, da gruppi di lavoro a workshop internazionali on-line. L’apprendimento tramite relazioni umane e la condivisione di esperienze rimarrà l’ago di questa bilancia. Mettendo insieme il meglio dai diversi modi di fare formazione, si potrà consentire alle persone di costruire vere e proprie abitudini formative affini alle esigenze e preferenze di ciascuno, per portare a tutti le possibilità di upskilling e reskilling necessarie oggi per investire sulla propria professionalità. Sarà un grande campo di sperimentazione, a cui non vediamo l’ora di prender parte per rendere l’esperienza di formazione continua migliore per tutti».
Rockwell Automation punta sulla formazione on-line
Fabrizio Conte, Country Business Manager Italy Servizi Post-Sales (CSM) di Rockwell Automation, spiega come la formazione interna a Rockwell Automation si avvalga ormai già da molti anni di contenuti on-line, destinando la formazione in aula solo a specifici argomenti e occasioni. «L’emergenza sanitaria che stiamo attraversando ha aumentato la fruizione di questi corsi in virtù del maggior tempo disponibile rispetto ai periodi di normale operatività. La sollecitazione ai nostri clienti ad avvalersi di questi contributi, laddove in linea coi propri requisiti, resta forte e fortemente raccomandata da Rockwell Automation. La proposta di formazione verso la nostra clientela si è dovuta spostare dalle classiche modalità di aula verso la possibilità di partecipare a training specialistici on line, attraverso l’utilizzo intensivo della rete e dei tool disponibili per renderla possibile, oltre all’allestimento di un sistema di demo remote, attualmente in fase di completamento e collaudo, che permette ai corsisti di esercitarsi su apparecchiature e simulatori fisicamente a migliaia di chilometri di distanza come se si trovassero sulla propria scrivania.
Ci aspettiamo che, come in molti campi, anche nell’ambito della formazione l’accelerazione che Covid-19 ha dato all’utilizzo di nuove pratiche finisca poi con il renderle parte di una nuova quotidianità. In futuro la formazione da remoto e l’esistenza di infrastrutture tecnologiche di alto livello atte a renderla possibile sarà la norma, con tutte le ovvie ricadute positive in termini di costi e tempi, e senza alcun impatto negativo sulla qualità formativa».
Abb: largo alle soft skill nelle aule virtuali
«Dallo scorso mese di maggio abbiamo iniziato ad erogare alcuni corsi formazione di soft skill con le virtual class room utilizzando Teams e stiamo pianificando ulteriori sessioni per i prossimi mesi», racconta Zaira Panza, Global Talent & Learning Partner di Abb. «I nostri dipendenti hanno sempre a disposizione la piattaforma di Skilla Cloud per la fruizione, in completa autonomia, di pillole formative su svariate tematiche, utilizzando la metodologia dell’e-learning, oltre che della piattaforma offerta da EF (English First) per la formazione linguistica on-line (fruibile anche dai familiari dei dipendenti gratuitamente)».
Entrambe queste piattaforme sono disponibili 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. «Per quanto riguarda i clienti, da sempre Abb contribuisce alla loro crescita professionale mettendo a disposizione un calendario corsi sempre aggiornato secondo le tendenze di mercato e lo fa anche in questo momento critico sfruttando i canali digitali e proponendo webinar per ampliare il background culturale. Per il futuro continueremo a sperimentare l’erogazione dei corsi di formazione a distanza, probabilmente con una frequenza maggiore di quanto fatto in passato. Si svolgeranno in aula quei corsi che per il particolare contenuto formativo e/o metodologia di apprendimento richiedono un’interazione face to face».