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Data Strategy: crescono gli investimenti nella grande industria

Crescono gli investimenti in Data strategy nelle grandi imprese (+20%), guidate da banche e assicurazioni e seguite dal manifatturiero (+23%), che rappresenta un quarto del mercato. Ancora assente nelle pmi un approccio integrato ed evoluto dei dati.

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Gaia Fiertler

La curiosità per la GenAI traina non solo il Cloud, ma anche gli investimenti in Data Strategy delle grandi aziende. Si stima che il 2024 si chiuderà con una spesa di 3,42 miliardi di euro (+20% rispetto al 2023) per investimenti in infrastrutture, software e servizi connessi alla gestione e all'analisi dei dati. Il 75% degli investimenti è realizzato da grandi imprese e solo il 6% dalla Pubblica Amministrazione.

«Se il 2023 è stato l’anno della fascinazione per l’intelligenza artificiale generativa, il 2024 è l’anno dell’implementazione delle prime iniziative a livello internazionale. Questo ha avuto una ricaduta diretta sulle scelte d’investimento anche in Italia, sia in termini di tecnologie per la gestione dei dati, sia nella volontà di sperimentare nuove applicazioni», commenta Carlo Vercellis, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Big Data & Business Analytics del Politecnico di Milano.

E nelle pmi? Data strategy diffusa, ma ancora solo analisi descrittiva

Quasi quattro su cinque le pmi usano i dati disponibili in azienda per analisi descrittive (78%), con una crescita lenta, ma costante, negli ultimi tre anni (+5% rispetto al 2023).

È ancora assente, invece, la cultura dell’integrazione dei dati. O non viene fatta, o solo manualmente con attività di importazioni ed esportazioni (49% la piccola; 42% la media).

Integrazioni di diverse fonti di dati su piattaforme come data lake o data platform sono infatti ancora agli albori (2% piccole, 5% medie), mentre alcune parziali integrazioni di dati tramite automazioni software di Business intelligence sono presenti nel 18% delle medie e nel 12% delle piccole.

Le analisi descrittive dei dati si concentrano sui processi amministrativi (74%) e nemmeno una su due analizza dati da Erp e software gestionali (44%). Ancora meno utilizzati i dati per attività di marketing (solo il 15%) dalle pagine social aziendali, presenti nel 29% delle Pmi o da dati web (23%).

Solo una su quattro sfrutta i dati del CRM (26%) ed è ancora residuale l’IIoT (Industrial Internet of Things) nei processi produttivi (16%). La fotografia offerta dall’Osservatorio del Politecnico Milano è frutto di una elaborazione statistica su un campione di 559 pmi.

Progetti pilota su manutenzione predittiva nelle medie aziende

Sono comunque in corso sperimentazioni su analisi predittive in tre aziende su quattro (+7% sul 2023), soprattutto nelle medie. I progetti pilota prevalenti sono, in produzione, la manutenzione predittiva per ridurre i fermi macchina.

In area commerciale, invece, l’AI viene introdotta per migliorare le campagne marketing e ridurre il tasso di abbondono dei clienti.

Più in generale, con le analisi predittive si cercano vantaggi nella pianificazione economico-finanziaria e nella previsione della domanda.

Obiettivi formativi per il 2025

Solo, o almeno, il 37% delle pmi ha in previsione azioni specifiche nei prossimi 12 mesi, soprattutto di carattere formativo, per imparare a usare strumenti di Business Intelligence (29%), Data Science e AI (20%). Quindi progetti di integrazione dati (18%) o di Data Science e AI (12%).

In particolare, c’è un certo interesse per le potenzialità della GenAI e, di riflesso, per un approccio più strutturato all’analisi dei dati. Se ne parla di più ma, per il momento, nulla è cambiato per una pmi su tre. Registra invece un effetto positivo il 16% delle medie e il 10% delle piccole. Mentre per la metà (49% delle medie e 57% delle piccole) non vi è stato alcun impatto.

Data Strategy: crescono gli investimenti nella grande industria - Ultima modifica: 2024-11-21T12:32:46+01:00 da Gaia Fiertler