Consumare meno, consumare meglio

Ridurre i consumi significa comprimere i costi e, quindi, essere più competitivi sul mercato. E proprio in questo contesto che sono stati elaborati i certificati bianchi, un significativo incentivo alla razionalizzazione

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Massimiliano Cassinelli

Sino a pochi mesi fa investire in efficienza energetica era considerato semplicemente un obbligo di legge, magari legato al protocollo di Kyoto, a cui le aziende si sottoponevano con una certa riluttanza, cercando sempre una possibile scappatoia. Negli ultimi tempi, però, molte cose sono cambiate, perché i responsabili aziendali, al momento di sostituire motori e sistemi di controllo, possono scegliere tra soluzioni più costose, ma che garantiscono un risparmio energetico, e altre inizialmente economiche, ma caratterizzate da maggiori consumi. Oltre agli aspetti economici diretti, inoltre, è finalmente cresciuta la sensibilità ambientale e tutti ci rendiamo conto che ad un maggior consumo corrispondono, immancabilmente, maggiori immissioni di gas nocivi nell'atmosfera, con ripercussioni che colpiscono tutti. Infine, l'aumento del costo dell'energia, che in Italia è già il più elevato su scala continentale, unito ad una fase di contrazione dei consumi, sta rendendo sempre più aspra la competizione sui mercati internazionali, costringendo tutti a compiere scelte sempre più ragionate. A spingere verso l'adozione di soluzioni a minor consumo stanno contribuendo anche gli stessi produttori di motori, con la certificazione dei motori ad elevata efficienza, e i politici nazionali, con campagne di incentivazione economica per chi sceglie di investire su inverter e motori ad alta efficienza. Un'attenzione non trascurabile se consideriamo che l'approvvigionamento energetico del nostro Paese dipende per la maggior parte dall'estero, con il rischio che l'intero sistema produttivo possa essere messo in ginocchio dall'instabilità politica dei fornitori di energia o di combustibili fossili.
Oltre la metà dell'energia elettrica nazionale viene utilizzata dal settore industriale, che destina i tre quarti di questi consumi proprio all'azionamento dei motori. Macchine, spesso vecchie e prive di un adeguato controllo, che inducono sprechi elevati e ingiustificati. Una sensazione confermata dal progetto Save, varato dalla Commissione Europea, dal quale emerge che un terzo dell'energia attualmente assorbita da tali motori elettrici potrebbe essere risparmiata semplicemente adottando tecnologie moderne.

I certificati bianchi
Proprio in questo contesto sono stati elaborati i certificati bianchi, che rappresentano un significativo incentivo alla razionalizzazione. Il decreto del 20 luglio 2004 fissava infatti, per le società di distribuzione, precisi traguardi quantitativi di risparmio di energia.
All'atto pratico è stato stabilito che, a seguito d'interventi di razionalizzazione, vengono attribuiti titoli di efficienza energetica (Tee), noti anche come 'certificati bianchi'. Per ogni Tep effettivamente risparmiata, il Gestore del Mercato Elettrico (Gme) rilascia, su autorizzazione del ministero, 100 euro. Si tratta, quindi, di un'opportunità interessante per le aziende che utilizzano molta energia elettrica, in quanto, scegliendo la strada più opportuna, possono razionalizzare i propri consumi in comune accordo con una Esco (Energy Service Company) interessata a farsi carico degli interventi. L'acquisizione dei certificati bianchi, pur con l'intermediazione di una Esco, offre interessanti vantaggi all'azienda che, in primo luogo, si avvantaggia della riduzione dei costi d'esercizio.
In tale ambito è opportuno ricordare che le Esco possono offrire anche consulenza tecnica per individuare interventi di razionalizzazione energetica e finanziare l'intervento attraverso il meccanismo del 'finanziamento tramite terzi', fornendo inoltre la garanzia dei risultati previsti in fase di valutazione. Anche i produttori di tecnologie efficienti sono avvantaggiati dai certificati bianchi, in quanto sono coinvolti in questo circolo virtuoso proprio in virtù di prodotti capaci di garantire un'effettiva riduzione dei consumi e, quindi, dell'emissione di gas inquinanti.

Metti in moto l'efficienza
Se per ottenere un certificato bianco è necessario operare in comune accordo con una Esco, le recenti finanziarie hanno però previsto tutta una serie di agevolazioni rivolte direttamente alle aziende. In particolare, per le spese documentate sostenute per l'acquisto e l'installazione di motori (con taglia compresa tra 5 e 90 kW) classificati in classe di efficienza 1 (Eff 1), è stata prevista una detrazione dall'imposta lorda per una quota pari al 20% degli importi a carico del contribuente, fino a un valore massimo della detrazione di 1.500 euro per motore.
Un provvedimento analogo è stato varato per l'acquisto e l'installazione di variatori di velocità (inverter) su impianti con potenza elettrica compresa tra 7,5 e 90 kW. Anche in questo caso la detrazione dall'imposta lorda è stata fissata al 20% degli importi rimasti a carico del contribuente, fino a un valore massimo della detrazione di 1.500 euro per intervento, in un'unica rata.

Come chiedere la detrazione
Per usufruire delle detrazioni previste dal Decreto Motori è sufficiente inviare all'Enea la fattura d'acquisto, sulla quale sia indicata la potenza e i codici di identificazione dei singoli motori (o degli inverter), e la copia della documentazione relativa alla classificazione Eff1, autocertificata dal costruttore.
Nel caso in cui l'apparecchio sia fornito all'interno di una macchina è  necessario richiedere una fattura separata al fornitore.

Vantaggi per chi?
I primi ad avvantaggiarsi di queste detrazioni sono le imprese e le società, anche se il Decreto non fissa nessuna limitazione specifica sulle dimensioni del contribuente che chieda una simile detrazione. Questo significa che la richiesta può essere inoltrata anche da persone fisiche o professionisti.
È però necessario che i rendimenti minimi, fissati per Decreto, siano raggiunti e che il richiedente sia sempre l'utilizzatore finale. Non possiamo però dimenticare che, al di là dei vantaggi fiscali, un riduzione dei consumi rappresenta un vantaggio, in primo luogo, per chi ne usufruisce in termini di minori costi energetici e, quindi, di una maggiore competitività.

Consumare meno, consumare meglio - Ultima modifica: 2009-10-15T18:04:38+02:00 da Lucia Favara