La comunicazione industriale è alla base dello sviluppo della digitalizzazione nell’Industry 4.0. Il messaggio in arrivo dall'evento di Consorzio PI Italia “Le tecnologie di comunicazione abilitanti per la digitalizzazione dell'industria” è forte e chiaro.
L'incontro si è svolto due giorni fa alla presenza delle associazioni di categoria come Ucimu, Anima e Anie, nonché di professionisti di Altea Federation, Oracle, Sap e Clusit. Un momento di confronto sulle tecnologie promosse dal Consorzio e le sfide che oggi definiscono il mercato industriale.
Numeri in crescita nel mondo e in Italia
Attraverso l’utilizzo dei protocolli Profibus, Profinet, IO-Link e Omlox - di cui il Consorzio si fa promotore dal 1994 - è possibile raccogliere i dati utili ai processi di gestione più avanzati direttamente dal campo, creando così valore per l’azienda. Ad oggi le tecnologie che utilizzano questi standard a livello mondiale, i cosiddetti nodi, sono per Profinet circa 60 milioni (+23% rispetto al 2022) e 35 milioni di nodi IO-Link (+33%) secondo i dati raccolti dal PI International.
Alessandro Morana di Anie ha sottolineato che in crescita su territorio italiano, secondo l’indagine associativa, si confermano le tecnologie basate su Profinet – standard di “dialogo” estremamente rapido che utilizza Ethernet, ed è e in grado di collegare il “campo” ai sistemi gestionali dell’azienda – con +28% nel periodo 2021/2022.
Consorzio PI Italia sostiene da sempre l’implementazione di soluzioni avanzate sulla base di tali protocolli; ad oggi sul territorio nazionale circa 72 aziende sono certificate e sviluppano tecnologie con Profibus, Profinet, IO-Link e Omlox, dai grandi player alle aziende medio-piccole. L’utilizzo di standard certificati e diffusi favorisce la competitività delle imprese e definisce una rete di scambio sicura ed affidabile, in grado di supportare le diverse realtà nelle sfide del mercato contemporaneo, confermano i dati.
Quali sono le sfide principali del settore dell’automazione oggi?
Su questo punto sono intervenuti professionisti autorevoli alle due tavole rotonde che si sono svolte durante l’evento. Al primo appuntamento della mattinata la riflessione si è focalizzata sulle difficoltà di conciliare innovazione e propensione al cambiamento che spesso si incontra negli addetti ai lavori, come ha precisato Silvano Joly, Business Development Director di Altea Federation.
Luisella Giani, Emea Head of Commercial Industries di Oracle, ha inoltre sottolineato come l'Italia sia in ritardo nella digitalizzazione, con l’investimento di solo l'1,5% del Pil in innovazione, ben al di sotto dell'obiettivo del 3% dell'Unione Europea. “La svolta è nell'adozione di quelle tecnologie abilitanti che consentono di adattarsi alle fluttuazioni del mercato mantenendo la marginalità”.
L’importanza delle tecnologie come strumenti strategici per una supply chain resiliente e flessibile è stata evidenziata da Matteo Losi, Head of Architects and Innovation di Sap. Il manager ha poi precisato la necessità di una loro standardizzazione in termini di sicurezza ed efficienza in conformità alle normative che tutelano il mercato.
Dall'università al campo: la formazione non finisce mai
La seconda tavola rotonda ha visto al centro del dibattito l’importanza della formazione e della definizione di nuove figure professionali. Infatti, per essere competitivi e competenti secondo Alessandro Maggioni, Direttore Relazioni istituzionali di Anima Confindustria, è necessario strutturare una formazione ad hoc che inizi dall’università e prosegua sul campo.
Gli operatori devono essere in grado di gestire le sfide della digitalizzazione con competenze adeguate sia in ambito informatico, oltre che ingegneristico, come confermato da Enzo Maria Tieghi, Membro del Comitato Scientifico di Clusit, sia in ambito normativo ha aggiunto Enrico Annacondia, Responsabile Direzione Tecnica Ucimu.
È stato così toccato l’importante tema della cyber security. Il 2022 ha visto il settore manifatturiero tra i principali protagonisti di cyber attack nel nostro Paese; nell’ultimo periodo è al centro del dibattito per la definizione e la prossima entrata in vigore del Nuovo Regolamento Macchine.
Gli obiettivi di Consorzio PI Italia
Insomma le sfide del mercato possono essere supportate da tecnologie sicure, diffuse ed interoperabili che permettono alle aziende di rispettare le normative, di efficientare i processi e di fornire loro un valore aggiunto per la strategia aziendale.
“Consorzio PI Italia vuole essere un abilitatore ed un portavoce del settore, facendosi promotore di un network di collaborazioni che permettano alle realtà italiane di crescere e innovarsi, cavalcando l’ondata di opportunità che la digitalizzazione ci mette a disposizione”, conferma Giorgio Santandrea, Presidente del Consorzio PI Italia. “C’è ancora molto da fare, ma lavoriamo costantemente per implementare le nostre soluzioni e per essere al fianco dei nostri consorziati”.