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Agrifood: sostenibilità e qualità in ottica 4.0

Nella nuova Live Demo di Smact “From Farm to Fork”, al Padiglione 7 della Fiera di Padova, le nuove tecnologie vengono applicate alla filiera dell’agroalimentare, con il supporto di partner come Schneider Electric ed Electrolux Professional. Ascani, sottosegretario Mise: «Il digitale non è un cambiamento per pochi, ma ha un impatto sul lavoro e sulla sopravvivenza delle imprese».

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Gaia Fiertler

L’obiettivo della nuova Live Demo di Smact, il Competence Center del Triveneto, è quello di mostrare, far toccare con mano e dimostrare il valore aggiunto che l’Industria 4.0 apporta anche alla filiera agroalimentare, in un’ottica di sostenibilità dell’intero ciclo di produzione del cibo, rispettando la qualità delle materie prime e della loro trasformazione.

Dopo il dimostratore sul vino a Verona, quello sul digital twin a Trieste e il terzo sulla fabbrica digitale a Rovereto, ora il campo di applicazione delle nuove tecnologie 4.0 si estende al settore agricolo e a quello trasformativo, con il supporto scientifico dell’Università di Padova, che sposterà nel quartiere fieristico la Facoltà di Ingegneria, per un contatto sempre più stretto tra ricerca e impresa.  

Il dimostratore “From Farm to Fork” copre una superficie di 3mila metri quadri nel Padiglione 7 della Fiera di Padova e comprende una serra indoor e tre linee produttive: un birrificio artigianale, un laboratorio per la panificazione e uno per la vasocottura, tecnica di cottura in vetro che conserva le proprietà organolettiche degli ingredienti. A conclusione, in una “shared kitchen” i visitatori condivideranno una esperienza sensoriale, degustando i piatti e la birra appena prodotti.

Fabrizio Dughiero

«La nostra è una rete di “fabbriche scuola” produttive, non solo dimostrative, a disposizione di imprese, ricerca e studenti per far avanzare nella pratica le competenze innovative di cui hanno bisogno le nostre Pmi. Il progetto prosegue a pieno ritmo nella sua realizzazione e diffusione in tutte le regioni del Nordest in una logica vincente, fin dall’inizio, di stretta collaborazione tra istituzioni, università, centri di ricerca e imprese con l’obiettivo comune di portare innovazione nel tessuto economico», commenta Fabrizio Dughiero dell’Università degli Studi di Padova, presidente del consiglio di gestione del Competence Center. Smact riunisce tutte le Università del Triveneto, centri di ricerca e aziende di primo piano che, in un ecosistema di oltre 60 partner, contribuiscono alla diffusione della cultura e dell’adozione dell’Industria 4.0.

«All’interno della Live Demo di Padova sono presenti use case che parlano di digitalizzazione non solo alle imprese dell’agroalimentare, ma anche alle Pmi di settori diversi, perché abbiamo selezionato processi che sono trasversali, dal trattamento fluidi alla cottura, dalle macchine rotative all’assemblaggio, alla logistica. Toccare con mano le potenzialità dell’innovazione aiuta a persuadere i piccoli imprenditori a intraprendere percorsi di innovazione e a formare il personale con esempi pratici, anziché con lezioni teoriche», racconta Matteo Faggin, direttore generale di Smact.

Matteo Faggin

L’Industria 4.0 dalla serra alla tavola

Nella Live Demo dalla serra alla tavola i processi sono interamente digitalizzati con sensori, che raccolgono dati sulla gestione del clima, sul controllo dei parametri di produzione, sul monitoraggio dei consumi di acqua ed energia e sul controllo qualità. I dati vengono analizzati tramite algoritmi di intelligenza artificiale sia a livello Edge che Cloud, restituendo informazioni utili per fare aggiustamenti e prendere decisioni per rendere più efficiente e sostenibile l’intera filiera, nel rispetto della qualità degli ingredienti.

In particolare, nella serra indoor vengono sperimentate tecnologie per gestire e monitorare la crescita delle piante, verdure e cereali finalizzati alla produzione del pane e della birra, con un sistema di gestione intelligente del clima, dell’umidità, del dosaggio di acqua, per arrivare ad avere i migliori parametri utili a un consumo energetico ottimale.

L’impianto di produzione della birra, progettato e fornito dal Gruppo Della Toffola, avrà una capacità produttiva annua di circa 25.000 litri di birra, che verrà immessa sul mercato regionale e nazionale. L’impianto è collegato alla rete e al software gestionale di Smact per il monitoraggio dei cicli di riscaldamento, di raffreddamento, di controllo tempi e di controllo della bollitura, per il controllo delle temperature di fermentazione e stoccaggio.

Realtà aumentata e supervisione da remoto consentono inoltre un costante controllo del funzionamento dell’impianto e di elaborazione dei numeri di processo: litri di birra prodotti, numero di bottiglie, tappi, etichette. L’impianto sarà gestito dai docenti e allievi dell’Accademia delle Professioni della Fondazione San Nicolò, che si occuperanno di studiare e sviluppare ricette innovative per produrre sempre nuove birre artigianali.

Con oltre 1.200 Mastri Birrai formati nelle 75 classi all’attivo dal 2012, l’Accademia delle Professioni è stata la prima in Europa a introdurre un percorso formativo per la qualifica professionale di Birraio Artigiano e si è aggiudicata la medaglia d’oro al “Bruxelles Beer Challenge”.

Dalla produzione al magazzino, vince la piattaforma IoT

Nell’impianto di produzione del pane, fornito da Sottoriva, vengono invece mostrate tutte le fasi di lavorazione a partire dalla miscela delle materie prime, l’impasto, la successiva cottura e infine la parte di confezionamento e imballaggio. Per ogni fase produttiva viene mostrato il beneficio tangibile dell’impiego delle tecnologie 4.0: ottimizzazioni nel processo produttivo e risparmio di energia, adattando il piano di produzione in funzione del “peso” energetico del prodotto finito.

Anche nella linea di vasocottura intervengono intelligenza artificiale, monitoraggio dei consumi, controllo qualità ed efficienza di operatori e impianti, con un mix di tecnologie 4.0 progettate da Considi: sistemi con riconoscimento visivo di alimenti e temperature, sistemi intelligenti per la gestione del magazzino, lo stampaggio delle etichette, il controllo della qualità e dell’efficienza di operatori e impianti, una rete di informazione Smart Grid per monitorare i profili di consumo e una dashboard per visualizzare i dati di sintesi.

In particolare, il socio del consorzio Schneider Electric ha messo a disposizione una piattaforma IoT per la raccolta dati e una “control tower” per le linee produttive: si tratta della connessione di tutti gli asset della Live Demo tramite un layer di raccolta dati e di messa a disposizione di questi dati a livello “edge”, per mostrarne poi alcuni di questi su interfacce cloud di rapido utilizzo. Presente anche una “control tower” che viene utilizzata per il monitoraggio costante della fabbrica e per la gestione delle interazioni con gli operatori.

Non solo, è attiva anche una suite di servizi digitali per la gestione dell’edificio in ambito Office 4.0, per creare luoghi di lavoro intelligenti che ottimizzano l’uso dello spazio, migliorano il comfort e l’esperienza dei dipendenti, migliorano la produttività e riducono i costi del servizio di struttura. Partner tecnico anche Electrolux Professional, entrato di recente in Smact Innovation Ecosystem, il programma lanciato dal Competence Center del Nordest per rispondere alla necessità di molte imprese di confrontarsi con altri innovatori nei processi di transizione digitale.

La panificazione e la preparazione di piatti con vasocottura sarà gestita da Work Crossing (Forcellini Ristorazione), cooperativa sociale che sviluppa la sua attività nel campo della ristorazione, impiegando categorie svantaggiate e promuovendone il recupero e la riabilitazione nella società. La realizzazione della Live Demo è stata possibile grazie anche al supporto di AD Serre, Planum studio di architettura e progettazione integrata, Impredil, Techne e al consorzio “Luce in Veneto”.

L’impegno del Mise nello sviluppo dei Competence Center

«Tutte queste tecnologie che vediamo oggi in funzione sono messe a disposizione delle Pmi italiane che, da sole, non potrebbero farsi carico di specifiche competenze, né di Uffici di ricerca e sviluppo che, invece, trovano sul territorio grazie alle attività dei Competence Center sulle linee pilota. Questi nascono infatti da una idea importante: la digitalizzazione non si fa a parole, ma nei fatti grazie all’incontro tra i bisogni delle aziende e una offerta di competenze e tecnologie da far provare e conoscere alle pmi, per poi investire su quelle che servono a loro loro, in un processo inarrestabile e necessario per la competitività e lo sviluppo del Paese», commenta Anna Ascani, sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise), presente all’inaugurazione della nuova Live Demo di Smact.

Anna Ascani

Il Mise sta puntando molto sui Competence Center che dovrebbero arrivare a una cinquantina, grazie a uno stanziamento di 350 milioni di euro entro il 2026 secondo il piano del PNRR.

«Ci aspettiamo molto dai Competence Center e ci scommettiamo molto, non solo economicamente, ma anche come impegno, dialogo e presenza. Rinnoviamo il nostro sostegno agli attuali otto Competence center sia nella gestione delle strutture, sia nella ricerca e sviluppo con bandi per le imprese, che hanno dato ottimi risultati in questo primo triennio oltre le attese, visti gli ostacoli della pandemia».

«Ci aspettiamo uno sviluppo anche della funzione formativa dei Competence Center, senza sostituirsi, ma dialogando con la formazione professionale e con gli ITS, che hanno un placement post diploma del 90%, per cui sono previsti 2 miliardi di euro di investimento dal PNRR.

In particolare, i Competence Center devono occuparsi della formazione di chi è già occupato e di chi fa impresa, ossia l’imprenditore, che ha bisogno di capire che cosa serve davvero alla sua realtà e al suo modello di business. Sul territorio, infatti, oggi trova chi può accompagnarlo nel suo unico, irripetibile percorso, perché il digitale non è un cambiamento per pochi, ma ha un impatto sul lavoro e sulla sopravvivenza stessa delle imprese», conclude Ascani.

Agrifood: sostenibilità e qualità in ottica 4.0 - Ultima modifica: 2022-05-09T09:25:25+02:00 da Gaia Fiertler