HomeIndustria 4.0Incentivi e Transizione 5.0Il Disegno di Legge per il Made in Italy, una realtà sempre...

Il Disegno di Legge per il Made in Italy, una realtà sempre più concreta

Approvato, dal CdM, il Disegno di Legge per la valorizzazione, la promozione e la tutela del Made in Italy. In attesa del Parlamento, si concretizza l’idea di un Codice del Made in Italy, che favorirà la crescita economica del Paese, dando continuità al sistema degli incentivi.

Ti potrebbero interessare ⇢

Marianna Capasso

Ne aveva inizialmente parlato durante l’Italian Design Day, il 9 marzo 2023, e lo ha riconfermato più volte nei suoi interventi degli ultimi mes. Così il Ministro Adolfo Urso si è fatto portavoce della nuova iniziativa che prevede l’emanazione di una Legge sul Made in Italy.

Anche ieri, 31 maggio 2023, nel suo speech in videocollegamento, alla presentazione del Rapporto Ingenium 2023 – edito dal Centro Studi di Confindustria con la collaborazione di Federmacchine – il rappresentante del MIMIT ha annunciato che la presentazione del Disegno di Legge sarebbe stata sottoposta nel pomeriggio al Consiglio dei Ministri, per poi continuare l’iter legislativo alle Camere, nelle prossime settimane.

E così, mentre maggio volgeva al termine, il Governo ha dato il via libera alla bozza del Disegno di Legge, azione prodromica per il futuro Codice sul Made in Italy. Il prezioso strumento rafforzerà il sistema produttivo italiano d’eccellenza. Conferirà al Paese un elegante (e utile) biglietto da visita, da esibire sullo scenario europeo e globale.

Perché una Legge sul Made in Italy?

Dopo un triennio particolarmente impegnativo per la comunità imprenditoriale, tra crisi pandemica ed energetica, è arrivato il momento di reagire. La forte vocazione manifatturiera del sistema produttivo italiano ha bisogno, costantemente, di un sostegno dall’alto. È necessario assicurare continuità alle misure agevolative destinate alle pmi ma, allo stesso tempo, proteggere l’expertise delle imprese e tutelarle, a livello nazionale e globale.

Il sistema degli incentivi va riorganizzato, dopo una apposita revisione. Si rende necessaria la creazione di un codice ad hoc – che dovrebbe arrivare entro due anni dall’emanazione della normativa in fieri. Riflettendo proprio sull’analisi della struttura economica italiana, si dovrà delineare una nuova e valida politica industriale.

Si parte dalla promozione delle eccellenze italiane e del patrimonio artistico, storico e culturale del Paese. Per far funzionare la leva della crescita economica si punta però anche sul rifinanziamento di una serie di incentivi e sulla creazione di un fondo sovrano per ricapitalizzare le aziende strategiche.

Questo, e molto altro, è racchiuso, preziosamente, nella bozza della futura Legge quadro, ora pronta per l’iter in Parlamento, i cui punti cardini sono quattro:

  • sostegno finanziario al Made in Italy;
  • lotta alla contraffazione;
  • semplificazione delle procedure per le filiere strategiche;
  • formazione e competenze.

Il Disegno di Legge sul Made in Italy: la struttura provvisoria

Il testo ufficiale del Disegno di Legge non è noto, anche se negli ultimi giorni sono “circolate” diverse bozze, secondo le quali l’atto normativo dovrebbe essere composto da cinque Titoli, ciascuno dei quali suddiviso per Capi. Gli articoli dovrebbero essere 50 ma, durante l’iter legislativo, il numero potrebbe mutare.

Dopo una parte introduttiva, si passa al corpus normativo, con il Titolo I (Crescita e consolidamento delle filiere strategiche nazionali). Il Titolo I si compone di due Capi, nella sua versione provvisoria, ed è particolarmente interessante per le opportunità che offre alle imprenditorie, anche del comparto manufacturing.

Il Titolo II si focalizza su “istruzione e formazione”, mentre le misure di promozione rappresentano l’oggetto del Titolo III. Con il Tiolo IV si affronta l’annosa questione della tutela dei prodotti, con un focus sulle nuove tecnologie e la lotta alla contraffazione. La bozza termina con una serie di disposizioni finali, previste nel Titolo V.

Le filiere strategiche nazionali, tra crescita e consolidamento

Ma, al di là della struttura, che potrebbe cambiare, sono i contenuti a essere particolarmente interessanti e, visto il placet del Consiglio dei Ministri, molto probabilmente resteranno (quasi) immodificati. Partiamo proprio dagli incentivi: il Disegno di Legge prevede misure orizzontali e verticali. Le prime sono valide per tutte le tipologie di aziende mentre le seconde sono destinate a specifiche categorie produttive.

È istituito un fondo sovrano, denominato Fondo Strategico Nazionale del Made in Italy che, con una dotazione iniziale di 1 miliardo di euro, dovrà supportare la crescita e il consolidamento delle filiere strategiche nazionali, anche funzionalmente all’approvvigionamento di materie prime ed energia, attraendo capitali e favorendo la realizzazione di investimenti governativi.

In tal senso è previsto l’intervento del MEF. Questo, a condizioni di mercato, potrà entrare nel capitale di imprese nazionali ad alto potenziale o in quello di specifiche compagini capaci di generare importanti esternalità positive per il Paese. Lo farà attraverso l’acquisizione di azioni o strumenti finanziari, con investimenti compresi tra i 500 milioni e il miliardo di euro – pur rimanendo sempre un azionista di minoranza.

Nuovi e vecchi incentivi nel Disegno di Legge Made in Italy

Nella bozza, tra le misure orizzontali del Titolo I si parlava anche di un rifinanziamento della Nuova Sabatini, la famosa misura beni strumentali tanto amata dalla platea imprenditoriale. Secondo la versione provvisoria della Legge, l’integrazione delle risorse dovrebbe essere stata pari a 274 milioni di euro per l’anno 2023. Ma, nel comunicato stampa del CdM e del MIMIT non se ne fa menzione, e ciò non fa ben sperare, ipotizzando così una futura modifica. O forse si punta semplicemente sull’effetto sorpresa? Vedremo.

Sono poi al vaglio gli incentivi per la proprietà industriale, fondamentali per proteggere le potenzialità delle imprese nel campo della brevettazione. Dal 2024, infatti, anche le microimprese, costituite da non oltre cinque anni, potranno utilizzare il Voucher 3i – l’incentivo per le startup innovative, che finanzia l’acquisto di servizi di consulenza per la brevettazione.

Ci sono poi le misure verticali. Queste sono destinate a specifici comparti del Made in Italy, tra cui la filiera della nautica, della ceramica e dei prodotti orafi, e la filiera del legno-arredo. Proprio a quest’ultima – attraverso l’incremento del livello tecnologico e digitale delle imprese, e grazie alla creazione di sistemi di produzione automatizzati – potrebbero essere destinati 60 milioni di euro, per il 2024.

Made in Italy: lotta alla contraffazione (e tutela degli ACT)

La futura Legge quadro affronta la questione relativa alla tutela dei prodotti italiani. Viene prevista l’adozione di un contrassegno ufficiale di attestazione dell’origine delle merci, di cui è vietato a chiunque l’uso, da solo o in congiunzione con la dizione Made in Italy, al di fuori dei casi consentiti.

Ma la tutela della proprietà industriale non prevede solo strumenti di incentivo e di identificazione ma necessita anche di un corpus normativo e “punitivo”. Saranno infatti riorganizzati gli Uffici competenti per la lotta alla contraffazione. Saranno predisposte modifiche al sistema sanzionatorio, al codice di procedura penale in materia di distruzione delle merci contraffatte e anche ai reati stessi.

In tal senso, le disposizioni della nuova Legge quadro si inseriscono alla perfezione nel contesto attuale, certificato dal Rapporto Ingenium di Confindustria, che tocca anche alcuni specifici settori dell’automazione. L’Italia, nel 2022, ha dimostrato di essere leader, a livello globale, nel comparto dei prodotti ACT. Si tratta di macchinari caratterizzati da automazione, creatività e tecnologia, con un export a +14% rispetto alla media del passato triennio.

Il Bel Paese ha segnato performance migliori di Francia e Germania, in diversi settori della meccanica. Allo stesso tempo, questa esposizione nazionale e internazionale comporta anche una serie di rischi. Fra i primi c'è quello relativo alla contraffazione, sia in Italia che all’estero. Diventa quindi fondamentale proteggere i beni.

La blockchain, l’aspetto innovativo del Made in Italy

Passiamo, poi, all’aspettoprogressista” del Disegno di Legge. Questo, da un lato si focalizza molto sulle peculiarità artigianali e sul classico Made in Italy (dal design al food). Allo stesso tempo, esso non può ignorare l’importanza degli aspetti tecnologici del sistema imprenditoriale nazionale.

Pertanto, tutte le misure di promozione e gli incentivi dovranno essere coerenti con il principio di sostenibilità della produzione e perseguire la transizione digitale.

Sono infatti affrontati temi molto innovativi, come la blockchain per la tracciabilità delle filiere, l’e-commerce e il metaverso. In particolare, il MIMIT promuove e sostiene la ricerca applicata, lo sviluppo e l’utilizzo delle tecnologie basate su registri distribuiti (Distributed Ledger Technologies o DLT). Prende in considerazione l’importanza innovativa della tracciabilità, per la valorizzazione della filiera.

L’esaustività e l’affidabilità delle informazioni, fruibili dai consumatori, è un fattore da cui non si può più prescindere. Nel breve futuro, presso il MIMIT verrà istituito un catalogo nazionale per promuovere la creazione di una rete basata su tecnologie che favoriscano l’interoperabilità con le soluzioni sviluppate all’interno dell’Italian Blockchain Services Infrastructure (IBSI).

DDL Made in Italy: dal liceo alle attività di promozione

Entro settembre 2024 dovrebbe poi essere operativo il Liceo del Made in Italy, per promuovere le conoscenze, le abilità e le competenze connesse alla produzione nazionale. Sono al vaglio anche specifiche misure per il sostegno allo studio, e la creazione di una Fondazione “Imprese e competenze”.

Nel testo provvisorio, poi, si ipotizza l’istituzione dell’Esposizione Nazionale Permanente del Made in Italy. Essa avrà il compito di promuovere e rappresentare l’eccellenza produttiva e culturale italiana, attraverso l’esposizione dei prodotti della storia e dell’ingegno italiano.

Interessante il sostegno destinato al settore fieristico nazionale, comparto “cruciale per la conoscenza e la diffusione dell’eccellenza italiana”. Sarà il MIMIT a promuoverne lo sviluppo, attraverso specifici finanziamenti per la copertura dei costi. Si parla di 50 milioni di euro per il 2024, a valere sulle risorse di un Fondo per il potenziamento delle politiche industriali, di sostegno alle filiere produttive del Made in Italy.

In tutto ciò, saranno fondamentali le attività di promozione e comunicazione delle misure, attraverso campagne pubblicitarie sulla stampa e sulle principali emittenti televisive, grazie alle risorse previste, pari a 2 milioni di euro per il 2023 e 10 per il 2024.

E, per finire, viene istituita la “Giornata nazionale del Made in Italy”. Fissata nel giorno della nascita di Leonardo da Vinci, il 15 aprile di ogni anno si celebrerà la creatività e l’eccellenza italiana. In questo modo, si dovrebbe sensibilizzare la pubblica opinione, promuovendo a livello nazionale la qualità delle opere dell’ingegno e dei prodotti italiani.

Il Disegno di Legge per il Made in Italy, una realtà sempre più concreta - Ultima modifica: 2023-06-01T15:11:38+02:00 da Marianna Capasso