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Le materie prime rendono incerta la crescita

Il Servizio Studi di Confindustria Anie rileva che nell’ultimo anno il prezzo del rame ha subito un rialzo del 52,8%, toccando i 10.000 dollari per tonnellata. Anche per le materie plastiche incrementi sostenuti

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Lucia Favara


Il Servizio Studi di Confindustria Anie rileva come i segnali rialzisti nei prezzi delle materie prime impiegate nel processo produttivo dalle imprese elettrotecniche ed elettroniche si siano intensificati nell'ultimo periodo. In conseguenza di tali tendenze le quotazioni hanno raggiunto e superato per diverse commodity i livelli pre-crisi, esprimendo massimi storici. È questo il caso del rame che ha toccato quota 10.000 dollari per tonnellata, più elevato delle stesse attese formulate solo pochi mesi fa. Particolari tendenze al rialzo hanno interessato anche le materie plastiche, che hanno condiviso gli andamenti dei derivati petroliferi e risentito in alcuni casi di scarsità dell'offerta. Le previsioni per il 2011 non lasciano presagire un'inversione di tendenza, ma indicano un'ulteriore crescita dei prezzi delle materie prime, come testimoniato anche dai primi dati di inizio anno, ad esempio per l'acciaio. Tali andamenti sono riconducibili in parte alla repentina ripresa dell'attività industriale nei principali mercati, in particolare asiatici, che ha spinto nuovamente la domanda di input produttivi. Il mercato delle materie prime è stato interessato nell'ultimo decennio da profondi cambiamenti, legati principalmente all'ingresso dei Paesi emergenti nello scenario internazionale. Alcuni di questi Paesi, soprattutto la Cina, rivestono un ruolo importante non solo dal fronte della domanda, ma anche come produttori ed esportatori di materie prime. Per questi motivi si sono indeboliti equilibri consolidati da decenni, con conseguenze importanti in termini di stabilità e di continuità. A tali dinamiche si sono associati anche rilevanti fenomeni speculativi nei mercati finanziari. In presenza di listini deboli, le commodity hanno in alcuni casi assunto il ruolo di beni rifugio, attirando ingenti capitali. Tale situazione ha contribuito ad accrescere la volatilità delle quotazioni. Al tempo stesso la concentrazione dei siti produttivi di alcuni materiali in territori circoscritti ha dato impulso nell'ultimo anno a speculazioni dal lato dell'offerta e a comportamenti di carattere monopolistico da parte di alcuni attori. È questo il caso della Cina che ha minacciato vincoli all'esportazione delle cosiddette 'terre rare', di cui è il principale produttore mondiale, largamente impiegate in diverse lavorazioni high-tech.

Le materie prime rendono incerta la crescita - Ultima modifica: 2011-02-09T19:03:16+01:00 da Lucia Favara