Sorgenia ha annunciato la trasformazione della sua centrale a ciclo combinato a gas naturale di Bertonico-Turano Lodigiano in una energy multifactory, uno dei primi progetti in Italia a integrare produzione energetica tradizionale e sistemi di accumulo di ultima generazione. Un’iniziativa che rientra pienamente nel percorso di transizione energetica nazionale e che testimonia l’impegno del gruppo nella creazione di un sistema elettrico più stabile, resiliente e sostenibile.
Al centro del progetto c’è l’installazione di un sistema BESS (Battery Energy Storage System), che troverà spazio su un’area di 800 metri quadrati. Qui verranno posizionate sei batterie power intensive, tre convertitori, una cabina elettrica e una cabina trasformatore. L’obiettivo è garantire una risposta immediata e precisa alle variazioni della domanda elettrica, sfruttando la rapidità dei sistemi di accumulo per bilanciare l’intermittenza delle fonti rinnovabili (RES).
“La multifactory è un modello che unisce innovazione e tradizione industriale”, ha spiegato Claudio Moscardini, Generation & Energy Management Director di Sorgenia. “Valorizza al meglio la tecnologia del ciclo combinato e le rinnovabili, ed è indispensabile per una transizione energetica sicura e scalabile. È un progetto che replicheremo anche in altri impianti del gruppo.”
Un impianto strategico per il territorio e il sistema elettrico nazionale
La centrale di Bertonico-Turano Lodigiano, realizzata sull’area bonificata di una ex raffineria, è uno dei tre impianti CCGT (Combined Cycle Gas Turbine) progettati da Sorgenia. Grazie alla sua elevata efficienza e flessibilità, è in grado di entrare in funzione in pochi minuti, rispondendo in tempo reale alle fluttuazioni dei consumi elettrici.
L’introduzione del BESS da 15 MWh permetterà di coprire, per esempio, il fabbisogno energetico di circa 40.000 famiglie per un’ora o di ricaricare 250 veicoli elettrici. Una dotazione fondamentale anche in previsione dello sviluppo industriale previsto nella zona nei prossimi anni.
Come ha sottolineato Massimo Pagani, rappresentante delle istituzioni locali: “È fondamentale che realtà come Sorgenia aprano un dialogo con il territorio, non solo per l’offerta di servizi ma per costruire una conoscenza reciproca con la cittadinanza, in un settore così strategico come quello dell’energia”.
Dalla produzione all’accumulo: verso un sistema energetico più complesso
Moscardini ha ribadito l’importanza della scalabilità e aggiornabilità delle tecnologie adottate, per ridurre il rischio di obsolescenza e contribuire agli ambiziosi obiettivi del Pniec (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima), che prevede di raggiungere 80 GWh di capacità di accumulo entro il 2030, rispetto ai 13 attuali.
“Stiamo vivendo una fase di crescente complessità nei sistemi energetici,” ha osservato. “Basta pensare all’impatto che può avere la ricarica simultanea di centinaia di veicoli elettrici sulla rete. La domanda energetica è oggi molto più imprevedibile, e la multifactory rappresenta una garanzia per bilanciare e stabilizzare il sistema”.
Il ruolo della tecnologia nella multifactory di Sorgenia

Parallelamente all’annuncio della trasformazione, Sorgenia ha aperto le porte della centrale in una fase significativa: quella della manutenzione, pianificata e coordinata con il gestore della rete di trasmissione nazionale Terna per evitare interruzioni impreviste e ottimizzare la disponibilità dell’impianto.
Non da ultimo, un ruolo centrale è svolto dalla manutenzione predittiva e dai sistemi avanzati di monitoraggio. Un approfondimento tecnico sarà oggetto di un articolo che pubblicheremo su uno dei prossimi numeri del periodico Automazione News, offrendo uno sguardo approfondito sulle innovazioni implementate nel cuore della centrale.