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Termografia Flir al servizio della ricerca scientifica

La termocamera Flir Serie SC7000 è stata usata da ricercatori francesi per riprendere l'anidride carbonica durante la sua dispersione nel versamento dello champagne

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Virna Bottarelli
Nella regione francese dello Champagne, dalla quale lo stesso prende il nome,  presso il reparto di termomeccanica di Grespi (Group for Research in Engineering Science) dell'Università di Reims, uno studio ha dimostrato che è l'anidride carbonica a contenere la maggior parte del suo aroma. Rispetto alla parte liquida, nelle bollicine si troverebbe una quantità fino a 30 volte superiore di sostanze chimiche che ne esaltano il sapore.

Poiché la perdita di CO2 corrisponde a una perdita del gusto, gli studiosi hanno quindi analizzato come il modo di versare questo vino frizzante influenzi la perdita di anidride carbonica e hanno riscontrato, analizzando il contenuto di CO2 nello champagne prima e dopo averlo versato, che più la temperatura è fredda, minore è la perdita.
Ancora più sorprendente, tuttavia, è stato il risultato del confronto tra diverse tecniche per versare lo champagne: il modo classico si è infatti rivelato decisamente poco efficace.

I ricercatori hanno confrontato due modi diversi per versare lo champagne, il metodo 'tipo champagne' e il metodo 'tipo birra': il primo consiste nel mantenere il bicchiere in posizione verticale, consentendo allo champagne di raggiungere il fondo del flute, il secondo prevede che lo champagne sia versato in modo che scorra lungo la parete, tenendo il flute in posizione obliqua e riportandolo lentamente in posizione verticale mentre si riempie.
I ricercatori hanno analizzato i livelli di CO2 prima e dopo aver versato lo champagne con i due diversi metodi e i risultati hanno dimostrato che il metodo tipo birra provocava una dispersione di CO2 decisamente inferiore rispetto al metodo tradizionale.

Ma le bollicine non sono l'unico modo in cui l'anidride carbonica esce dallo champagne: si disperde anche diffondendosi attraverso la superficie dello champagne a contatto con l'aria. Quando si versa lo champagne, il liquido frizzante forma uno zampillo mentre cade dalla bottiglia nel bicchiere. Secondo Guillaume Polidori, responsabile del reparto di termo meccanica di Grespi, questo effetto spiega in parte la differenza nella perdita di CO2. "Con il metodo tradizionale, questo zampillo e molto più lungo rispetto a quello del metodo tipo birra. Significa che la superficie dello champagne a contatto con l'aria è considerevolmente più piccola se si versa lo champagne come la birra. Riteniamo che questo spieghi anche in parte la differenza tra le due tecniche per versare lo champagne".

Visto che il processo di diffusione è invisibile a occhio nudo, misurarlo ha rappresentato una prova per i ricercatori. La soluzione a questa sfida si è rivelata essere una termocamera Flir Systems. "Abbiamo usato la termocamera FLIR Serie SC7000 per riprendere la CO2 durante la sua dispersione mentre si versa lo champagne. Questo ha confermato a vista quello che mostravano i risultati delle analisi", spiega Guillaume Polidori.

Flir Serie SC7000 è un sistema aperto molto flessibile che può essere adattato a tutte le situazioni. Garantisce la massima sensibilità, precisione, risoluzione spaziale e velocità possibili. Questa serie di termocamere avanzate è concepita in modo specifico per le applicazioni di ricerca e sviluppo accademico e industriale in cui per produrre dei risultati c'è bisogno di sensibilità e prestazioni all'avanguardia. Con una sensibilità di circa 20mK (0,02 °C) e una risoluzione delle immagini da 640x512 pixel, la termocamera può rendere visibili anche le più piccole differenze di temperatura. La conferma visiva da parte della termocamera SC7000 dell'effetto delle diverse tecniche per versare lo champagne sul processo di diffusione ha fornito quindi ai ricercatori un'ulteriore conferma scientifica della loro sperimentazione.

Termografia Flir al servizio della ricerca scientifica - Ultima modifica: 2013-01-10T09:12:42+01:00 da Virna Bottarelli