Mentre questo 2024 si avvia alla conclusione, si torna a parlare di riduzione dell’impatto ambientale e dei consumi energetici, anche per le microimprese. Questa volta, però, il Piano Transizione 5.0 non c’entra. E l’agevolazione non assume la forma del credito di imposta, bensì di contributo. A copertura del 50% dei costi ammissibili, entro un limite massimo di 50mila euro.
Ci riferiamo al Bando “Investimenti Linea Microimprese”, una nuova agevolazione offerta da Regione Lombardia, a sostegno degli investimenti effettuati dalle pmi.
L'obiettivo del bando
L’obiettivo del bando? Rafforzare la crescita sostenibile e la competitività delle realtà aziendali lombarde, favorendo la creazione di posti di lavoro e di investimenti produttivi.
Con le risorse messe a disposizione dalla Regione, le microimprese potranno puntare sul proprio sviluppo e rilancio competitivo. Senza dimenticare, però, l’espetto digitale e ambientale. Per realizzare una innovazione tecnologica e green degli impianti e delle attrezzature.
Vediamo allora i dettagli del nuovo bando, i cui sportelli sono stati aperti esattamente 2 settimane fa, il 6 novembre 2024.
I beneficiari: le microimprese, con meno di 10 persone e fatturati sotto i 2 milioni di euro
Il Bando è, come suggerisce il nome, destinato agli investimenti effettuati dalle realtà aziendali di ridotte dimensioni, secondo la definizione normativa dell’UE (Allegato I del Regolamento 651/2014). Ovvero, le compagini che occupano meno di 10 persone, con un fatturato annuo e/o un totale di bilancio annuo non superiori a 2 milioni di euro.
Le microimprese dovranno risultare regolarmente costituite, attive e iscritte nel Registro omonimo. Dovranno aver depositato almeno due bilanci e avere una sede legale o operativa in Lombardia da non meno di 12 mesi. La sede sarà infatti quella dove andrà svolta l’attività oggetto del progetto finanziato.
Sono escluse le imprese che operano in specifiche attività (agricoltura, silvicoltura, pesca, attività finanziarie e assicurative, tabacco etc). Così come quelle non in regola con il DURC, con la normativa antimafia o che si trovino in condizioni societarie non “sane” (liquidazione, concordato o altra procedura estintiva).
Risorse e contributi per i progetti innovativi
Le risorse messe a disposizione dalla Regione ammontano a 25 milioni di euro, ma la dotazione potrebbe eventualmente essere aumentata. L’agevolazione coprirà le spese per i progetti di innovazione tecnologica degli impianti e delle attrezzature, con un investimento minimo pari a 10mila euro.
Il contributo a fondo perduto ammonterà alla metà delle spese totali ammissibili, con un limite massimo di 50mila euro a richiedente. L’erogazione avverrà una tantum, a saldo, ed è comunque cumulabile con altri benefici, entro i limiti del nuovo regime de minimis (300mila euro, in tre anni). E nel rispetto del divieto di doppio finanziamento.
È però ammesso il cumulo con altre fonti, per le medesime spese, fino a concorrere al 100% del costo (senza sovracompensazione). In altre parole, per la stessa spesa il 50% può arrivare dalle risorse di Regione Lombardia e il restante 50 da altre misure agevolative.
Dall’innovazione tecnologica all’efficientamento energetico: la certificazione
Saranno finanziate le spese per diverse tipologie di progetti. In primis, quelli che prevedono l’innovazione tecnologica degli impianti e delle attrezzature, da realizzare nella sede indicata. L’investimento agevolato dovrà però contribuire all’efficientamento energetico del sistema produttivo. E sarà necessaria una certificazione che, comunque, non dovrà essere trasmessa – ma esibita qualora richiesta.
Servirà quindi un “tecnico” che dovrà redigere un documento, dal quale si evincano tutti i dettagli. Ovvero gli interventi da realizzare e i consumi pre e post-intervento, con una relazione sulla riduzione dei consumi. Andranno anche indicati gli aspetti relativi ad una eventuale produzione di energia da fonti rinnovabili, laddove avvenga.
Entra in scena, quindi, una figura specializzata: una persona fisica con determinate caratteristiche (un E.G.E. o un professionista iscritto ad apposito Albo) che non abbia vincoli di dipendenza o gestione con l’impresa, né con la Regione o Unioncamere Lombardia. E, su questo punto, non è forse evidente una similitudine con il Piano Transizione 5.0?
Le spese inammissibili
Il Bando al punto B.2.a 6 elenca una serie di progetti esclusi, che variano. Tra le diverse attività inammissibili ci sono quelle per lo smaltimento dei rifiuti in discariche, gli investimenti per l’aumento della capacità degli impianti di trattamento dei rifiuti residui, le attività relative ai combustibili fossili o quelle per il trasporto e distribuzione del gas. Con specifiche e limitazioni, a seconda del caso.
Le spese ammissibili per il risparmio energetico
Per essere ammesse al contributo, le spese dovranno risultare “strettamente funzionali” al progetto presentato. Potranno quindi riguardare l’acquisto e l’installazione di alcuni asset. Li elenchiamo di seguito.
- Macchinari, impianti di produzione, attrezzature, macchine operatrici ed hardware (in sostituzione di quanto già in uso nella sede).
- Pompe di calore (sempre presso la medesima sede).
- Impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e di inverter (compreso l’allacciamento).
- Sistemi di accumulo dell’energia.
- Corpi illuminanti a LED a basso consumo in sostituzione di quanto già presente.
- Sistemi di domotica per il risparmio energetico e di monitoraggio dei consumi energetici.
- Software e licenze d’uso software, anche di tipo Cloud e SaaS, funzionali agli interventi presentati in domanda.
Sono consentite anche le spese per la formazione, sempre afferente all’intervento presentato. E le spese tecniche di consulenza (progettazione, direzione lavori ecc.), ma nel limite del 20% degli altri costi. Finanziate anche le spese generali, solo se non ammontano a più del 7% sul totale.
Ci sono poi voci di costo considerate inammissibili, tra cui quelle per l’acquisto di mezzi di trasporto, di hardware e software generico, le spese del personale interno. Inoltre, nell’acquisizione di beni è sempre richiesta la conformità al principio DNSH.
Linea Investimenti Microimprese: come presentare la domanda
Lo sportello è stato aperto il 6 novembre 2024, e chiuderà quando le risorse si esauriranno. La domanda va presentato esclusivamente per via telematica, sulla piattaforma Bandi e Servizi. Ogni soggetto potrà presentare una sola istanza, a meno che la precedente risulti già non ammessa o sia stata ritirata.
Il soggetto gestore della misura agevolativa è Unioncamere Lombardia, e la procedura è a sportello. Nell’istruttoria le domande saranno esaminate quindi in ordine cronologico di arrivo. Oltre alla valutazione tecnica, andrà considerata anche la qualità economico-finanziaria del soggetto proponente, sia in termini di sostenibilità che di economicità della proposta.
Qualora ammessi, i progetti andranno realizzati entro 12 mesi dalla data di pubblicazione del provvedimento di concessione, ma è possibile richiedere una proroga trimestrale, previa autorizzazione per valide motivazioni. Il contributo potrà essere richiesto solo quando il progetto risulterà concluso. A condizione, però, che le spese ammissibili risultino fatturate e quietanzate successivamente alla presentazione della domanda di accesso.