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Software-defined manufacturing: verso Plc virtuali per un’automazione spinta

L’approccio software-defined permette di disaccoppiare hardware e software. I controllori non sono più legati a dispositivi fisici, ma diventano Plc virtuali (vPLC), gestibili centralmente e in modo flessibile.

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Nicoletta Buora

Dall’automazione tradizionale al software-defined manufacturing. L’automazione è da sempre una leva strategica per il settore manifatturiero: incrementa produttività, efficienza, qualità e riduce i costi. Tradizionalmente, si è sviluppata soprattutto attraverso la robotica e l’uso di Plc, i controllori logici programmabili. Tuttavia, il potenziale è molto più ampio, come sottolinea Stefan Bergstein, Chief Architect Manufacturing di Red Hat, che individua nel software-defined manufacturing una delle trasformazioni più dirompenti degli ultimi anni.

Sfidare la complessità con l’approccio software-defined

Nelle linee di produzione moderne, la presenza di numerosi PC e controller industriali rende la gestione complessa e onerosa. L’approccio software-defined, basato su virtualizzazione e containerizzazione, permette di disaccoppiare hardware e software, trasformando la fabbrica in un vero e proprio mini data center distribuito. In questo scenario, i controllori non sono più legati a dispositivi fisici, ma diventano virtual Plc(vPLC), gestibili centralmente e in modo flessibile.

I vantaggi dei Plc virtuali

Il passaggio a un ambiente software-defined offre benefici tangibili:

  • Aggiornamenti centralizzati e automatizzati, eliminando la necessità di patch manuali ancora spesso eseguite con chiavette USB.
  • Maggiore velocità nell’introduzione di nuove funzionalità, grazie a pipeline di distribuzione più rapide.
  • Efficienza nell’uso delle risorse e consolidamento dei sistemi.
  • Integrazione avanzata dei controllori, con gestione semplificata delle configurazioni.

Questa evoluzione rappresenta un chiaro esempio di convergenza tra OT (Operational Technology) e IT (Information Technology).

Container ed edge per un’automazione sempe più strategica

Scegliere la strada del software-defined consenta anche di beneficiare degli ultimi sviluppi delle tecnologie container, tra cui la possibilità di creare immagini per il sistema operativo e la piattaforma applicativa utilizzando un semplice linguaggio di descrizione e distribuirle poi nell’infrastruttura edge. Ciò riduce al minimo deviazioni di configurazione, vulnerabilità di sicurezza e costi di gestione.

La tecnologia a container offre vantaggi anche per quanto riguarda il crescente utilizzo delle tecnologie del Machine Learning applicato alla produzione: i modelli possono essere pacchettizzati in container e distribuiti ai dispositivi edge, garantendo aggiornamenti rapidi e uniformi. Questo consente di integrare analisi predittive, manutenzione intelligente e ottimizzazione in tempo reale direttamente all’interno dei processi produttivi.

Il software-defined manufacturing, dunque,  non è soltanto un’evoluzione tecnologica, ma una vera opportunità strategica.

Software-defined manufacturing: verso Plc virtuali per un’automazione spinta - Ultima modifica: 2025-09-18T08:41:00+02:00 da Nicoletta Buora