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Progetto MIMOSA: strutture innovative per velivoli sostenibili

La tecnologia sviluppata nel progetto MIMOSA ridurrà l’impatto ambientale e l’utilizzo di materie prime nella produzione di strutture aeronautiche.

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Vittoria Lugli

È stato avviato ufficialmente al Politecnico di Torino, il progetto MIMOSA (Multimaterial airframes based on 3D joints between AM metals and carbon-fiber composites). Il progetto è finanziato dall’Unione Europea con il programma “Horizon Europe” ed è guidato dal professor Giorgio De Pasquale.

Lo scopo e il team del progetto

Il progetto porterà nei prossimi tre anni alla industrializzazione di una nuova tipologia di struttura aeronautica per i velivoli di nuova generazione. Il team che si occuperà del progetto è composto da sei aziende e due centri di ricerca.

Il team del progetto MIMOSA è composto da sei aziende e due centri di ricerca ed è coordinato dal professor De Pasquale

La squadra sarà coordinata dal professor De Pasquale, docente dello Smart Structures and Systems Lab presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale-DIMEAS del Politecnico di Torino. Comprenderà, oltre all’Ateneo piemontese, importanti aziende del panorama italiano come: Leonardo, TÜV Italia, Bytest, la startup F3nice ed altri partner dei settori dell’industria meccanica e dei materiali.

Il progetto MIMOSA ha l’obiettivo di preparare il terreno alle prossime generazioni di velivoli, che seguiranno necessariamente criteri di produzione a ridotto impatto ambientale e minor fabbisogno di materie prime. La riduzione dell’inquinamento e dell’impiego di sostanze nocive sarà un preciso target di progetto, non solo per il volo, ma anche per tutta la filiera produttiva del velivolo e per il suo smantellamento a fine servizio.

Ripensare e recuperare

In quest’ottica è necessario ripensare alle modalità di produzione, trasporto e assemblaggio delle strutture che compongono il velivolo. Ridurre il più possibile le fasi intermedie, integrare i processi e contenere la dispersione geografica delle forniture è altrettanto fondamentale. Analogamente a fine vita, è indispensabile recuperare quanti più materiali possibili, rigenerarli e convertirli in nuove strutture. Questa esigenza, oltre che per motivi ambientali, sarà sempre più impellente anche per accrescere l’indipendenza da materie prime che potrebbero essere precluse da instabilità geopolitiche.

Il professor Giorgio De Pasquale osserva come il progetto MIMOSA porterà alla produzione, sfruttando brevetti specifici del Politecnico, di strutture multi-materiale composte da leghe metalliche e materiali compositi senza elementi intermedi (adesivi o rivetti) mediante l’integrazione di manifattura additiva metallica, trattamenti superficiali al plasma e fibre di carbonio.

Strutture rigenerabili

A fine servizio, le strutture potranno essere rigenerate grazie a un processo di “atomizzazione” che riduce gli scarti metallici in polvere a granulometria e composizione controllate. Questa a sua volta diviene una materia prima “secondaria” per gli stessi processi di additive manufacturing.

Essendo la normativa in ambito aeronautico molto severa, un particolare sforzo del consorzio sarà rivolto, oltre alla ottimizzazione tecnologica in sé, alla predisposizione di linee produttive idonee a soddisfare i requisiti per le forniture a livello internazionale. I processi speciali coinvolti sono ad oggi solo marginalmente regolamentati, e si prevede che MIMOSA potrà fornire un sostanziale contributo alla loro normazione.

Come avviene per ogni progetto di lungo periodo, le ricadute industriali saranno prevedibilmente di ampia portata anche per settori molto diversi da quello aeronautico e saranno proposte molte iniziative di disseminazione verso le realtà produttive dei territori.

Progetto MIMOSA: strutture innovative per velivoli sostenibili - Ultima modifica: 2023-01-17T16:11:20+01:00 da Vittoria Lugli