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L’intelligenza artificiale sarà presto una commodity anche per le aziende

L’Italia è un mercato che ha forti potenzialità in merito alla crescita di applicazioni di intelligenza artificiale nelle aziende, a patto che si assumano Data Scientist

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Nicoletta Buora

Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale (AI) procede a ritmi impressionanti, per questo per le imprese è il momento di cogliere le opportunità offerte da questa tecnologia. Ma come fare a capire quali servizi possono portare reali vantaggi in azienda?

La riflessione di Gianluca Maruzzella, Co-founder & Ceo di Indigo.ai ci aiuta a comprendere perché l'AI presto sarà una commodity per le aziende di ogni dimensione.

Negli ultimi cinque anni, i dieci Paesi al mondo più attivi nella ricerca sull’intelligenza artificiale hanno prodotto oltre 1,1 milioni di paper scientifici sull’argomento: 318mila la Cina, 275mila gli Stati Uniti e 45mila l’Italia, che è nella top ten, al nono posto, in questa speciale classifica. Numeri frutto di un progresso tecnologico che continua ad accelerare a un ritmo velocissimo.

Intelligenza artificiale nelle imprese: un mercato dalle alte potenzialità

L’intelligenza artificiale continua a evolversi e a diventare più sofisticata. Non solo si moltiplicano i modelli di AI, ma crescono anche le sue applicazioni e ogni giorno nascono nuovi servizi basati su questa tecnologia.

Molti di questi servizi sono dedicati alle imprese, come ad esempio gli assistenti virtuali. E di conseguenza, aumenta anche l’applicazione dell’AI all’interno delle aziende, di ogni dimensione: dalle multinazionali alle pmi.

Tuttavia, la penetrazione dei servizi basati sull’intelligenza artificiale all’interno delle imprese procede a un ritmo decisamente più lento. Come mai?

Secondo un’analisi di Eurostat, all’interno dell’Unione Europea solo due aziende su dieci usano l’intelligenza artificiale: in Italia il dato scende addirittura al 6%.

Ma c’è da considerare che il nostro è un mercato che ha fortissime potenzialità: si pensi che Assintel ha recentemente stimato che arriverà a 1,4 miliardi di euro alla fine dell’anno prossimo, dagli 860 milioni di euro del 2021, con una crescita del +40% sul triennio.

In Italia mancano i Data Scientist

Gianluca Maruzzella

Le imprese devono poter capire con chiarezza che tipo di servizio e di vantaggi possono ottenere per decidere di investire nell’AI. Ma spesso, questa è un'informazione a cui non hanno accesso.

Infatti, se chi è esperto di intelligenze artificiali può comprendere al volo i vantaggi e le potenzialità dell’applicazione dell’AI nelle aziende – ad esempio, snellire i processi, aiutare i dirigenti a prendere decisioni basate sui dati, aumentare l’efficienza organizzativa, migliorare il rapporto e la comunicazione con clienti e utenti, ottimizzare la gestione del magazzino, automatizzare processi standardizzati liberando risorse per altri progetti – è anche vero che nelle imprese, oggi, specialmente

in Italia, mancano delle figure professionali che possano cogliere questi vantaggi. Mancano, insomma, i Data Scientist.

“Ci sono poi servizi di intelligenza artificiale, come il nostro, che permettono alle aziende di superare questo gap professionale e di creare un assistente virtuale in modo estremamente semplice e comprensibile anche per chi non mastica nulla o quasi di tecnologia, informatica, big data e AI”, afferma Maruzzella.

Indigo.ai è una piattaforma di Conversational AI per progettare e costruire assistenti virtuali, tecnologie di linguaggio ed esperienze conversazionali. La società è nata nel 2016 tra i banchi del Politecnico di Milano da un’idea di cinque giovani (Gianluca Maruzzella, Enrico Bertino, Marco Falcone, Andrea Tangredi e Denis Peroni – ad oggi quasi tutti under30), che hanno realizzato assistenti virtuali per alcune delle aziende più innovative al mondo, tra cui banche, assicurazioni, case farmaceutiche,

Professione  Data Scientist

Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, nel 2021 il numero di Data Scientist è cresciuto del 28% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, non si tratta di una progressione omogenea dal momento che riguarda solo le grandi imprese e in particolare quelle che avevano già iniziato a investire nel passato. Il 49% delle grandi aziende ha in organico almeno un Data scientist e il 59% almeno un Data Engineer.

Ma nelle piccole e medie imprese, nella maggior parte dei casi, queste figure mancano. Da operatori del settore, noi di Indigo.ai possiamo dire che si tratta solo di una questione di tempo: l’accelerazione del mercato e l’aumento delle sperimentazioni richiedono nuove competenze che ad oggi sono in formazione. Infatti stanno aumentando anche in Italia – forse non abbastanza velocemente! – i corsi universitari specificamente dedicati a formare questo tipo di professionisti che presto verranno immessi nel mondo del lavoro.

L’intelligenza artificiale sarà presto una commodity anche per le aziende - Ultima modifica: 2022-08-19T09:32:00+02:00 da Nicoletta Buora