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Le strozzature nelle catene di fornitura rallentano il passaggio a un’economia circolare

Da una ricerca commissionata da Ifs emerge come le interruzioni delle catene delle forniture creeranno maggiore complessità, influendo negativamente sul passaggio a un'economia circolare

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Nicoletta Buora

Il 66% delle grandi aziende a livello mondiale preferisce mantenere un livello più elevato di scorte, il 70% ha aumentato il numero di fornitori e il 72% ricorre di più ai fornitori locali.

Questi numeri, emersi da una ricerca commissionata da  Ifs – realtà che sviluppa e commercializza software cloud per aziende di tutto il mondo che si occupano di produzione, costruzione e manutenzione di asset e gestione di operazioni incentrate sui servizi - accrescono le complessità, causano più sprechi nella supply chain e limitano la possibilità di godere dei molteplici benefici dell’economia circolare, rendendo  più complessa la gestione della catena delle forniture

È, tuttavia, positivo che il 93% del campione affermi che la propria azienda ha adottato l’economia circolare o intende farlo in futuro.

Le aziende hanno riprogettato la propria catena di fornitura per ridurre le criticità

Per ora, stando all’indagine - che ha coinvolto un campione di oltre 1.450 senior manager di grandi aziende in Europa, Usa ed Emirati Arabi Uniti - molte grandi aziende hanno riprogettato la propria catena delle forniture per ridurre le criticità, per esempio decidendo di rilocalizzare la produzione per migliorare la sicurezza degli approvvigionamenti, mantenere più scorte al fine di poter sempre far fronte alla domanda o aumentare il numero di fornitori per avere sempre a disposizione i prodotti richiesti dai clienti.

“Le grandi aziende rischiano di dover affrontare costi molto più elevati o di dover risolvere altri problemi finanziari a seguito delle misure adottate per far fronte alle interruzioni delle catene delle forniture”, ha commentato  Maggie Slowic, Global Industry Director for Manufacturing di Ifs.

“Rilocalizzare la catena di fornitura comporta spesso investimenti in materie prime o componenti più costosi, soprattutto ora con l’inflazione galoppante, mentre avere più scorte in magazzino significa bloccare somme ingenti che potrebbero essere investite per sviluppare l’attività”.

Impianti e processi non sono ancora pronti per gestire la riduzione degli sprechi, il riuso e il riciclo dei materiali

Nonostante i considerevoli benefici dell’economia circolare, la necessità di adottarla può causare notevoli difficoltà alle grandi aziende i cui impianti e processi non sono pronti per gestire la riduzione degli sprechi e il riuso e riciclo dei materiali.

A ciò si aggiungono le pesanti ricadute macroeconomiche che le aziende continuano a subire, prima con il Covid e ora con la guerra in Ucraina.

Le strozzature nelle catene di fornitura rallentano il passaggio a un’economia circolare - Ultima modifica: 2022-07-11T08:45:00+02:00 da Nicoletta Buora