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Le Pmi verso una maggior maturità digitale

Una Pmi su due ha rivisto almeno un processo aziendale a seguito dell’introduzione di software e le imprese mature nell’utilizzo dei software presentano risultati economici nettamente migliori. Tuttavia, mancanza di incentivi e formazione rallentano la crescita. I dati della ricerca della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con AssoSoftware

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  • n.305 - Settembre 2022
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Nicoletta Buora

La diffusione dello smart working e il cambiamento delle modalità di lavoro e di gestione dei processi aziendali hanno accelerato l’adozione di software, in particolare di tipo gestionale, nelle Pmi italiane.

Una su due (il 54%) ha rivisto almeno un processo aziendale a seguito dell’introduzione di software, ottenendo migliori risultati economici.

I benefici più rilevanti riscontrati sono legati all’efficacia e alla governance: maggior controllo sui processi (per l’83% del campione), riduzione degli errori (80%), maggiore visibilità e tracciabilità dei flussi di lavoro (79%).

Sono queste alcune delle evidenze emerse dalla ricerca “Software nelle Pmi: un motore d’innovazione per l’Italia” a cura degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con AssoSoftware.

Software, un mercato in crescita

Nel 2022, le aziende che operano in Italia nell’ambito del software e dei servizi a esso correlati hanno generato un fatturato di 56,3 miliardi di euro, con una crescita del + 9% rispetto all’anno precedente, impiegando oltre 137.000 addetti.

La quota legata ai soli software gestionali segna una crescita mediamente più alta rispetto ad altre tipologie di servizio+12% rispetto al 2021, per un totale di 22,4 miliardi di euro, costituendo il 40% del fatturato di comparto complessivamente analizzato. 

La crescita del settore nel 2022 è stata più contenuta” ha dichiarato Marina Natalucci, Responsabile della ricerca sul software gestionale degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.

 “Siamo in una fase di assestamento e di consolidamento degli strumenti in uso, in un contesto sicuramente critico per gli investimenti in innovazione, soprattutto per le Pmi colpite dalla crisi energetica, dall'aumento dell'inflazione e dalle criticità in alcune catene di fornitura”.

Le Pmi più sensibili alla digitalizzazione

Guardando ai dati emersi dalla ricerca, un primo segnale positivo è che sempre meno Pmi scelgono di restare ferme nella condizione attuale.

Infatti, se il 54% delle aziende analizzate ha rivisto almeno un processo aziendale, una su quattro (il 26%) ha ritenuto necessario riscrivere tutti i processi aziendali a seguito dell’implementazione. 

Tuttavia, seppur si registri una forte propensione alla revisione dei processi, sono ancora molte le aziende che prediligono la personalizzazione del software sulla base delle esigenze funzionali del business.

Complessivamente, nell’ambito dell’indice di maturità sviluppato dalla ricerca, le aziende hanno fatto diversi passi in avanti. Solo il 13% delle aziende è oggi all’inizio del percorso di trasformazione, Il 55% del campione detiene un indicatore complessivo superiore alla media di mercato e il 13% appartiene al cluster delle aziende avanzate.

Serve un supporto concreto nel Piano transizione 5.0

“Nonostante i benefici derivati dall’utilizzo di software gestionale, esistono ancora oggi ostacoli culturali nelle imprese che ne devono ancora comprendere appieno il valore”, ha dichiarato Pierfrancesco Angeleri, Presidente AssoSoftware.

In questo scenario, è fondamentale che il governo sostenga concretamente, nell’ambito del nuovo Piano “Transizione 5.0”, la diffusione del software tra le aziende italiane, in modo da consentire a tutte le imprese, anche quelle medio-piccole, di adottare il software come elemento abilitante per la crescita e la competitività”.

Le Pmi verso una maggior maturità digitale - Ultima modifica: 2023-11-20T11:44:00+01:00 da Nicoletta Buora