L’AI generativa è già ben oltre la fase di hipe. Non solo le aziende sembrano favorevoli a investire in questa tecnologia, ma molte realtà la stanno già adottando in diversi ambiti aziendali e ne stanno apprezzando i vantaggi e le impensabili potenzialità.
A rivelarlo è la ricerca di Sap “Mid Market and business priorities” sulle medie aziende, che coinvolto 12.000 aziende in tutto il mondo e oltre 330 in Italia. Dallo studio è emerso che il 58% delle medie imprese in Italia, con un numero di dipendenti compreso tra 250 e 1.500, attribuisce una priorità alta all’adozione della Gen AI, percentuale che sale al 91% se si includono le imprese che vi assegnano una priorità moderata.
In generale, gli investimenti in tecnologia e strumenti innovativi sono percepiti dalle aziende italiane di medie dimensioni come la strategia corretta per diventare organizzazioni resilienti, specialmente in momenti di incertezza economica come quelli attuali.
Il valore dell’AI generativa di oggi e di domani
Oltre la metà delle organizzazioni italiane intervistate attribuisce una priorità elevata all’AI per creare modelli di business innovativi e nuove fonti di entrate (51%).
Secondo il campione, l’AI avrà un impatto elevato sui processi di supply chain e logistica (50%), sulla sicurezza dei dati e della privacy (50%), sui percorsi di formazione e lo sviluppo delle competenze dei dipendenti (47%), sul processo decisionale e sui processi aziendali, rendendoli più agili e adattivi (46%).
Ma l’AI, in generale, non è pianificata solo per ottenere vantaggi futuri. Già oggi è implementata in misura elevata nelle aziende italiane di fascia media per creare contenuti di marketing e di vendita (43%), rilevare frodi (43%) interagire con i clienti o i fornitori e sviluppare previsioni, bilanci e pianificazione degli investimenti (42%).
E, ancora per automatizzare i processi di assunzione, per esempio per la scrittura delle descrizioni dei ruoli, l’analisi dei curricula, le comunicazioni con i candidati (42%), e per il monitoraggio della conformità normativa (41%).
Tra le principali sfide, i dati
L’AI, sarà in grado di sbloccare una quantità significativa di potenziale in molte aree dell’organizzazione.
Tuttavia, le aziende midmarket italiane devono ancora affrontare delle sfide per sostenere la semplificazione del business e i processi di miglioramento.
Gli intervistati hanno indicato la scarsa integrazione tra i sistemi che penalizza i processi decisionali (38%) e la mancanza di dati di qualità (37%), oltre all’assenza di processi per la gestione del cambiamento e l’implementazione dei piani (35%). Altri ostacoli sono rappresentati dalle debolezze dell’area procurement e supply chain (34%) e dalla resistenza al cambiamento da parte di dipendenti e manager (29%).
Infine, i dati vengono citati come un rischio anche quando si parla di adottare l’intelligenza artificiale. Le aziende midmarket italiane hanno dichiarato che i maggiori rischi per la loro organizzazione derivanti dall’AI sono l’agire sulla base di dati errati (35%), la mancanza di trasparenza nei risultati (33%) e di controlli sulla privacy (32%).