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Intelligenza artificiale: non solo efficienza, ma anche più entusiasmo e collaborazione

Gli effetti positivi dell’intelligenza artificiale non solo su produzione e decisioni, ma anche su cultura organizzativa, lavoro di team e clima aziendale, in una ricerca di MIT Sloan Management Review e Boston Consulting Group.

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Gaia Fiertler

Buone notizie dal fronte dell’applicazione di soluzioni di intelligenza artificiale nelle imprese, non solo sull’efficienza produttiva e sui processi decisionali, ma anche sull’efficacia organizzativa, sui team e sulla cultura aziendale. A condizione che si lavori su informazione, formazione e su una base dati affidabile per non avere brutte sorprese.

È quanto emerge dal report “The Cultural Benefits of Artificial Intelligence in the Enterprise”, frutto di una ricerca di MIT Sloan Management Review e Boston Consulting Group su oltre 2mila manager e 18 interviste dirette a dirigenti di grandi organizzazioni che hanno adottato soluzioni AI nei settori media, servizi finanziari, retail e trasporti, in particolare CBS, Cooper Standard, H&M, Humana, KLM, Levi Strauss & Co, Mastercard, McDonald’s, Moderna, Nasdaq, Northwestern Mutual, Notre Dame-Ibm Technology Ethics Lab, PepsiCo, Pernod Ricard, Rexel, Spotify e 1-800-Flowers.  

Un circolo virtuoso tra cultura, AI, organizzazione

Quello che emerge è una dinamica di interazione continua tra cultura, uso dell’AI ed efficacia organizzativa, detta “Culture-Use-Effectiveness” (C-U-E). A livello di squadra, si tratta di un circolo virtuoso tra cultura del team che migliora l’adozione dell’AI, quest’ultima che migliora l’efficacia del team e questo, a sua volta, che va a migliorare la propria cultura.

In pratica, l’adozione dell’intelligenza artificiale su larga scala presuppone un cambiamento culturale nelle organizzazioni, perché è necessario adottare un approccio e un linguaggio condiviso per chiedersi quali soluzioni implementare, per quali ambiti e scopi. Gli autori della ricerca sostengono che, nei prossimi dieci anni, l’AI subirà un processo di democratizzazione e le aziende dovranno stare al passo se non vorranno perdere competitività, sia in termini di velocità sia in termini di valore.

Da un lato mancanza di conoscenza e di formazione, dall’altro lato dati non affidabili e aspettative mancate possono però fare da freno all’accettazione di sistemi di intelligenza artificiale a supporto delle organizzazioni. Una volta compreso il senso e il valore con le iniziative necessarie, invece, le soluzioni adottate impattano positivamente anche a livello organizzativo, sul clima aziendale e sullo spirito di collaborazione.

«In Italia, l’adozione dell’intelligenza artificiale rimane ancora limitata rispetto al panorama internazionale. Tuttavia, le aziende “early adopter” hanno riscontrato un miglioramento nel lavoro dei propri team dopo l’implementazione dell’AI. Questa tecnologia, infatti, agevola il passaggio a un approccio end-to-end della gestione del lavoro, favorendo l’integrazione dei processi e la collaborazione tra i dipendenti.

In secondo luogo, rende più stimolante l’esperienza lavorativa perché automatizza i processi ripetitivi e lascia più spazio all’apprendimento personale. In questo modo, spinge i dipendenti e l’intera azienda a rivedere il proprio modo di lavorare in un’ottica di semplificazione e ottimizzazione dei processi. Per raggiungere questi obiettivi e generare benefici, però, è necessario coinvolgere direttamente gli utilizzatori finali e assicurarsi che il management favorisca attivamente il cambiamento all'interno dell'azienda», dichiara Roberto Ventura, Managing Director e partner di BCG.

Roberto Ventura

I primi passi: informazione, formazione e dati affidabili

Bisogna quindi partire dalla cultura aziendale. i manager riconoscono la necessità di dover coltivare l’accettazione dell’AI da parte dei dipendenti, che spesso sono diffidenti per mancanza di comprensione (49%) e di formazione (46%), per scarsità di informazioni (34%) o per un loro eccesso (17%); per l’utilizzo di dati di qualità insufficiente, quindi inaffidabili negli output (31%), per aspettative non soddisfatte (20%) o per la scelta di soluzioni errate (14%).

L’impatto positivo sull’organizzazione

Una volta superata la diffidenza, però, non ci sono dubbi sulla sua efficacia a livello organizzativo: il 58% dice di aver migliorato le prestazioni del team grazie a soluzioni di AI e quando si prendono decisioni migliori migliorano anche diversi aspetti culturali:

  • più apprendimento collettivo (per l’87%), perché l’AI è in grado di influenzare sia ciò che un team impara, sia il modo in cui impara;
  • maggior chiarezza di ruoli e responsabilità (65%), in pratica una nuova consapevolezza del proprio ruolo;
  • più collaborazione (78%), favorita anche da nuovi Kpi e misurati con più precisione;
  • più buon umore, entusiasmo e positività (79%).
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In H&M, per esempio, che ha sperimentato soluzioni di AI per prezzare gli articoli durante i saldi di fine stagione, far lavorare insieme persone e algoritmi si è rivelata una strategia vincente, accolta con favore dai dipendenti. Stesso entusiasmo per i dipendenti Nasdaq, che hanno usato soluzioni di intelligenza artificiale per analizzare i prospetti informativi alla ricerca di informazioni utili per i clienti. Mentre prima era un compito svolto manualmente dagli analisti, ora c’è un sistema che elabora 6.000 documenti ogni tre minuti, in modo tale che i dipendenti possano concentrarsi su altri obiettivi. La macchina “intelligente” svolge il compito in modo più preciso ed esaustivo e, al contempo, lascia libere le persone per concentrarsi su compiti a maggior valore aggiunto.

Per quanto riguarda i benefici finanziari degli investimenti in sistemi di intelligenza artificiale, questi si vedono più a medio termine. Al momento, infatti, solo l’11% delle aziende nella ricerca di MIT Sloan Management Review-Boston Consulting ha attribuito vantaggi finanziari alle iniziative legate all’AI, in particolare chi inizia a padroneggiare la dinamica C-U-E, in cui i benefici culturali e quelli finanziari si rinforzano a vicenda.

Intelligenza artificiale: non solo efficienza, ma anche più entusiasmo e collaborazione - Ultima modifica: 2022-05-03T16:45:41+02:00 da Gaia Fiertler