Una “giungla di agevolazioni” da disboscare. Così Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy dal 22 ottobre 2022, ha definito i quasi 2mila incentivi – di cui 229 sul piano nazionale e 1.757 a livello regionale – destinati alle imprese. In quello che non rappresenta esattamente uno scenario semplificato. E, durante la sua partecipazione alle varie Conferenze, non ha mai perso occasione per ribadire il concetto, dichiarando l’impegno del Governo in tal senso.
Finché, poi, non ha mantenuto la promessa. O, per lo meno, finché non ha formalizzato l’obiettivo, da tempo perseguito. Perché, al momento, siamo ancora in una fase semi-embrionale ma, almeno, qualcosa si muove. Nel Consiglio dei Ministri n. 22 del 23 febbraio 2023, su proposta del MIMIT, era infatti stato approvato, con procedura d’urgenza, un Disegno di Legge (Ddl) per la revisione del sistema degli incentivi alle imprese.
L’obiettivo dell’Esecutivo era quello di definire un quadro organico che potesse attivare il sostegno pubblico attraverso “incentivi razionalizzati”. Quelli cioè offerti alle imprese utilizzando un processo di semplificazione e di riduzione di costi e tempi. Successivamente, a metà settembre 2023, il Senato ha approvato il Ddl. Il 25 ottobre 2023 anche la Camera dei Deputati ha espresso il suo unanime parere positivo. Habemus legem: si parte, quindi?
La Legge sugli Incentivi alle imprese: le principali novità
La nuova Legge prevede una profonda revisione organica degli incentivi, introducendo un sistema delle agevolazioni “omogeneo, semplice, funzionale ed efficace”. La riforma in corso mira a garantire un maggior sostegno alle imprese, facilitando le attività e le procedure di accesso ai bandi e finanziamenti (& Co). Saranno soprattutto le micro e pmi ad essere favorite. Considerando che l’80% del tessuto imprenditoriale italiano risulta rappresentato da tale tipologia aziendale, è chiaro l’intera platea ne trarrà vantaggio.
In particolare si punta sulla “certezza dell’orizzonte temporale” e sulla “pluriennalità” delle misure. Questa scelta specifica favorisce gli investimenti a lungo termine delle imprese. Offre alle stesse la possibilità di reiterare, magari, la richiesta agevolativa per eventuali progetti connessi al programma iniziale. Si procederà con la misurabilità dell’impatto agevolativo, per scegliere razionalmente e senza superficialità i destinatari dei benefici. Si opererà in sinergia con altri strumenti decentrati.
È infatti auspicabile una compartecipazione finanziaria delle Regioni. Con la riforma in atto, gli interventi nazionali dovranno essere coordinati con quelli locali, in raccordo tra le Parti, anche attraverso un dialogo costante, con tavoli di confronto interistituzionali. In questo modo la programmazione regionale diventa complementare a quella nazionale. Sicuramente si potranno centrare al meglio gli obiettivi, senza dispersione di risorse (e di tempo).
In arrivo il nuovo Codice degli Incentivi
Per armonizzare la disciplina generale si farà ricorso a un testo normativo, con i principi regolatori dei procedimenti amministrativi. Infatti, è intorno all’articolo 6 che ruota tutto il Ddl. Con l’introduzione del tanto atteso Codice degli Incentivi potranno essere definiti i contenuti minimi nei bandi, nelle Direttive o nei provvedimenti, con l’indicazione dei motivi generali di esclusione delle imprese. Verranno altresì indicati i profili procedurali per l’accesso e il mantenimento delle agevolazioni, dirimendo anche la questione del doppio cumulo.
Saranno poi aggiornati i criteri per la stipula delle convenzioni tra imprese e soggetti esterni inseriti nell’iter delle erogazioni (pensiamo agli istituti creditizi, ad esempio). Si prevede poi una semplificazione delle metodologie di controllo, a carico dei beneficiari. Saranno revisionati i procedimenti amministrativi per la concessione finanziaria, con iter più veloci e meno lungaggini burocratiche – cosa che, troppo spesso, accade.
Si prevedono, poi, interessanti premialità per le imprese che contribuiranno, in modo diretto, alle assunzioni di disabili – fermo restando gli obblighi già previsti dalla Legge. E per le imprese che valorizzeranno la quantità e la qualità del lavoro giovanile e femminile, sostenendo la natalità. In tutto ciò dovranno dire la loro anche le associazioni di categoria più rappresentative a livello nazionale, per la promozione informativa delle offerte e per un supporto nella fase di accesso agli incentivi.
L’aspetto digitale della Riforma sugli Incentivi e l’utilizzo dell’AI
La riforma prevede una modernizzazione delle procedure, perché esistono gli strumenti, a tal riguardo, e vanno usati. Pensiamo alle documentazioni in possesso della PA (art. 15 apposita Legge 183/2011) che, però, puntualmente le imprese sono tenute ad allegare, in fase di compilazione delle domande. In un procedimento snello – ovvero del tipo a cui si ambisce – questi “incartamenti” potranno essere direttamente acquisiti dal Soggetto Gestore, ricorrendo ai portali della pubblica amministrazione.
Sempre restando in tale ambito, dovranno essere implementate ulteriori soluzioni tecnologiche, anche con il ricorso all’AI, per facilitare la conoscenza del pacchetto incentivi. Armonizzando quindi l’operato del nuovo codice con gli obiettivi della transizione europea, bisognerà realizzare una più permeante digitalizzazione delle procedure, attraverso un uso migliore del Registro nazionale degli aiuti di Stato. Allo stesso modo, si dovrà rivedere l’operatività del portale governativo degli Incentivi, dedicato a imprese e professionisti.
E, proprio su questo ultimo punto, ci sono interessanti novità che, però, non sono state accolte con parere unanime. Nell’ammissione alle misure, i professionisti sono equiparabili alle aziende. Secondo alcuni, si potrebbe creare un ambiente eccessivamente competitivo per le imprese. Sarà così? Evidentemente no, secondo il legislatore, ma solo il tempo potrà dirimere questi dubbi. Intanto il Governo ha due anni (rectius, 24 mesi) di tempo, dalla data di entrata in vigore della Legge, per emanare ulteriori decreti attuativi.
È, quindi, ancora tutto in fieri.
Il testo ufficiale della Legge non è ancora, al momento, disponibile, in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Non si discosta, però, dall’ultima Bozza.