In un 2024 in cui il Piano Transizione 5.0 è stato il grande protagonista, torna l’interesse per i crediti d’imposta 4.0. O, forse, non era mai svanito, bensì semplicemente oscurato dalle nuove agevolazioni green.
Tra promesse di emendamenti semplificativi e rimandi alla Legge di Bilancio, dal Decreto fiscale arrivano quasi 5 miliardi di euro per il Piano Transizione 4.0. Mentre, per la fruibilità semplificata dei crediti 5.0, bisognerà ancora attendere.
Transizione 5.0: a quando le modifiche?
Le aliquote previste da Transizione 5.0 – con punte anche del 45% – hanno fatto gola, sin da subito. Ma poi, a conti fatti, tra lungaggini temporali e iter procedimentali non sempre lineari, il Piano è apparso rallentato. Tanto da necessitare una revisione. I vari emendamenti proposti nella conversione del Decreto Fiscale (DL 155/2024), non sono stati risolutivi. Perché non ammessi.
Durante l’interrogazione parlamentare del 20 novembre 2024 alla Camera (il più noto question time), il Ministro Urso aveva parlato di possibili modifiche tra gennaio e febbraio 2025. Per poter assicurare una concreta fruibilità e per poter quindi finalmente destinare gli incentivi alla platea imprenditoriale.
Le necessarie semplificazioni per Transizione 5.0
Come è ormai chiaro a tutti, servono semplificazioni. Il “complicato” utilizzo degli incentivi è, per certi versi, frutto di una contrattazione con la Commissione europea. Che deve quindi essere interpellata.
Serve allora tempo per un dialogo. Il Ministro aveva però ipotizzato una revisione al Piano Transizione 5.0, in arrivo con la Legge di conversione del DL 155.
Emendamento Gelmetti: bisogna aspettare il 2025?
Eppure, nel recente testo adottato, di Transizione 5.0 non c’è traccia. Il famoso “emendamento Gelmetti” è stato stralciato.
Dunque, le modifiche “già pianificate” (cit. Urso) e i miglioramenti al Piano potrebbero (ormai il condizionale è d’uopo) arrivare con la Legge di Bilancio 2025.
Intanto, però, nel silenzio di questi mesi, ne esce rafforzato il Piano Transizione 4.0.
Dal Decreto fiscale, 4,7 miliardi di euro per Transizione 4.0
Nel disegno di legge di conversione del DL 155/2024 è stato aggiunto il comma 1 bis all’articolo 8. Viene quindi stabilito un incremento di risorse, pari a 4.690 milioni, destinato al credito d’imposta riconosciuto sugli investimenti in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali. Quelli funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi.
Perché questo intervento? Ebbene, la scelta è frutto del forte interesse mostrato dalla comunità imprenditoriale negli anni. A fine 2023 avevamo assistito ad una contrazione degli investimenti, in attesa delle novità in arrivo con Transizione 5.0. Poi, tra le lungaggini operative e la non iniziale chiarezza sulle procedure, molte imprese hanno virato verso il 4.0.
Con risultati molto positivi nel 2024: nell’anno che volge al termine è stato registrato un utilizzo superiore rispetto allo stanziamento previsto. Ma il positivo trend delle agevolazioni 4.0 è qualcosa che viene da lontano, e lo si può affermare con certezza. Non è solo un’idea.
Transizione 4.0: le ottime performance nel triennio 2020-2022
Lo confermano i dati del “Rapporto intermedio di valutazione dell’impatto economico degli interventi del Piano Transizione 4.0”, elaborato dal comitato scientifico composto dal Ministero dell’Economia, dalla Banca d’Italia e dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il documento analizza l’effetto economico delle misure previste dal Piano Transizione 4.0.
Nei primi tre anni di anni di attuazione del Piano (2020-2022) il valore degli investimenti agevolati ha raggiunto i 29 miliardi di euro, con una importante quota sul totale destinata all’acquisto di beni strumentali. Circa 23 miliardi di euro - l’80% del totale - sono stati riservati al credito per gli investimenti in beni materiali 4.0.
Una quota inferiore (9 miliardi) è andata ai beni immateriali, ricerca e sviluppo, e formazione 4.0 (credito, questo, non più esigibile). Inoltre, grazie agli incentivi è stato possibile registrare una positiva ricaduta anche sull’occupazione e sui ricavi delle imprese beneficiarie. Ne hanno tratto vantaggio principalmente le piccole e medie imprese.
I prossimi step per Transizione 5.0
Intanto, qualche novità positiva si registra anche per il Piano Transizione 5.0. Nel mese di novembre 2024 sono aumentate le richieste dei crediti d’imposta, rispetto al periodo settembre/ottobre. Probabilmente le imprese stanno comprendendo (seppur lentamente) il meccanismo. E forse è anche merito dei chiarimenti riportati nelle FAQ MIMIT.
Il tasso di adozione dell’incentivo rimane comunque basso, rispetto alle risorse disponibili. Su un totale di 6,3 miliardi, resta irrisoria la quota richiesta: 152 milioni (con il coinvolgimento di circa 500 imprese). È necessaria una semplificazione nell’accessibilità. E forse anche ulteriori vantaggi: un aumento delle aliquote, un incremento degli incentivi per il fotovoltaico, meno divieti di cumulo. E, perché no, una proroga.
Il 2025 è alle porte e il Piano terminerà il 31 dicembre del prossimo anno. Se si continua di questo passo, le risorse potrebbero restare inutilizzate. Che senso ha, dunque, imporre dei paletti temporali? Certo, potrebbe accadere tutto nei prossimi mesi. Ed è quello che ci auguriamo. Intanto restiamo in attesa delle novità che saprà regalarci la Legge di Bilancio.